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Politica

Ivan Scalfarotto:”Vorrei che la politica iniziasse ad ascoltare e a dare risposte ai cittadini “

L’on. Scalfarotto:”Ho l’impressione che in Puglia la politica, durante questi anni, ha puntato di più ad allargare le proprie reti di consenso invece che a dare una visione strategica alla regione.”

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A settembre si voterà per le elezioni regionali in sette Regioni su cui nei prossimi articoli cercheremo di mettere una lente di ingrandimento. Abbiamo deciso di partire dalla Puglia dove a fronteggiarsi saranno: il governatore uscente Michele Emiliano in corsa per un secondo mandato, il centrodestra con l’ex governatore Raffaele Fitto, Antonella Laricchia del Movimento 5 Stelle e Ivan Scalfarotto sostenuto da Italia Viva, Azione e +Europa. Secondo lo stesso Scalfarotto l’esigenza primaria in Puglia è l’ascolto, dato che negli ultimi anni i cittadini non sono riusciti a trovare un’interlocuzione con le istituzioni.

Non solo: Ivan ci mostra anche il quadro di una Puglia in cui il governatore uscente ha puntato molto di più a smantellare l’operato del suo predecessore, Nichi Vendola anziché concentrarsi in piani strategici sulla sanità, sull’agricoltura, sul turismo, sulla cultura… Proprio la sanità è il settore che in tutti questi anni è stato più trascurato e a cui bisognerebbe dare un cambiamento profondo.

  • Con la sua candidatura è riuscito a riunire Italia Viva, Azione e Più Europa. Qual è il cambiamento che vuole portare in Puglia?

Io vorrei una politica più partecipata invece di una politica che sembra voler solamente allargare i propri spazi di potere. Nella vita politica pugliese le persone passano indifferentemente dalla destra alla sinistra, le nomine sembrano fatte più sulla base di posizionamenti tattici che di convinzioni e ideali. Per esempio la regione Puglia negli ultimi 5 anni non ha avuto un assessore alla sanità e né uno all’agricoltura, una scelta dettata più dal controllo del potere che a dare una direzione a due settori come la sanità e l’agricoltura che sono fondamentali per la Puglia. Bisogna ripartire e un elemento che ci fa riflettere è quello della doppia preferenza di genere.

Ogni volta che si tenta di introdurre degli elementi di rinnovamento nel ceto politico pugliese ci si rende conto che è praticamente impossibile. La politica pugliese sembra molto bloccata e io credo che bisogna favorire un’apertura. Quello che manca di più è l’ascolto: durante la campagna elettorale le persone mi dicono che spesso non trovano interlocutori, non trovano un ascolto da parte delle istituzioni. Per me la politica deve per prima cosa ripartire dal basso e iniziare a fornire delle risposte.

  • Molti in questi giorni vi hanno accusato di fare campagna elettorale per la destra… lei cosa risponde?

La mia storia personale e politica risponde da sola. Io sto facendo politica per una Puglia che senza la mia candidatura sarebbe assente dalla scheda elettorale. Prima della mia candidatura, i tre candidati principali rappresentavano tre sfumature del populismo: c’era il populismo antieuropeista, sovranista di Fitto; c’era il populismo della decrescita antiscientifica, contro i vaccini, contro lo sviluppo del Movimento 5 Stelle e poi c’era quello che Emiliano stesso definisce “il populismo istituzionale“. Si nota l’assenza della Puglia più pragmatica, più operosa, più intraprendente, la Puglia che tutte le mattine va a lavorare, quella della gente che si fa onore nell’università, nella ricerca e che è abituata a relazionarsi con il mondo. Quindi per non ridurre tutto a una battaglia tra destra e populisti, era importante che ci fosse una proposta più europeista, non antiscientifica, non anti-imprenditoriale… Io faccio campagna per una proposta politica che secondo me mancava e che ha il diritto di essere presente nel dibattito politico pugliese.

  • Qual è la sua marcia in più rispetto ad Emiliano ?

Non voglio paragonarmi ad Emiliano, posso parlare per me. Credo di essere una persona il cui percorso politico è molto lineare, rappresento una sinistra liberal democratica, europeista. Ho fatto le mie battaglie e credo nella partecipazione. Una differenza? Emiliano rappresenta una leadership carismatica, individuale io invece penso che la politica sia un po’ come un’orchestra dove non è il direttore d’orchestra a suonare gli strumenti ma lui deve fare in modo che il suono, prodotto da tutti gli strumenti, sia armonico. Penso che il presidente della regione deve essere una persona che è circondata da collaboratori e che garantisce l’armonia del lavoro che le persone intorno a lui fanno.

  • Negli ultimi anni con Emiliano la Puglia ha fatto un balzo in avanti dal punto di vista culturale, tecnologico e turistico. Quali sono state, secondo lei le criticità di questi anni?

Guardi, io penso che la Puglia abbia avuto un grande rilancio nei dieci anni del governo Vendola e lì credo che ci sia stata una grande innovazione, un vero e proprio salto di qualità. Credo inoltre che una parte del lavoro di Emiliano in questi 5 anni sia stata quella di smantellare il lavoro di Vendola. Trovo che dire che ci siano stati 15 anni di buon governo in Puglia sia un’esagerazione perché i dieci anni di Vendola sono una cosa, i cinque di Emiliano sono tutto il contrario.

  • Lo slogan della sua campagna elettorale è “Stavolta Scalfarotto” quali sono le misure alternative che vorrebbe adottare?

Vorrei che la politica iniziasse a dare risposte ai cittadini. Per esempio per quanto riguarda la sanità: la medicina del territorio deve essere molto rafforzata perché ovviamente, avendo dei vincoli economici da rispettare, non possiamo più pensare di avere un ospedale ad ogni angolo di strada. Bisogna fare una sorta di rivoluzione copernicana: rimettere il paziente al centro e fare in modo che i servizi siano sempre più efficienti. Dal punto di vista ambientale fare un lavoro serio, è necessario anche sostenere le imprese nel loro lavoro e non entrare in una logica di sussidi come il reddito di cittadinanza, dobbiamo mettere al primo posto la creazione di posti di lavoro.

Bisogna anche coordinare il lavoro sul turismo che è stato lasciato a sé stesso: per cui abbiamo zone bellissime della regione che non vengono sfruttate adeguatamente e per questo basterebbe anche stilare dei modelli organizzativi che altri Paesi utilizzano. Bisognerebbe in campo economico portare i capitali in Puglia per sviluppare l’economia, lavorando a fianco degli imprenditori… Ci sono moltissime cose da fare e inoltre io penso che la nostra regione non abbia mai avuto una direzione sulla cultura, sull’ambiente. In questi 5 anni non c’è stata alcuna visione strategica e quindi ci sono molte cosa da migliorare.

Noi siamo per esempio una delle regioni che investe meno in borse per i medici specializzandi e quindi abbiamo tantissimi cosiddetti “camici grigi” che non possono lavorare negli ospedali, gli ospedali sono privi di specialisti e abbiamo interi reparti che chiudono, capita che magari c’è soltanto un pediatra in tutto il reparto di pediatria di una città importante.

Ho l’impressione che la politica in questi anni ha puntato di più ad allargare le proprie reti di consenso invece che a dare una visione strategica alla regione.

  • Per quanto riguarda la sanità pugliese, quali sono le criticità ?

La sanità in Puglia, ovviamente non hai mai avuto qualcuno che la guidasse perché il Presidente se ne occupava nel tempo libero dato che era lui l’assessore alla sanità e nel contempo doveva fare l’assessore all’agricoltura. I pugliesi continuano a viaggiare per andarsi a curare: noi spendiamo circa 600 milioni all’anno di mobilità passiva, i tempi di attesa per una visita specialistica sono lunghissimi, si sono chiusi molti ospedali senza rafforzare i servizi sul territorio. La sanità è la prima cosa su cui dobbiamo lavorare perché rappresenta più di tre quarti del bilancio della regione e quindi ci vuole sopratutto una grande capacità che in questi anni non si è vista nonostante il grande lavoro dei medici, degli infermieri, del personale medico che hanno fatto degli sforzi eroici. Però è chiaro che se manca una strategia il sacrificio individuale di chi lavora negli ospedali, nella sanità non è sufficiente.

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Direttore e fondatore del sito, scrivo per dare voce a chi non la può fare arrivare lontano. Viaggio ma di confini non ne ho mai visto uno, credo che esistano solamente nella mente di alcune persone.

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