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Continua lo sciopero dei mezzi pubblici in Francia
Si è giunti al 29° giorno di sciopero e ancora sembra non è finito il braccio duro tra governo e sindacati, dato che ognuna delle due parti vuole portare a casa un risultato.
Si protrae ormai da 29 giorni lo sciopero dei mezzi pubblici in Francia. Lo sciopero è il più lungo in tutta la storia della compagnia ferroviaria francese SNCF. LA protesta era iniziata il 5 dicembre del 2019 contro la riforma del sistema pensionistico presentata dal governo di Macron.
La riforma delle pensioni in sintesi punta a ridurre le pensioni e ad alzare l’età pensionabile dei lavoratori del trasporto pubblico. Attualmente, il sistema pensionistico di coloro che lavorano nei trasporti pubblici è complicato e vantaggioso per i lavoratori, che lo hanno conquistato tramite numerose mobilitazioni battagliere nel corso degli anni.
Così si è giunti alla condizione attuale. Viene cancellata quotidianamente quasi la metà dei treni previsti sulla rete ferroviaria francese e nella capitale il trasporto pubblico è quasi paralizzato. Concretamente lo sciopero sta bloccando ogni giorno 4 treni ad alta velocità su 10 e tre su 10 nel servizio economico OUIGO. Anche il servizio internazionale Eurostar ha pubblicato sul suo sito una tabella con la riduzione dei suoi collegamenti.
La situazione è molto più complicata nella capitale dove la metro è completamente bloccata e continuano a essere regolari solamente le due linee automatiche. Ritornando in superficie la situazione migliora: i tram funzionano regolarmente così come i due terzi dei bus. Però il problema è qui: dato che quest’ultimi sono i soli mezzi di trasporto funzionanti sono sovraffollati e il traffico automobilistico è congestionato più del normale.
La situazione non sembra però che non si sbloccherà presto perché entrambi le parti, sindacati e governo, sono determinati in un modo o nell’altro ad averla vinta. Lo stesso Macron ha affermato nel suo discorso di fine anno che la riforma verrà completata. Molto dure le critiche dei sindacati come quella di Philippe Martinez, leader della CGT: “Sembra che abbiamo un presidente rinchiuso nella sua bolla e che pensa che tutto vada bene”
I negoziati restano su un binario morto, nonostante i buoni auspici del presidente francese. Nuovi contatti fra sindacati e governo sono fissati per il 7 gennaio.
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