Politica
Al lupo! E il lupo non esiste…
Patrizia Baffi, consigliere regionale di Italia Viva in Lombardia, è stata eletta come presidente della Commissione d’inchiesta sulla gestione dell’epidemia in territorio lombardo.

La nomina della Baffi è dovuta ai voti della maggioranza (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) e questo ha sollevato non poche polemiche. La commissione d’inchiesta è stata chiesta dalle opposizioni (Partito Democratico e Movimento 5 Stelle) e la consuetudine dice che questo incarico sarebbe dovuto essere assegnato ad uno dei membri della minoranza, in modo da indagare fino a fondo sull’operato della maggioranza riguardo l’emergenza. La polemica nasce perchè questa nomina, secondo le opposizioni, è volta a depotenziare le indagini della Commissione. Accuse forti quelle del PD e dei grillini. Jacopo Scandella, candidato del PD, ritiene che la maggioranza abbia scelto una figura “comoda”.
LOMBARDIA:
La Commissione d’inchiesta era stata voluta per via della pessima gestione dell’emergenza sanitaria del Covid-19 da parte del Presidente di regione Attilio Fontana (Lega) e dell’Assessore al welfare Giulio Gallera (Forza Italia). Questa richiesta è stata accolta anche dalla maggioranza. Per eleggere il Presidente era necessaria una maggioranza qualificata (40 voti) e l’opposizione ne possiede 30, dunque sarebbe stato determinante anche il peso della maggioranza.
Patrizia Baffi, 52enne cittadina di Codogno, ha svolto l’incarico di Consigliere comunale per poi essere eletta nel 2018 al Consiglio regionale. La sua figura in regione consta di un’opposizione “benevola”, non conflittuale, cooperativa nei confronti della maggioranza e del Presidente Fontana. Così, al momento della nomina del Presidente della commissione, si è candidata con un discorso di un quarto d’ora. Una candidatura un po’ inaspettata, dato che il candidato più plausibile e noto era Jacopo Scandella del PD. Nonostante la delusione della sua mancata elezione, Scandella non crede alle voci che dicono di un “patto romano” tra Renzi e Salvini.
ROMA:

Alla vista dei fatti, molti sostengono che l’astensione dei tre senatori di Italia Viva in Commissione immunità parlamentare abbia generato un ritorno di favore con la nomina della Baffi in Lombardia. Per il caso Open Arms, l’ex Ministro dell’Interno e leader della Lega, Matteo Salvini, rischia di essere processato per sequestro di persona. Per processarlo, bisogna passare dalla Commissione delle immunità parlamentari e poi dal Senato. Nel primo organo sono presenti 23 senatori: 13 hanno votato contro al permesso di indagare (opposizioni e due grillini), 7 a favore, 3 si sono astenuti (IV). Se i tre senatori renziani avessero votato pro, la situazione non sarebbe cambiata. Inoltre, hanno seguito l’iter dei altri processi precedenti, dove l’astensione in Commissione era stata la scelta, oltre che da IV, anche da PD e 5Stelle.
ACCUSE E DIFESE:
Jacopo Scandella sostiene che Patrizia Baffi non potrà fare molto perchè vincolata dai voti che hanno permesso la sua nomina e per la mancanza di un gruppo consigliare solido alle sue spalle. Lei si difende dicendo che la sua nomina non è dovuta a “giochi politici” e patti segreti: <<Semplicemente la mia persona è stata considerata un elemento di garanzia, una figura moderata che non ha mai utilizzato toni troppi faziosi.>> Sostiene anche che il leader del suo partito, Matteo Renzi, l’abbia telefonata per intimarla a pensare bene se accettare o meno questa carica. Ettore Rosato, invece, senza giri di parole ha scritto su Twitter che Patrizia Baffi: << sarebbe un’ottima Presidente della Comm Inchiesta sulla sanità lombarda, per competenza e per storia personale. Vergognosa strumentalizzazione da parte del pd che impone scelte nette. Invitiamo Patrizia a dimettersi. A noi le poltrone non servono, lasciamole al Pd. >>
Patrizia Baffi al momento sostiene che non rinuncerà all’incarico, nonostante le pressioni dei vertici del partito. Le viene chiesto cosa succederebbe se dovesse scegliere tra questa carica e il suo partito, lei risponde così: << Il ruolo istituzionale viene sempre prima. Io non c’entro niente con questo mondo qua. Perché mi dovrei piegare a questi giochetti di palazzo? >>
MALAFEDE O CASO?
Guardando così gli eventi, nelle menti di chi vede la politica come “malafede”, scaturisce il pensiero secondo cui ci sia stato un accordo tra Salvini e Renzi, che peraltro farebbe preoccupare ulteriormente gli iscritti stessi di Italia Viva. La politica è anche compromesso, nessuno lo nega, ma in questa vicenda bisogna considerare che l’astensione del voto di IV in Commissione immunità parlamentare non ha cambiato le sorti del voto sul processo a Salvini e questo è stato coerente con ciò che è stato fatto anche nel processo precedente. Sulla questione “romana” non ci possono essere dubbi. Su quanto avvenuto in Regione Lombardia, il fatto può essere più intrigante. Il centro-destra ha votato la Baffi perchè non di parte, mentre se fosse stato nominato uno del PD avrebbe fatto di tutto per mettere i bastoni tra le ruote?
La nomina della Baffi è stata una scelta simbolica per via del suo essere una cittadina di Codogno e di aver lavorato nelle RSA? Non ci resta che aspettare e vedere se verrà fatta chiarezza, nel mentre possiamo solo sperare ed augurare a Patrizia Baffi un lavoro di indagine giusto, pulito e imparziale. La Giunta regionale ha grossissime responsabilità riguardo la gestione dell’emergenza Covid-19 in Lombardia. I cittadini lombardi vogliono chiarezza e giustizia, chi ha sbagliato deve pagare o perlomeno deve dimettersi. In situazioni di emergenza si mostra la vera natura di un uomo: la competenza serve in casi come questi, non a parole.
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