Politica
Di Maio torna sui propri passi: niente confronto TV con Renzi
Luigi DI Maio rifiuta il confronto con Matteo Renzi.

Cari amici,
qualche giorno fa il candidato premier del M5S, Luigi Di Maio, aveva invitato l’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ad un confronto in TV. Prontamente quest’ ultimo aveva accettato la proposta e così tutto era stato preparato. Il “faccia a faccia” tra i due doveva avvenire su La7 questo martedì nella trasmissione “Dìmartedì” condotta da Giovanni Floris.
Doveva. Difatti Di Maio ritorna sui propri passi, scrivendo un post su Facebook, il quale in una parte recita “Avevo chiesto il confronto con Renzi qualche giorno fa, quando lui era il candidato premier di quella parte politica. Il terremoto del voto in Sicilia ha completamente cambiato questa prospettiva. Mi confronterò con la persona che sarà indicata come candidato premier da quel partito o quella coalizione”. E aggiunge: “Il Pd è politicamente defunto. Il nostro competitor non è più Renzi”, ricordando come “a breve ci sarà una direzione del Pd dove il suo ruolo sarà messo in discussione”.
A distanza di poche ore arriva la replica dello stesso Renzi. “Oggi Di Maio scappa. Mi spiace pensare che gli italiani rischino di essere guidati da un leader che è senza coraggio. Che ha paura di confrontarsi. Che inventa scuse ridicole -aggiungendo poi- “Se un leader che vuole governare l’Italia ha paura di uno studio televisivo, semplicemente non è un leader. Io ci sarò lo stesso e risponderò su tutto, dalla Sicilia alle tasse, dai vaccini alle banche, dall’economia alla politica estera. Se Di Maio ha un sussulto di dignità lo aspettiamo in studio.
Altrimenti faremo con i giornalisti”- dopo conclude così- “Chi è il leader del Pd lo decidono le
primarie, cioè la democrazia interna. Non lo decidono le correnti, non lo decide il software di un’azienda privata, non lo decide Di Maio. Lo decide un popolo meraviglioso che viene ogni giorno insultato sul web da profili falsi e odiatori veri”. Al confronto con l’ex premier ci sarà Alessandro Di Battista, secondo quanto emerge da fonti “grilline”. Il programma però sarà inevitabilmente impostato in modo completamente differente da come era stato pensato.
Tuttavia le parole di Di Maio, in questo momento si leggono facilmente come un segnale, in negativo, per tutto il movimento pentastellato. Come dice Enrico Mentana “Se si lancia una sfida e qualcuno la raccoglie e dopo tu la ritiri non è mai un calcolo vincente. Poi stiamo parlando di politica e tv, due cose che come direbbe Shakespeare sono fatte di sogni. Non si sa cosa è giusto e cosa è sbagliato”. Infatti qualsiasi atto del genere può essere inteso o come eccesso di presunzione o eccesso di paura.
Tutto ciò quindi, non costituisce un eccellente biglietto da visita per il neo capogruppo di tale movimento, il quale spesso si tinge con sfumature di ribellione e di confuse pretese politiche, influenzate dall’ inesperienza di queste stesse persone che tendono a colmare queste mancanze con interessi del tutto personali o con il desiderio di fare carriera in una politica ad oggi distrutta proprio da persone inesperienti e abbagliati dal fascino del potere.
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