Politica
Stefano Bonaccini: un modello comunicativo vincente
In campagna elettorale la comunicazione è tutto. L’architrave è una buona proposta politica, le colonne che la sorreggono hanno un nome preciso: comunicazione.

Fresco di rielezione alla presidenza della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini ha visto crescere di non poco la sua popolarità in poco tempo, sia grazie all’importanza data a queste elezioni dalla politica nazionale, sia per la strategia comunicativa efficace adottata dal candidato.

In un contesto politico in cui i modelli comunicativi dominanti appartengono prevalentemente ai populisti/sovranisti, è difficile pensare che un esponente politico del centro-sinistra sia stato tanto scaltro quanto i suoi “competitors” durante la campagna elettorale, considerando la poca inclinazione della sinistra attuale alle pratiche comunicative.
La prima nota degna di attenzione è la seguente: il candidato del centro-sinistra non è stato il candidato del Partito Democratico, ma il candidato della lista “Bonaccini Presidente“, appoggiata poi dagli altri partiti della coalizione. Ha incentrato la campagna sulla sua persona, distaccandosi a livello di immagine dal proprio partito, ultimamente oggetto di attacchi e critiche da parte di molti (spesso a causa di fake news). La sua principale avversaria Lucia Borgonzoni (Lega) ha sempre cercato di sottolineare, per puri scopi elettorali, il fatto che Bonaccini fosse del Partito Democratico e che avesse “vergogna” a presentarsi col suo partito, cercando di etichettarlo negativamente agli occhi degli elettori.

Entrando più nel concreto, la prima peculiarità che balza all’occhio è l’immagine di Bonaccini: look elegante e giovanile, taglio accurato della barba e montatura degli occhiali molto alla moda. Un “bel ragazzone” si direbbe. Questa attenzione al suo aspetto ha giovato al suo gradimento da parte degli elettori, soprattutto tra i più giovani. Questa empatia si è dilagata anche nel contatto con le persone tra i mercati, nelle aziende, nei bar e nelle strade emiliano-romagnole. Tutti gli incontri sono stati poi rilanciati rigorosamente sui social network , dove non è stato insolito vedere il candidato circondato sia da simpatiche nonne, che da giovanotti o da fanciulle.
Ogni mattina il candidato ha sempre pubblicato le tappe del proprio percorso giornaliero, ma prima di partire sempre una buona tazza di caffè, oppure una buona notizia sulla regione. Tutti elementi che gli facevano trasmettere positività, solarità ed entusiasmo.
Oltre alla sua immagine, è da analizzare anche il suo comportamento: educato, sicuro, determinato. Ha sempre risposto agli attacchi con dati, fatti, cose concrete insomma e non con slogan, colpi bassi e notizie false. Ha saputo dimostrare e trasmettere che in cinque anni del suo buon governo ha reso la sua regione una delle prime in Italia, competendo e talvolta superando Lombardia e Veneto, due delle colonne portanti del paese.
Alle parole ha fatto sempre seguire le prove di quanto detto, contrastando la demagogia, spesso accompagnata da “sparate” senza capo nè coda (es: “Salvini citofona”). Insomma, oltre che accuratezza fisica e bon ton, Bonaccini è sempre stato presente sul territorio della regione e sul territorio dei social network, estremamente determinante in campagna elettorale.
L’esempio di Bonaccini può essere una spinta al centro-sinistra a rinnovarsi e a preoccuparsi della comunicazione, recuperando il contatto con il popolo o rimarrà un semplice caso isolato di pesce fuor d’acqua?
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