I pensieri di una bionda rumorosa
La straordinarietà del gesto del Ministro Provenzano
L’articolo 3 della Costituzione italiana recita semplici parole. E il Ministro Provenzano lo sa bene, conosce quelle righe: un grazie per il gesto di oggi.

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
Recita queste semplici parole l’articolo 3 della Costituzione italiana. E il Ministro Giuseppe Provenzano lo sa bene, conosce perfettamente quelle poche righe: ha giurato sulla Costituzione il 5 settembre 2019 e, contrariamente ad altri politici e figure istituzionali che lo hanno preceduto, prende seriamente questo suo giuramento.
Così pochi giorni fa, domenica 7 giugno 2020, il Ministro Provenzano, invitato a partecipare al Convegno virtuale sul ruolo delle città intermedie nella ricostruzione dell’Italia dopo la pandemia, ha deciso di rifiutare l’invito al Convegno quando si è accorto che a presiedere la tavola rotonda erano stati invitati a disquisire illustri docenti universitari, sindaci e figure competenti in materia ma, come purtroppo spesso succede, nessuno di loro era una donna.
Un gesto semplice ma altamente simbolico quello del Ministro Provenzano, un uomo che vorremmo sempre al nostro fianco, un uomo capace di fare un passo indietro e di farsi da parte per affermare un principio: la parità fra uomini e donne.
Ed è da piccoli gesti come questi che possiamo cambiare la realtà circostante. Siamo stanche delle tante parole e promesse di cui si riempiono la bocca i politici sulla parità fra i generi: vogliamo concretezza come quella dimostrata da Giuseppe Provenzano.
In Italia abbiamo un divario di genere tra i più gravi e disastrosi al mondo. Secondo il World Economic Forum, per raggiungere la parità tra i sessi, ci vorranno altri 257 anni. E la politica, come espresso dal Ministro Provenzano, ha il compito di riconoscere i propri errori, di correggerli. Non bastano e non basteranno mai gli appelli, le raccolte firme, le lettere inviate per invocare una maggiore attenzione al tema della parità di genere e del coinvolgimento delle donne nei ruoli decisionali di questo paese. In Italia il gesto del Ministro Provenzano è stato visto come un qualcosa di straordinario, mentre, in altri luoghi, è un qualcosa che non avrebbe fatto alcun rumore: ma in Italia continuiamo ad esser vittime di una differenza geografica e culturale non indifferente. L’abitudine ad esser quasi sempre tra soli uomini fa diventare normale ciò che, invece, non lo è.
La disuguaglianza deve esser annullata per una questione non solo democratica, ma anche femminile e psicologica: le ragazze che assistono ad una conferenza di soli uomini si convinceranno che, per quanto competenti e preparate, saranno sempre sfavorite rispetto ai loro colleghi uomini e tutto ciò peserà, ovviamente, sulle scelte future e sulla visione di una realtà che, nel 2020, continua a punire e discriminare chi è nata donna.
Chi decide di far politica attivamente, come la sottoscritta, sa quanto sia difficile ritagliarsi uno spazio che, spesso, diventa territorio di conquista del politico di turno che piazza una sua figurina. E chi, come me, risulta invece poco gestibile agli occhi del Senatore o del Segretario regionale o provinciale di turno, si ritroverà ad esser isolata a causa di questa presa di posizione per le quote rosa. L’assenza delle donne nei ruoli apicali è segnale di deficit di democrazia, di giustizia.
Se il ruolo riproduttivo è biologicamente legato alla donna, l’accudimento successivo alla nascita è stabilito dalla cultura del popolo. Così, le donne, si ritrovano schiacciate dalla società, scoprendosi vittime e spesso perdenti, divise tra l’annullamento di se stesse e la rivendicazione della propria indipendenza economica e affermazione di se stesse. Queste disparità e questi stereotipi hanno e avranno una ricaduta su tutto l’arco di vita di una donna.
Ma poi, grazie a figure come il Ministro Provenzano, nasce una piccola fiamma di speranza e un piccolo raggio di sole entra nelle nostre vite: abbiamo bisogno di più gesti straordinari ed eclatanti come quello proposto dal nostro Ministro per il Sud e per la coesione territoriale, abbiamo bisogno di uomini simili e di donne che non abbassino mai la testa, capaci di distruggere queste catene, donne capaci di pretendere il potere, pretendere ruoli di responsabilità. Grazie Ministro, ha donato a me e alle innumerevoli donne che combattono questa battaglia, un motivo in più per continuare e non arrendersi.
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