Cultura
Una leggenda senza confini
Nello schianto con il suo elicottero ha perso la vita la leggenda del basket Kobe Bryant, uno dei migliori giocatori dell’NBA.

La tragedia– 26 Gennaio 2020. Ore 9:47 circa negli Stati Uniti. Un elicottero precipita sulle colline di Calabasas, cittadina della contea di Los Angels. A bordo dell’elicottero c’è Kobe Bryant. 5 … 4 … 3 … 2 … 1. No, questa volta non sono gli ultimi secondi di una partita in cui Kobe ha la palla tra le mani; sono gli ultimi secondi della sua vita. Una vita da leggenda. Una vita stroncata da un terribile incidente. Così ci lascia Kobe Bryant, il nostro Black Mamba.
Una vita trascorsa nel campo dal basket- “Cara pallacanestro, dal momento in cui ho indossato i calzettoni di mio papà e immaginato di relizzare canestri vincenti nel Great Western Forum sapevo che una cosa era reale: mi ero innamorato di te”. Inizia così il “Dear Basketball“, la lettera in cui Kobe racconta cos’è stata la pallacanestro per lui. La storia d’amore tra lui e la palla a spicchi è iniziata quando lui aveva 6 anni in Italia, vedendo il padre calcare i campi dell’A1 e dell’A2 con le maglie dell’AMG Sebastiano Rieti, Viola Reggio Calabria e Pistoia. Il bambino ha talento, ma la cosa che più stupisce è il suo impegno durante l’allenamento.
Kobe ha un sogno, ci crede e vuole realizzarlo, costi quel che costi. Tornato in America, gioca per la Lower Merion High School e le sue prestazioni non passano di certo inosservate. Per lui si spalancano le porte dell’NBA, dove esordirà il 13 Novembre 1996. Da quel giorno la stella di Kobe inizia a brillare sempre di più, diventando l’astro più luminoso dell’NBA. Le statistiche riportano 25 punti, 5.2 rimbalzi e 4.7 assist di media a partita in una carriera lunga 19 anni, con un picco di 35.4 punti, 5.3 rimbalzi e 4.5 di media nella stagione 2005-06.
Il suo palmares annovera 5 titoli NBA, 1 MVP, 2 MVP delle Finals, 4 MVP dell’All Star Game 15 presenze nell’All NBA Team, 12 presenze nell’All Defensive Team, 18 apparizioni all’All Star Game, 2 ori olimpici con gli USA e vincitore dell’NBA Slam Dunkest Contest 1997. Come dimenticare poi la partita da 81 punti del 22 Gennaio 2006 contro i malcapitati Toronto Raptors o i 60 punti nela sua partita d’addio contro gli Utah Jazz del 13 Aprile 2016. Dato che sono stati citati pochi numeri, va aggiunto anche che è il quarto marcatore di tutti i tempi in NBA con 33643 punti ed il miglior marcatore della storia dei Los Angels Lakers.

Come il mondo vedeva Kobe– Per quanto le statistiche ed i trionfi ricordati prima siano importanti, descrivere questo giocatore con dei freddi numeri è riduttivo. “Non importa quanto segni. Quello che conta è uscire dal campo felice”, queste le sue parole.
Caro Kobe tutte le volte che uscivi dal campo non hai reso felice solo te stesso, ma anche tutti noi. Hai reso felici molti bambini, perchè hai dato loro una speranza, una speranza nel poter realizzare i propri sogni, così come hai fatto lui. Hai reso felici tutti i fans del basket, perchè su quel parquet hai fatto vedere giocate da stropicciarsi gli occhi, ma hai reso felici anche tutti gli amanti dello sport, perchè sei stato l’esempio di come la passione ed il duro allenamento portino a grandi risultati. Per tutti noi sei stato e sarai sempre un’icona dello sport, oltre che un punto di riferimento per ogni sportivo.
Ieri un incidente ha deciso di mettere la parola “fine” alla tua vita, ma sappi che tutte le pagine indelebili che hai scritto nella storia dello sport non avranno mai una fine, ma riecheggeranno nell’eternità. Tutto questo perchè i giocatori vanno e vengono, ma leggende come te restano per sempre. Grazie di tutto Kobe!
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