Mondo
La Russia disposta a fare da mediatrice tra USA e Corea del Nord
ella giornata di ieri però, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato come la Russia sia disposta a mediare tra le due nazioni, a patto che entrambe le parti siano d’accordo

Cari amici,
da diversi mesi siamo, purtroppo, spettatori impotenti delle pericolosissime tensioni che sempre più accrescono tra gli USA e la Corea del Nord. Nella giornata di ieri però, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato come la Russia sia disposta a mediare tra le due nazioni, a patto che entrambe le parti siano d’accordo. “Stiamo parlando della disponibilità della Russia, se le due parti lo riterranno necessario e lo accetteranno. Mediare tra le due parti da soli non è possibile, ciò richiede la loro volontà… La Russia è pronta ad aprire la strada ad una de-escalation della tensione”, ha detto successivamente Peskov. Inoltre a poche ore di distanza dalle parole del portavoce russo, è avvenuta anche un colloquio telefonico tra il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson e il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov.
Entrambi si sono trovati d’accordo nella scelta di adoperare il mezzo del dialogo con il leader sud-coreano Kim Jong-un. Durante la telefonata il ministro degli esteri di Mosca ha sottolineato che “la retorica aggressiva di Washington” e l’aumento della sua presenza militare nella regione stanno permettendo l’accrescere della tensione a livelli parecchio pericolosi e insostenibili. Infatti, secondo Lavrov è necessario passare velocemente dal linguaggio delle sanzioni ad un nuovo percorso di negoziati. Nel frattempo, precisamente il 22 dicembre, il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha introdotto alcune nuove misure restrittive nei confronti della Corea del Nord. In più è stava vieta l’importazione di generi alimentari, macchinari e apparecchiature elettriche, navi da trasporto e di alcune materie prime, tra cui il legno e magnesite, provenienti dalla Corea del Nord, la risoluzione richiede anche l’espulsione dei lavoratori migranti nordcoreani entro un anno.
Dobbiamo considerare inoltre anche la situazione della Corea del Nord che continua a essere monitorata dagli USA e proprio in questi giorni sono venute a galla delle immagini satellitari che mostrano delle petroliere cinesi che hanno affiancato un’unità del Nord nel Mar Giallo per trasbordare il greggio. Le sanzioni Onu hanno imposto limitazioni alle quantità di petrolio che il regime può importare (500 mila barili nel 2018), ma i cinesi continuano ad aiutare in segreto il vicino in quanto ritengono che senza il combustibile le conseguenze sarebbero disastrose. La Cina infatti potrebbe essere la potenza “centrale” per la risoluzione pacifica con Kim Jong-un in quanto potrebbe esercitare sulla Corea del Nord maggiore pressione dato che il 90 per cento delle importazioni nordcoreane proviene dalla Cina e il grosso dei suoi scambi commerciali esteri è costituito dalle esportazioni verso la Cina.
Inoltre Xi Jinping non ama Kim, e di sicuro non apprezza i test nucleari e missilistici che questi porta avanti. Kim ha anche effettuato delle purghe tra gli alti dirigenti della gerarchia nordcoreana che erano più vicini alla Cina, eppure Pechino continua ad accettare questo comportamento. Perché?
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