Economia
L’economia italiana al tempo della pandemia
I 25 miliardi di deficit che verranno utilizzati dal Governo Italiano sono suddivisi in quattro blocchi ed hanno come destinatari principali famiglie,imprese e sanità.

Questa pandemia chiamata coronavirus non fa paura solo dal punto di vista umano e sanitario ma anche, e ovviamente, dal punto di vista economico.
Chiariamoci è una pandemia proprio perchè è un problema che riguarda tutti i Paesi, nessuno escluso e ciò che sta avvenendo in Italia è solo l’antipasto di ciò che succederà nel resto d’ Europa e nel mondo. Ovviamente essendo questo virus molto contagioso e non avendo (ancora) un vaccino pronto l’unica cosa che si può fare è cercare di contenerlo, non per la mortalità, ma per i problemi respiratori che crea e quindi l’inasprimento del sistema sanitario italiano che comporta.
A tutto ciò dobbiamo aggiungere che, come detto precedentemente, per evitare di portare il SSN al collasso il Governo italiano ha dovuto varare misure straordinarie limitando al massimo gli spostamenti delle persone e chiudere, temporaneamente, tutte le attività tranne farmacie, alimentari e fabbriche.
Ovviamente se da una parte tutto ciò limiterà il propagarsi del virus dall’altra l’impatto (in negativo) sulla nostra economia sarà importante. A tal proposito l’italia in accordo con la Ue ha stanziato 25 miliardi in deficit( in sostanza debiti che la generazione italiana futura pagherà) per sopperire ai contraccolpi economici dell’epidemia.
Questi 25 miliardi di euro, in termini di saldo netto da finanziare, sono 20 miliardi in termini di indebitamento netto: si tratta dell’1,1% del Prodotto interno lordo. La somma, ovviamente, non sarà utilizzata tutta nel primo decreto, che avrà la dotazione di circa la metà dei fondi stanziati, pari a 12 miliardi.
Ma a chi saranno destinati questi soldi? Il provvedimento sarà suddiviso in quattro step. Il primo step , con una dotazione di circa 2 miliardi, andrà a finanziare sanità, protezione civile e forze armate, fornendo personale, macchinari e strutture aggiuntive rispetto alla dotazione attuale per far fronte all’emergenza ( ricordiamo anche gli aiuti dalla Cina che ha inviato attrezzi e macchinari medici oltre che mascherine e un team di esperti con il plasma dei pazienti guariti).
Il secondo step (2 miliardi) riguarderà il lavoro in particolare con l’allargamento della cassa in deroga a tutto il territorio nazionale e a tutte le imprese che hanno dovuto sospendere l’attività o ridurla. All’ampliamento della cassa integrazione ordinaria con una procedura semplificata oltre al limite massimo consentito per 2 mesi. Altri 500 milioni andranno al Fondo di integrazione salariale, per tutte le aziende da 5 a 15 dipendenti.
Per gli stagionali del turismo e dello spettacolo non coperti dalla cassa in deroga, l’ipotesi è quella di potenziare strumenti esistenti come la disoccupazione stagionale per un costo di 400 milioni. Per gli autonomi invece la sospensione del pagamento delle ritenute e dei contributi, ma solo per i settori più colpiti.
Sul lato famiglia, invece, è previsto un congedo parentale dai 12 ai 15 giorni, utilizzabile da uno dei due genitori con bambini fino a 12 anni. Per chi ha invece figli disabili non ci saranno limiti d’età. L’indennità sarà commisurata al reddito: 30% del trattamento retributivo giornaliero per i redditi più alti; 80 o 100% per quelli più bassi. In alternativa, si potrà usufruire del voucher baby sitter da 600 euro. Per queste misure, lo stanziamento dovrebbe essere intorno ai 700 milioni di euro.
Come terzo step ( 3 miliardi) saranno destinati a famiglie e imprese. Alle imprese sarà garantita liquidità con una parziale garanzia statale a supporto delle banche. Mentre alle famiglie sarà garantita la sospensione del mutuo sulla prima casa per 18 mesi. Sarà inoltre rafforzato il Fondo garanzie per le piccole e medie imprese con un coinvolgimento di Cassa depositi e prestiti. Cdp ieri ha fatto sapere di aver incrementato da 1 a 7 miliardi il pacchetto a sostegno delle imprese già annunciato: per agevolare l’accesso al credito, il plafond di finanziamento alle banche è aumentato da 1 a 3 miliardi; per supportare export e internazionalizzazione, Sace ha investito ulteriori 4 miliardi di euro.
Come quarto step infine si valuta un pacchetto fiscale, in particolare uno stop ai versamenti di contribuiti e ritenute per le imprese, ma va deciso se focalizzarsi sul nazionale, sul turismo o sui trasporti. Ovviamente in questo ultimo canale va considerato anche la politica sugli investimenti da fare e sulle deroghe del codice degli appalti. (Nei prossimi articoli approfondiremo il ruolo della Bce e della Ue a sostegno dell’Europa e delle parole della Lagarde in merito e dei 550 miliardi che la Germania intenderà stanziare.)
Tutto è in evoluzione con l’obiettivo finale di uscire da questo incubo umano ed economico che mai avremmo potuto immaginare ad inizio anno.
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