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Il misterioso caso di Kim Jong-un: vivo o morto?
Operato al cuore il 12 aprile scorso, il leader nordcoreano ha fatto perdere le sue tracce. Non si sa più nulla di lui: potrebbe essere vivo, ma anche morto.
È noto a tutti che non ci si può aspettare chiarezza e trasparenza sulle notizie che provengono dal paese più top-secret del mondo, la Corea del Nord. Però quando la mancanza di informazioni riguarda il suo leader supremo, il dittatore Kim Jong-un, la cosa può lasciare un po’ disorientati. Ebbene, è proprio così: dalla sua operazione al cuore, che risale ormai al 12 aprile scorso, non si sa più nulla di ufficiale sulla figura che ha tenuto in apprensione gli Stati Uniti e il mondo intero nel recente passato. Potrebbe essere vivo, come anche già morto.
Una nazione fuori dal mondo
Kim Jong-un è l’ultimo discendente di una lunga dinastia di “uomini forti” che hanno guidato la Corea del Nord fin dalla sua nascita, nel 1948. Kim Il-sung fu il primo leader supremo del paese, che rimase in carica fino alla sua morte, nel 1994. A lui succedette il figlio Kim Jong-il, che detenne il potere per 17 anni. Nel 2011 lo Stato coreano passò nelle mani di Kim Jong-un, figlio di Kim Jong-il. In quell’anno, circa un milione di persone si radunarono nella capitale, Pyongyang, per ascoltare l’annuncio.
LA VITA IN UNA BOLLA – Secondo l’ultimo censimento, risalente al 2008, in Corea del Nord abitano circa 24 milioni di persone. I dati successivi sono solo stime. Ad oggi si sa pochissimo della vita nello stato coreano, e probabilmente la stessa popolazione nordcoreana sa pochissimo di cosa sta realmente succedendo in tutto il mondo. Infatti le persone in questo Stato vivono sotto una forma di dominio comunista, che controlla rigorosamente tutti gli aspetti della vita quotidiana.
CONTROLLO SULLA POPOLAZIONE – I nordcoreani non sono liberi di viaggiare fuori dalla propria nazione, ed è difficile per gli stranieri poter entrare in Corea del Nord. Tutto è sottoposto ad una rigidissima sorveglianza. Le televisioni e le radio sono tutte sintonizzate su canali statali e le persone sorprese ad ascoltare trasmissioni provenienti dall’esterno subiscono dure punizioni. Proprio per questo si teme che i cittadini di questo Stato possano avere poca o nessuna idea degli eventi mondiali o di come il loro Paese sia visto dal mondo esterno.
UNA MINACCIA NUCLEARE – Con un esercito di 1,21 milioni di unità, pari al 4,7% dell’intera popolazione, la Corea del Nord costituisce la quarta forza militare del mondo, dopo Cina, Stati Uniti e India. Inoltre possiede armi nucleari, e le sue esercitazioni con missili a lunga gittata hanno messo in agitazione il mondo. Nell’aprile 2018, il leader della Corea del Nord ha annunciato che il suo paese non avrebbe effettuato più test sulle armi nucleari. Ma ad oggi l’arsenale di ordigni atomici rimane incerto, stimato tra 15 e 60 bombe – comprese probabilmente quelle ad idrogeno. Lo Stato nordcoreano rimane quindi una potenziale minaccia per la sicurezza globale.

Dov’è finito il dittatore?
Il caso intorno al leader della Corea del Nord è iniziato il 21 aprile dal sito sudcoreano Daily NK, il quale annunciava che Kim Jong-un aveva subito un intervento chirurgico al cuore il 12 aprile. La Cnn ha affermato che l’intelligence americana possiede delle fonti secondo le quali lo stato di salute del dittatore è grave.
SPEDIZIONE CINESE – Venerdì 24 aprile l’agenzia Reuters diffonde la notizia che, secondo tre fonti provenienti da Pechino, il giorno prima – 23 aprile – sarebbe decollata una missione medico-politica cinese costituita da una équipe di 50 medici. Kim potrebbe essere malato o convalescente, in stato vegetativo o addirittura già morto.
ASSENZE PESANTI – Il leader nordcoreano nell’ultimo periodo è stato assente ad appuntamenti importanti, legati alla simbologia del suo regime: il 14 aprile per un test missilistico – cosa più unica che rara – e anche il giorno dopo, alla commemorazione per il 108° anniversario della nascita del nonno Kim Il-sung, da sempre il faro della Dinastia e fondatore del regime.
Nuovi scenari all’orizzonte
Nulla trapela dai mezzi di propaganda della dittatura. Questi ultimi sono gestiti dalla sorella minore del leader, Kim Yo-jong; potrebbe essere proprio lei a dover guidare la Corea del Nord nella fase di transizione nel caso di decesso di Kim. Ha 32 anni e dal 2018 è comparsa sempre alle spalle del fratello maggiore, agendo anche da inviata speciale in Corea del Sud.
SUCCESSIONE DINASTICA – Secondo quanto si conosce fino ad oggi, Kim Jong-un ha tre figli: il maggiore è un maschio e dovrebbe avere 10 anni. La sorella del dittatore potrebbe vedersi affidato proprio il compito di prendere sotto la sua ala il nipotino e garantire così la successione dinastica. Ma c’è un altro membro della famiglia che potrebbe assurgere a tale ruolo: Kim Pyong-il, lo zio del leader, ambasciatore in Europa da quarant’anni. Il tutto è ancora in fase di evoluzione, ma la sensazione è che prima o poi la verità definitiva sulle condizioni del leader verrà a galla. Non resta che aspettare.
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