Cronaca
Libertà per Patrick Zaky
«Cari, sto bene e in buona salute, spero che anche voi siate al sicuro e stiate bene. Famiglia, amici, amici di lavoro e dell’università di Bologna, mi mancate tanto, più di quanto io possa esprimere in poche parole»

«Un giorno sarò libero e tornerò alla normalità, e ancora meglio di prima» questo un passaggio della lettera di Patrick spedita dal carcere di Tora, in Egitto, alla famiglia, parole di speranza e di rassicurazione sulla sua salute e condizione psico-fisica.
Lo studente 29enne egiziano, iscritto a un Master all’Università di Bologna, venne rapito tra la notte del 7 e dell’8 Febbraio scorso ed è in carcere da più di 150 giorni. La prossima udienza per il rinnovo, o meno, della detenzione dovrebbe essere fissata per il 12 Luglio, salvo ulteriori rinvii che si sono succeduti in questi mesi a causa dell’emergenza sanitaria per il Covid-19.
Pochi giorni fa, l’Egitto ha annunciato la grazia per circa 530 detenuti proprio per alleggerire le carceri, già in serio sovraffollamento, e Amnesty ha chiesto al Governo Italiano una presa di posizione forte e delle pressioni doverose affinché si riesca a far uscire anche Patrick.
«Cari, sto bene e in buona salute, spero che anche voi siate al sicuro e stiate bene. Famiglia, amici, amici di lavoro e dell’università di Bologna, mi mancate tanto, più di quanto io possa esprimere in poche parole»
Ricordiamo che Patrick, dopo essere stato bendato e torturato nel corso dei primi interrogatori a seguito dell’arresto forzato, è stato posto in detenzione preventiva e indagato per minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento a manifestazione illegale, sovversione, diffusione di notizie false e propaganda per il terrorismo, tramite un mandato di cattura emesso nel Settembre 2019 quando era già in Italia. Patrick rischia l’ergastolo che in Egitto è automaticamente commutato in 25 anni di carcere. La famiglia è riuscita a vederlo per l’ultima volta il 9 Marzo.
Continueremo a darvi sue notizie.
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