Società
L’incomprensibile discorso di Diletta Leotta a Sanremo
Nella serata di apertura del 70° festival della canzone italiana, la giovane conduttrice sportiva si avventura in un discorso tanto incomprensibile quanto incoerente

Bella lo è davvero, e ciò non è in discussione. Prudente lo è di meno, a sentire ciò che ha raccontato in mondovisione. Diletta Leotta è una delle 10 co-conduttrici del 70° festival della canzone italiana, l’evento più nazional-popolare che ci possa essere in Italia in questo momento: quello più visto, con punte di share anche oltre il 50%. Proprio per questo, ogni parola che si spende su quel palco si carica di un peso non indifferente.
La bellezza estetica come unico centro di gravità del discorso
E’ normale che un personaggio dello spettacolo come Diletta Leotta parli di bellezza, meno il fatto che parli della sua bellezza. Aberrante se quello stesso personaggio si mette ad autoesaltare il suo lato estetico. Assurdo se si pensa infine che un simile discorso sia stato fatto sul palco dell’Ariston.
SMARRIMENTO – Purtroppo (per lei soprattutto) è andato proprio così: ascoltando i circa 6 minuti di intervento (qui il link al discorso: https://youtu.be/FdKVBXux0Jw) si rimane con una sensazione di disagio ed un senso di smarrimento. Diletta Leotta “utilizza” quei minuti importantissimi, in cui un personaggio pubblico dovrebbe dare il meglio si sé, parlando della propria bellezza e della bellezza di sua nonna… Scelta incomprensibile.

I punti toccati
Il monologo si apre riprendendo le parole di Amadeus, “Sei bellissima”, proseguendo poi con “Beh, bona ‘sta Leotta”, azzardando la lettura del pensiero di un ospite in sala. Nel mezzo, un rapido passaggio su “La bellezza capita, non è un merito”, che diventa però un merito subito dopo: “Sarei ipocrita se vi dicessi che il mio aspetto è solo un fattore secondario”. Sarà la prima di una serie di contraddizioni.
LA BELLEZZA COME VANTAGGIO – “Quando la bellezza capita vi devo dire che è un vantaggio, anche perché se no col cavolo che sarei qui, giusto?”. Punto. Non viene aggiunto altro. Certo che è un vantaggio, ma è una triste verità che riguarda soprattutto la sfera pubblica femminile. Però, il fatto che una giornalista non riesca ad aggiungere niente di più a questa amara verità, nulla che possa aiutare chi ascolta a comprendere il suo punto di vista su questo dato di fatto grave della società contemporanea, lascia quantomeno sorpresi.
IL DETTO SICILIANO E LA NONNA – “La bellezza è un peso che con il tempo ti può far inciampare se non la sai portare”. Rimane una frase al vento in un discorso privo di contenuti. E poi entra in scena la nonna, a dire di Leotta “ancora pazzesca” riferendosi alla sua bellezza. Poi però afferma che “inevitabilmente, piano piano, hai lasciato dietro di te la tua bellezza, che faceva girare la testa ad ogni uomo. Questo tempo alla fine fa lo sgambetto a tutti”. Il quadro che ne esce è confuso.

anche lei sembra essere perplessa
INVECCHIAMENTO ARTIFICIALE – Il momento più aberrante coincide con quello centrale dello “show” di Diletta Leotta: l’invecchiamento artificiale, stile “FaceApp”, della fotografia della giovane giornalista sportiva. Tanto irrealistico quanto inopportuno. Anche perché non si capisce dove Diletta voglia parare: vuole semplicemente far ridere il pubblico, oppure far passare un messaggio potenzialmente negativo (la vecchiaia è una brutta cosa)?
FELICITA’ – “Come sto?” il commento di Diletta, riferendosi alla sua foto piena di rughe, e prosegue: “Ma soprattutto, secondo voi, nel 2076 quando avrò praticamente l’età di mia nonna, sarò felice?”. La vera domanda da porsi è “Che cos’è la felicità per te, Diletta?”, domanda che nel discorso non trova risposta. “Il tempo passa per tutti, ma non passa per tutti allo stesso modo”. Il perché non ci è dato saperlo.

viene invecchiata di 56 anni
Un discorso incentrato soltanto su di sé
Diletta parla anche dell’importante lezione insegnatale dalla nonna: l’essere “diversamente bella”, anche se non si capisce cosa voglia dire, visto che non aggiunge altro a riguardo. Ritornando sulla sua immagine invecchiata, afferma che “a guardarmi così, con tutto questo tempo addosso, una cosa l’ho capita: io non ho paura”. Segue una pausa di attesa per degli applausi che non arrivano, poiché non si capisce su cosa si dovrebbe applaudire.
CONTRADDIZIONI CONTINUE – Il discorso si avvia al termine, ma non le contraddizioni. “Siccome io lo so che qua mi preferiscono ‘young’ e ‘blonde’, soffiami via di dosso tutto questo tempo; per favore, soffia!”, rivolgendosi alla nonna in platea. E qui il cerchio allucinogeno si chiude, l’immagine invecchiata nel maxi-schermo torna giovane e Diletta termina nel peggiore dei modi il suo intervento: “Meno male nonnina che mi hai fatto tornare così, altrimenti col cavolo che sarei qui!”. L’elemento più inquietante è costituito dall’espressione del suo volto mentre pronuncia quest’ultima amara sentenza: a metà tra compiacimento e disprezzo, che infligge il colpo di grazia ad un siparietto davvero poco dignitoso.
Le conclusioni
Tirando le (poche) fila, ciò che rimane dopo un monologo del genere è un senso di imbarazzo e disgusto: proprio lei, Diletta Leotta, viene a parlare a Sanremo della sua bellezza e di quella di sua nonna? Proprio lei ci dice che se una ragazza di 28 anni non avesse la sua bellezza non potrebbe camminare sul palco dell’Ariston? Proprio lei ci dice di non avere paura di invecchiare, ma prega la nonna di portarle via tutto quel tempo che, a suo dire, non le permetterebbe di essere ciò che è? Semplicemente spiazzante.
UNA PESSIMA FIGURA – Ancora più sorprendente è il fatto che nessuno l’abbia fermata prima, che nessuno le abbia consigliato di rivedere il suo intervento. E il messaggio trasmesso non è risultato per nulla incoraggiante, tanto meno educativo. Una pessima figura, soprattutto per lei ma anche per Sanremo.
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