Cronaca
DA MUSEO A MOSCHEA: la basilica di Santa Sofia trasformata in moschea da Erdogan
Ecco perché la conversione in moschea della basilica di Santa Sofia non è una mossa di carattere religioso ma una mossa politica.

Erdogan, presidente della Turchia, ha intenzione di riconvertire la Basilica di Santa Sofia in una moschea. Questa mossa più politica che religiosa ha smosso gli animi delle altre chiese attive sul territorio turco. La riconversione della basilica sposterebbe il suo controllo verso la Direzione degli affari religiosi turchi.
È una questione importante e simbolica, Erdogan riporta al centro del dibattito politico la religione in un paese che per più di un secolo si è riconosciuto come laico. Per l’opposizione questa riconversione è servita ad Erdogan per distogliere l’attenzione dalla perdita di consensi del suo partito. Come una mossa per riprendere il controllo della sua città. Per mostrare di essere ancora il capo di Istanbul nonostante la sconfitta elettorale.
La basilica di Santa Sofia fu inaugurata nel 537 sotto l’imperatore cattolico Giustiniano. Successivamente fu trasformata in una moschea dagli Ottomani nel 1437 quando conquistarono Costantinopoli ribattezzandola Istanbul. Nel 1937 fu riconvertita in un museo dal padre fondatore della Turchia Moderna, Mustafa Kemal Ataturk.
Nell’immaginario collettivo del cristianesimo ortodosso l’ex cattedrale di Santa Sofia continua ad essere vista come il simbolo della cristianità. Un luogo così santo ed iconico che non potrà mai essere considerato realmente perduto.
Il 12 Luglio 2020 il Papa durante l’angelus ha rivolto una preghiera a Istanbul mostrandosi molto addolorato. Per il Papa e per la chiesa cattolica la decisione di riconvertire la basilica di Santa Sofia equivale ad un segno di chiusura da parte della Turchia. Questa decisione presa senza preavviso e discussione con l’Unesco creerà incertezza e sfiducia minando gli sforzi fatti per riunire persone di fede diversa al tavolo del dialogo.
Il consiglio dei ministri dell’Ue condanna la decisione presa dal presidente turco. “Questa decisione inevitabilmente fomenterà la sfiducia e rinnoverà le divisioni fra le comunità religiose, e comprometterà i nostri sforzi per il dialogo e la cooperazione”. In Consiglio Ue, ha continuato l’Alto Rappresentante, “C’è stato un ampio sostegno per un appello alle autorità turche affinché riconsiderino urgentemente e modifichino questa decisione”.
Anche la chiesa ortodossa russa non ha accolto bene la decisione della riconversione definendola “Una inaccettabile violazione della libertà religiosa” poi successivamente ha espresso rammarico per la presa di posizione del Consiglio di Stato turco.

Erdogan invece invoca la “sovranità nazionale” e assicura che le porte di Santa Sofia saranno comunque aperte a tutti e annuncia che con la trasformazione in moschea la basilica potrà essere visitata da ancora più persone.
Il patriarca cristiano ortodosso di Costantinopoli, Bartolomeo I, ha ricordato come “la trasformazione di Santa Sofia, per la sua sacralità, centro vitale in cui Oriente e Occidente si incontrano, dividerebbe questi due mondi, ancor più in un momento in cui l’umanità, afflitta e sofferente per la pandemia mortale del nuovo coronavirus, ha bisogno di unità e di un orientamento comune”. Per Bartolomeo, “il museo Santa Sofia può funzionare come luogo e simbolo di incontro, dialogo e coesistenza pacifica dei popoli e delle culture, comprensione reciproca e solidarietà tra cristiani e islamici”.
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