Con ogni sua nota ci ha fatto sognare ed emozionare, per descriverlo non bastano nè le parole nè le note. Quelle stesse note attraverso cui rivivrà il maestro Ennio Morricone ancora una volta.
Ennio Morricone è morto a 91 anni. A dare la notizia per primo è stato il direttore del Tg5 Clemente J Mimun con un tweet. La causa del decesso è stata la frattura di un femore, conseguenza di una caduta avvenuta nella sua casa romana. Il premio Oscar, grande musicista, compositore e autore di alcune delle colonne sonore più famose del cinema italiano e mondiale, ha scritto nel suo testamento “di non voler disturbare” chiedendo esplicitamente che i funerali si organizzino in forma privata “nel rispetto del sentimento di umiltà che ha sempre ispirato gli atti della sua esistenza.”
I messaggi di
cordoglio per la scomparsa del maestro sono arrivati immediati e numerosi dal
mondo della politica a quello della musica e della cultura.
“La scomparsa di Ennio Morricone ci priva di un
artista insigne e geniale” ha affermato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Musicista
insieme raffinato e popolare, ha lasciato un’impronta profonda nella storia
musicale del secondo Novecento. Attraverso le sue colonne sonore ha contribuito
grandemente a diffondere e rafforzare il prestigio dell’Italia nel mondo.
Desidero far giungere alla famiglia del Maestro il mio profondo cordoglio e
sentimenti di affettuosa vicinanza”, ha concluso Mattarella.
Ricorderemo sempre, con infinita riconoscenza, il genio artistico del Maestro #EnnioMorricone. Ci ha fatto sognare, emozionare, riflettere, scrivendo note memorabili che rimarranno indelebili nella storia della musica e del cinema pic.twitter.com/SNGmJjfJ2H
“Ricorderemo sempre, con infinita riconoscenza,
il genio artistico del Maestro Ennio Morricone. Ci ha fatto sognare,
emozionare, riflettere, scrivendo note memorabili che rimarranno indelebili
nella storia della musica e del cinema”. Lo scrive su Twitter il presidente
del Consiglio Giuseppe Conte.
L’Oscar alla carriera a 78 anni è stato il compimento
di un percorso meraviglioso che lo ha
portato a diventare tra i massimi esperti di musica realizzata soprattutto per
il cinema. Autore della colonna sonora di film pluripremiati tra cui Per un
pugno di dollari, Mission, C’era una volta in America e Nuovo
cinema Paradiso, senza dimenticare I pugni in tasca (Marco Bellocchio, 1965), La battaglia di Algeri (Gillo Pontecorvo, 1966) o il vagabondare di Totò
in Uccellacci e uccellini (Pier
Paolo Pasolini, 1966).
In onore dello strumento che aveva
studiato da giovane, la tromba, Morricone scrisse uno dei brani più suggestivi
della colonna sonora di Per un pugno di dollari (Sergio Leone,
1964). All’epoca usò lo pseudonimo di Dan Savio, ma dopo questo western
all’italiana si avviò a diventare (con il suo vero nome) uno dei più
prestigiosi compositori di musica da film del mondo.
Morricone, nato a Roma il 10 novembre 1928, prese il diploma al Conservatorio di Santa Cecilia, specializzandosi in tromba, composizione, strumentazione, direzione di banda e musica corale. Maestro d’orchestra, componente del gruppo sperimentale Nuova Consonanza, debuttò nel cinema con il film di Luciano Salce Il federale (1961), mentre stava per imporsi come arrangiatore delle più famose canzoni italiane dei primi anni 60 (suoi gli arrangiamenti di tutti i successi di Gianni Morandi o di Mina Se telefonando).
Innovativo nelle sue composizioni,
inimitabile nelle sue interpretazioni, figura di riferimento per tutti gli
appassionati di musica e cinema, Morricone ha avuto per primo l’intuizione che
la voce umana potesse conciliare con i suoni della natura, oltre che con strumenti
che fino a quel momento non venivano utilizzati per le colonne sonore.
Dopo aver formato con Sergio Leone un
fortunato sodalizio artistico (avevano frequentato un anno di elementare
assieme ma si ritrovarono anni dopo), se ne crearono poi degli altri come
quello con Giuseppe Tornatore (fu anche
grazie alla straordinaria colonna sonora che Nuovo cinema Paradiso agguantò
l’Oscar ormai trent’anni fa). Nel corso della sua carriera ha scritto musica
per molti e importanti registi stranieri da Terrence Malick a Brian De Palma.
Dopo aver ricevuto due nomination
agli Oscar per Mission (Roland Joffe, 1986) e Gli intoccabili (Brian De Palma, 1989) finalmente ottenne l’Oscar alla
carriera nel 2007. L’incontro con Quentin Tarantino e la
creazione della colonna sonora per The hateful Eight,
gli fecero conquistare il Golden Globe e l’Oscar nel 2016, nove anni dopo
quello alla carriera proprio a dimostrazione della sua grande vitalità
artistica. Morricone ha vinto anche tre Grammy Award, tre Golden Globe, sei
Bafta, dieci David di Donatello, undici Nastri d’argento, due European Film
Awards, un Leone d’Oro alla carriera e un Polar Music Prize e ha venduto
inoltre più di 70 milioni di dischi, tra colonne sonore per il cinema e opere
ha composto per più di 500 titoli.
Morricone è stato insignito da Mattarella del titolo di Cavaliere di Gran Croce
dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. L’ultimo riconoscimento risale
allo scorso 5 giugno quando gli è stato consegnato il Premio Principessa delle
Asturie per le arti 2020 (che ha condiviso con il compositore statunitense John
Williams, 88 anni), massima onorificenza che fa capo all’omonima fondazione
presieduta dai reali spagnoli.
Credeva nel prossimo, immaginava il futuro, creava, componeva, sognava, non si fermava neanche per un istante e non si arrendeva alla barbarie. Emozionanti le sue parole quando, interrogato da un giornalista in merito alla composizione della “Voce dei sommersi”, spiegò quali sensazioni lo avessero spinto a farlo: “La disperazione che costringe queste persone a fuggire e a non fermarsi neppure davanti al rischio di morire. Tutte le tragedie di Lampedusa sono mute, nessuno ce le ha raccontate. Abbiamo visto le bare, ma sappiamo poco o nulla della vita di questi profughi che arrivano dalla costa libica, tunisina o egiziana e che, a loro volta, sono fuggiti da guerre, persecuzioni e sofferenze in altri paesi. All’inizio volevo chiamarlo “cantico” dei sommersi. Ma chi è morto non può cantare, dobbiamo onorarne la memoria. È una musica che ho cominciato a sentire quando ho visto la croce di legno. Una musica molto triste, che vuole restituire almeno per un attimo la voce a tutti coloro che giacciono in fondo al mare Mediterraneo, a tutte le vittime di queste tragedie dell’immigrazione”.
Ennio Morricone, anche in punto di morte, non poteva non coronare la sua vita con l’ennesimo colpo da Maestro, riuscendo a scrivere da solo il suo necrologio. Le sue ultime parole sono commoventi: “Per ultima Maria (ma non ultima). A lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare. A Lei il più doloroso addio”, scrive Morricone dedicando le sue ultime parole alla moglie Maria Trava.
Mi chiamo Jacopo, ho 23 anni e vivo a Roma, città in cui sono nato e cresciuto. Sono uno studente di Scienze Politiche all'Università La Sapienza di Roma. Sono un appassionato di politica, di comunicazione e di giornalismo. Mi piace parlare di giovani, ambiente ed attualità. Oltre a collaborare con alcune testate, lavoro tra i corridoi di Camera e Senato. Inoltre, mi occupo di comunicazione al Ministero dello Sviluppo Economico. Sono il vicepresidente di Green Atlas, un'associazione che opera sul sociale e si batte per il verde. Sono attualmente il vice direttore della nuova piattaforma web di Save The Children, Change The Future. Sono più che convinto che i giovani cambieranno il mondo. Studio ed elaboro strategie. Colleziono libri.
“Trasmettere il sentimento per cambiare l’esistente” è la frase che più mi rappresenta.
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