I pensieri di una bionda rumorosa
La nuova Umbria medievale: la Giunta Tesei e la pillola RU486
C’era una volta l’Umbria medievale, con dame e cavalieri che ritenevano che eliminare il Day Hospital per l’aborto farmacologico fosse giusto… buon 2020.

Nella verde e medievale Umbria, pochi giorni fa, è stato fatto un salto temporale senza precedenti: il calendario del 2020 è stato sostituito con quello del 1420, le lancette sono tornate indietro e, con loro, anche i diritti delle donne di autodeterminazione. Nella finta cattolicissima Umbria leghista, quella dei rosari sovranisti, la giunta guidata da Donatella Tesei, nuova governatrice della Lega, si è deciso di accontentare Pillon discriminando tutte le donne che decidono di sottoporsi all’aborto farmacologico, eliminando il Day Hospital e obbligandole ad un inutile ricovero di tre giorni.
Il partito dei rosari, delle preghiere in televisione, delle finte libertà ha deciso, quindi, di combattere una guerra contro le donne, donne come la Governatrice Tesei che ha deliberato le “Linee di indirizzo per le attività sanitarie nella Fase 3” adattandole alle proprie convenienze politiche per la gioia di Pillon. Una mossa politica e propagandistica, una mossa che innesca una bomba ad orologeria contro l’intero popolo femminile: ecco la libertà al popolo promessa da Salvini, una libertà che mette in pericolo il diritto all’autodeterminazione delle donne, una libertà che va contro la richiesta della Società Italiana di ginecologia e ostetricia che aveva chiesto, in piena pandemia, di favorire l’uso della pillola RU486 per evitare di affollare le strutture sanitarie.
Tutto ciò, ovviamente, ha innescato una serie di controffensive e mosse da parte delle associazioni e dei partiti del centro sinistra che ritengono la decisione fuori da ogni logica. L’UDI, l’unione donne italiane, ha già pianificato le azioni da mettere in campo, insieme ad altre associazioni, per contrastare la delibera: il divieto del day hospital rende più difficile e carica di ostacoli la pratica in questione, rendendo la scelta personale non più libera. Questa inutile e stupida imposizione potrebbe spingere molte donne a rinunciare all’aborto farmacologico, anche per paura del contagio da Covid-19. L’Italia, già fanalino di coda in Europa per l’uso della Pillola abortiva e per i diritti sessuali e riproduttivi, aggiunge un altro tassello ad un’incomprensibile questione che rischia di sottoporre le donne a delle procedure lunghe e dolorose e che, oltretutto, violano il diritto alla riservatezza che, soprattutto in questo caso, dovrebbe esser fondamentale.
Donatella Tesei ha, quindi, seguito i consigli di Pillon, rivolgendo la propria attenzione ad un problema inesistente, problema che, però, da sempre, come ben sapete, risulta essere una delle fobie leghiste che sognerebbero di abolire l’aborto per intero, di abolire un diritto fondamentale per l’autodeterminazione della donna: si dimostrano, ancora una volta, dei finti cattolicissimi.
Il trauma che queste donne saranno costrette a vivere sarà estremamente pesante: per alcune donne prolungare questa agonia sarà completamente distruttiva.
Ho vissuto sulla pelle di alcune amiche le emozioni che si provano in quei giorni: dai pianti disperati dovuti ad una scelta difficile al senso di colpa, dal trovare una soluzione al trovare una scusa, dal rimpianto alla negazione del problema. I tre giorni di ricovero per tutte le donne umbre, quindi, non andranno di sicuro a salvaguardare le donne e le loro decisioni: l’interruzione di gravidanza si trasformerà in una pratica di dominio pubblico, una pratica da giustificare, da motivare nel dettaglio. I tre giorni di ricovero si trasformano in una sorta di colpa da espiare nell’etica retrograda dei fan del Family Act e tutto ciò accade in una regione già fortemente in difficoltà sull’argomento aborto: il 66% dei medici sono obiettori di coscienza e questo ha contribuito, negli anni, ad un calo negli aborti.
Un accanimento contro le donne, contro l’intero sistema sanitario che, in questo modo, si troverà a dover affrontare un evidente aggravio dei costi oltre all’intasamento degli ospedali.
Ma a Donatella Tesei e alla sua giunta tutto ciò non importa: ha riportato le lancette della storia ai tempi in cui veniva negato il diritto all’autodeterminazione della donna e tutto ciò, permettetemi, mette i brividi. Per cui buongiorno Umbria: è il 16 giugno 1420. Spero che il Medioevo, per voi, finisca presto e che, alle prossime elezioni, sappiate scegliere in maniera diversa.
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