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L'Angolo Arcobaleno di Lesbica Moderna

Che cosa c’entrano i Gay con il Coronavirus?

Omosessualità e coronavirus sono legati, e come? E la Cina che ruolo ha in tutto questo? Fra mostri e proclami, parliamo di noi stessi.

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Il titolo di questo articolo desterà sicuramente qualche perplessità; vi capisco, del resto le avrei anche io, ma a scoprire una correlazione fra omosessualità e coronavirus 2019-nCoV non sono stata io, bensì il pastore Rick Wiles della Flowing Streams Church, in Florida. 

Questo esperto uomo di scienza ha creato una piattaforma di notizie, TruNews, nel cui nome c’è già il suo manifesto programmatico: “tru” sta per  “true”, cioè verità, il richiamo è ovviamente alla Verità evangelica. In questo sito il pastore ha affermato che la Cina meriterebbe di stare al centro di questa grande piaga che si sta abbattendo sul mondo con il coronavirus perché è “un governo comunista senza dio”, e i gay, deviazione sessuale, sarebbero causa stessa di questa “grande purga” che libererebbe il mondo dai peccati.

Ovviamente, questo inestimabile e potente baluardo di salvezza dei nostri tempi, trasposizione coeva della Dea Dike, ha l’accredito stampa ufficiale della Casa Bianca di Trump, ça va sans dire. Immagino la perplessità che suscitano queste affermazioni, ma del resto anche a casa nostra le teorie cospirazioniste su questo virus non sono mancate, e purtroppo nemmeno gli episodi di sinofobia. Per farsi un’idea basti leggere l’account twitter della professoressa di marketing dell’Università Cattolica di Milano, Lala Hu, in cui lei sta denunciando episodi di razzismo e atteggiamenti opinabili dei media. 

https://twitter.com/LalaHu9/status/1223209612750524417?s=20

Tutti questi comportamenti hanno la stessa radice: la paura. Di fronte all’ignoto, da secoli, le persone reagiscono esternando le loro più profonde fragilità, la concreta realizzazione del dipinto di Goya “Il sonno della ragione genera mostri”. La paura silenzia la ragione, privati di essa, diamo fondo ai nostri personali incubi. 

La psicosi

In questi giorni è in auge il termine “psicosi”, un “fenomeno di paura collettiva che si manifesta con reazioni esasperate o incontrollate”, ormai diventato come il pensiero a cui non bisogna pensare: più si dice psicosi, più le persone iniziano ad assumerne i comportamenti specifici. Addirittura siamo giunti ai cartelli nei bar di Roma per non far entrare persone cinesi “a causa delle misure di sicurezza nazionale” (opportunamente rimossi e condannati dalla sindaca Virginia Raggi); per non parlare dell’annullamento di tutti i festeggiamenti per il Capodanno cinese un po’ dappertutto. E infine, last but not least, c’è l’atteggiamento dell’ex ministro Salvini che nella sua macchina mediatica social – la celeberrima “Bestia”- si fa burattinaio dei mostri collettivi, ad ogni tweet e retweet.  

La nostra visione del reale

“La psicosi, la psicosi”, come il Bianconiglio di Lewis Carroll in “Alice e il paese delle meraviglie”, che grida “è tardi, è tardi” mentre corre all’impazzata; anche noi, ciechi e sordi, corriamo ai nostri opinabili ripari. Ma che cosa ci racconta di noi questo atteggiamento? 

Siamo fagocitati dalla nostra stessa paura, ogni notizia corrobora gli spettri della nostra più orrorifica Weltanschauung, rinchiusi nel nostro individuale condominio ballardiano invano annaspiamo. Ma è solamente paura. 

“Le paure non fanno che limitare le tue scelte e sfigurare la tua immagine della realtà. La paura di ammalarti determinerà una tua idea della natura, nella quale attacco e difesa ti appariranno fattori più importanti di quanto non siano realmente nel rapporto tra il tuo corpo e i virus”. Igor Sibaldi

Ogni giorno nelle pagine social di Lesbica Moderna appare l’almanacco del giorno: è il ricordo di un fatto accaduto in quella data riguardante il mondo lgbtq+. Ieri raccontava quanto successo nel liceo milanese “Leonardo Da Vinci”, a seguito di un’assemblea d’istituto su omosessualità, coming out e tematiche affini, del 30 gennaio 2018. Pochi giorni dopo è stato appeso un cartello dal titolo “Gay: c’è poco da essere pride – Come infettare il mondo con un mare di malattie legate ai comportamenti omosessuali” con l’elenco di tutte le malattie derivanti dal sesso omosessuale. Anche quella era paura. 

Le buone pratiche

Per uscire da questa spirale distorcente l’unica cosa che possiamo fare è risvegliarci da questo sonno della ragione. Iniziamo con l’informarci dalle fonti ufficiali: il sito del Ministero della Salute e il portale dell’Epidemiologia per la Sanità pubblica. Vi trovate le pagine specifiche in cui vengono esaminate le varie domande possibili, ci sono i numeri di riferimento e ogni nuovo sviluppo attendibile sul Coronavirus. Informarsi in maniera sicura e affidabile è possibile, viviamo nella società della comunicazione. Non siamo più all’epoca della Peste Nera descritta dal cronista italiano del XIV secolo, Agnolo di Tura:

“E non sonavano Campane, e non si piangeva persona, fusse di che danno si volesse, che quasi ogni persona aspettava la morte; e per sì fatto modo andava la cosa, che la gente non credeva, che nissuno ne rimanesse, e molti huomini credevano, e dicevano: questo è fine Mondo”.

Qui invece, l’unica cosa a cui possiamo metter fine, è la nostra paura!

Una nuova collaborazione a tinte arcobaleno della Politica Del Popolo, direttamente dal suo blog omonimo: l’Angolo Arcobaleno di Lesbica Moderna. Una rubrica lgbtq sulla realtà contemporanea.

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