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L’Australia continua a bruciare
L’Australia brucia senza sosta dal 6 settembre, temperature più alte conseguenza diretta dei cambiamenti climatici.
L’Australia occidentale continua a bruciare. Il bilancio delle vittime è salito a 18 persone e inoltre sono all’incirca 50 mila le case senza elettricità sulla costa meridionale del Nuovo Galles del Sud, lo Stato più colpito. I primi incendi sono scoppiati il 6 settembre del 2019 mietendo già le prime vittime e danneggiando le prime abitazioni.
Poi agli inizi di novembre hanno preso fuoco quasi 190.000 ettari nelle Gospers Mountain, nel Wollemi National Park. Presto, poi, si sono aggiunti nuovi incendi nel Queensland e nello stato di Victoria. Lo Stato più colpito è il Nuovo Galles del Sud con un bilancio di 1,65 milioni di ettari rasi al suolo, sei morti e circa 700 abitazioni distrutte. Il Queensland ha perso altri 180.000 ettari e nello stato di Victoria, a complicare il tutto, ci si sono messi di mezzo venti a più di 100 km/h, che hanno alzato le fiamme, diffuso gli incendi e reso più difficili i soccorsi. Infine diversi focolai si sono verificati in Tasmania e nella penisola di Yorke dove sono stati persi altri 5.000 ettari.
Non c’è alcun dubbio che il Cambiamento Climatico c’entri con gli incendi: l’Australia sta vivendo primavere ed estati sempre più bollenti, e neanche l’inverno porta il freddo e le piogge sperate. Oramai le ondate di calore anomalo e di siccità estrema sono sempre più frequenti, basta guardare i dati. Inoltre le ultime due estati sono state caldissime. Secondo i dati dell’Australian Boreau of Meteorology, nell’estate 2018-2019 le temperature sono arrivate a sfiorare i 50°C per diversi giorni in diverse località.
La risposta del governo australiano
In sintesi i cambiamenti climatici hanno creato le condizioni perfette per lo sviluppo degli incendi: siccità e caldo estremo. Ma nonostante sia stata riconosciuta la correlazione tra cambiamenti climatici e l’aumento degli incendi, il premier australiano Scott Morrison ha avvertito che non effettuerà tagli “sconsiderati” sull’industria carbonifera.
“Il governo ed io abbiamo sempre riconosciuto la connessione tra eventi meteorologici e incendi con l’impatto dei cambiamenti climatici globali”, aveva spiegato Scott Morrison. Tuttavia, aveva sottolineato che il cambiamento climatico è solo uno dei fattori che hanno causato gli incendi insieme alla siccità, ai fuochi controllati, a quelli intenzionali e aveva respinto le richieste al governo di modificare le sue politiche.
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