Società
Amore e Psiche
Libertà o controllo? Sei tu a scegliere. Perdere il controllo della mente analitica, sorridendo a ciò che ci accade è sintomo di libertà.

“È spaventoso pensare che l’uomo abbia un lato oscuro, un’ombra costituita non solo da piccole debolezze, ma soprattutto da una parte nera e cupa con dinamismi fortemente demoniaci. L’individuo raramente ne sa nulla, perché lui (…) rifiuta di andare così ‘oltre’ ciò che pensa sia se stesso.” Le parole di Jung risuonano ogni inconscio che sta leggendo questa frase. Come diceva il filosofo Nietzsche: “Se guardi a lungo l’abisso, l’abisso guarderà te.” Ma il secondo problema è la mente, che come dice la parola, mente; e cerca sempre di scappare, là dove vede quel pozzo buio.
Testa o cuore? Inutile porsi questo quesito, visto che la maggior parte delle volte nemmeno siamo consci da quale parte abbiamo deciso di stare, anzi già schematizzare le nostre azioni con questa domanda, è già giocare insieme a essa. La sensazione leggendo queste parole che ora emergerà è di dispersione, come normale che sia e la domanda che sorge spontanea è:<< Allora cosa devo fare?>>. Piccola domanda ma molto complessa. Quando stiamo male, sentiamo il suo brusio, quando stiamo bene pure, … sempre. E spegnerla è una azione liberatoria molto complessa se non ci si conosce.
La mente cerca sempre di ammortizzarci, ma vedere le cose da un’altra prospettiva, rispetto la mente ordinaria, riflessa nel nostro “IO” sempre spaventato, è già un passo per sfuggire dalle sbarre. Un evento travolgente come un tradimento o un litigio ecc … visto da un altra prospettiva diventa una opportunità, se non ci si incarna nel ruolo della vittima, che la mente ci proietta come unica cosa giusta. Più una persona scappa da queste esperienze emotive racchiudendosi nella sua mente, ammortizzando la carica vitale di ciò, più questi aventi si presenteranno in maniera sempre più aggressiva, per essere affrontati, finché non trovi il coraggio di voltarti a esso.

Il gioco della nostra mente spaventata è sempre lo stesso, un circolo vizioso che gira nel nostro inconscio. Parte dalla nostra bambina/o che abbiamo dentro, ovvero tutto ciò che riguarda il nostro vittimismo, la nostra zona comfort , dipendenze ecc… Fino a passare al “SUPER IO”, scambiato per la nostra parte “matura” invece è solo la proiezione di uno dei due nostri genitori, al quale rappresenta il nostro giudice, volto a massacrarci, non a formarci. Questo è un classico schema inconscio volto ad ammortizzare l’evento che ha scatenato il corpo di dolore. La soluzione? Osservare e accettare, col fine di uscire da questo schema che ci imprigiona nella stagnazione della mente. Ma per osservare bisogna conoscersi.
Jung diceva : “tutto quello che neghi ti sottomette, tutto quello che accetti ti trasforma.”
Gli eventi che generano la mente hanno sempre una duplicità, bene e male, giusto o sbagliato… molto spesso gli eventi li creiamo, a seguito alle paure che abbiamo, ovviamente non ne siamo consci. L’arte manipolativa della mente è molto forte, ma sta a noi decidere cosa fare. Perdere il controllo è per i coraggiosi, andare oltre la mente analitica, nell’estasi, quello spazio dove i poeti hanno grandi visioni, dove gli scienziati hanno intuizioni, senza bene o male, senza il controllo. L’amore ci porta sempre alla meta in cui noi dobbiamo andare, sta a noi ascoltare l’essenza della sua guida, senza giusto o sbagliato.
Oltre la mente c’è sempre quella piccola luce, il problema è andare oltre il condizionamento, arrivare al rinunciare il controllo sugli eventi è la libertà, questo lo rappresenta per esempio il mito: “amore e psiche“.

Psiche è una bellissima fanciulla amata dal più bello degli Dei: amore. Amore gli concede tutto ciò che vuole, durante il giorno, quindi lei vive in questa onda di prosperità infinita. Durante la notte invece la ama, però solo al buio, perché gli ha imposto la condizione che lei non lo potrà mai vedere. Psiche è fortunatissima ad averlo con se, ma gli manca una cosa, la consapevolezza, non può vederlo. Così psiche si convince che deve vederlo a tutti i costi, ma per vederlo deve separarsi da lui e così viene spinta a essere condizionata dalla mente che nella favola è rappresentata dalle sorelle, che gli infliggono incertezze, “ma sei sicura che sia un dio e se fosse che è un demonio, se no perché non si è fatto vedere mai?”, “tu lo devi vedere..” La mente è così ha sempre bisogno di una dimostrazione. Così psiche mentre lui gli sta dormendo affianco accende un lume e vede che è vero, lui è il più bello degli dei, capisce la sua immensa fortuna, ma qui una goccia d’olio cade sul corpo di amore, amore si sveglia, capisce che lei lo ha tradito e in quel momento cade un velo che virtualmente li separa. In quel momento psiche sognerà una vita molto dura. Finché il velo cadrà e li troverà la libertà insieme ad amore. Perché l’amore vince la morte.
Nonostante la loro separazione amore continuava a chiamarla, la chiamava a se perché l’amore chiama sempre a se, insieme a tutti gli eventi della nostra vita, tutti i partner che possiamo incontrare o non incontrare, attraverso tutti i lavori che possiamo fare o non fare attraverso tutte le esperienze della nostra vita. L’amore è in tutte le avventure della nostra vita. La mente cerca di creare sempre un frastuono, in mezzo al quale psiche non è più riuscita a sentire la voce di amore. Noi ci precludiamo in silenzio, per la paura, ma essa da solo caos, scappare per ammortizzare il dolore, per paura del vuoto della solitudine è un cane che si morde la coda. Psiche ha sentito amore, che la chiamava solo stando nel vuoto.
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