Sport
Gli eSports ai tempi della pandemia
I videogiochi sono sempre di più una forma di intrattenimento digitale molto diffuso, ancora di più al tempo del Coronavirus. Che ruolo hanno avuto gli eSports durante il lockdown?

L’avvento della pandemia da Covid-19 ha costretto milioni di persone nel mondo a rimanere chiuse in casa, usufruendo del tempo a disposizione per dedicarsi ad attività e hobby non abituali nel contesto delle consuete e frenetiche routine giornaliere.
È in questo periodo che gli eSports hanno avuto ancora più seguito, contribuendo anche a mantenere, virtualmente, i rapporti sociali.
Il business degli eSports

Il mercato dei videogiochi si sta rivelando in continua espansione, superando le già floride previsioni di qualche tempo fa. Nel periodo del lockdown, per molti, giocare ai videogames è divenuto un appuntamento fisso, e non più occasionale, come quando, invece, il tempo da dedicare a queste avvincenti competizioni virtuali doveva essere ricavato fra mille altri impegni.
Secondo un report risalente ad aprile 2020 di Newzoo, una delle aziende leader di approfondimenti ed analisi sul mercato dei videogiochi, il business videoludico nel mondo, che comprende giochi per mobile, PC e console, ha conseguito importanti risultati positivi.
Le stime calcolano che alla fine del 2020 l’intero settore raggiungerà 159 miliardi di dollari in ricavi, con il 77,2 miliardi di dollari per il mercato dei mobile games, mentre il comparto dei videogiochi per le console conterà 45,2 miliardi di dollari, ed infine i videogames per PC prevedono introiti per “soli” 36,9 miliardi.
La stima di crescita prevede, entro il 2023, ulteriori incrementi con introiti fino a circa 200 miliardi di dollari e 3 miliardi di giocatori nel mondo, di cui una percentuale originaria dei paesi del sud-est asiatico, fra i quali Vietnam, Malesia e Filippine, e considerati futuri mercati redditizi e in espansione.
Oltre al sopracitato sud-est asiatico, i mercati nordamericani ed europei saranno, e lo sono già, i protagonisti del gaming.
Gli eSports più amati in Italia
YouGov, una delle società più importanti di ricerche di mercato a livello globale, partner dell’Osservatorio Italiano Esports (OIES), ha raccolto dei dati sull’attività dei videogiocatori italiani nel periodo dei mesi a cavallo del lockdown.
Da questa ricerca sugli eSports emerge che il 65% dei players sono uomini di età tra i 18 e i 34 anni e che il 95% dei giocatori segue con costanza gli sport tradizionali, come il calcio con il 60% delle preferenze e il tennis con 36%. Il 30% dei giovani players italiani è coinvolto, oltre che nei panni di giocatore, anche nel ruolo di spettatore di partite giocate da altri utenti.
YouGov ha stilato una classifica dei 10 eSports più giocati dagli italiani durante il lockdown, riportandone percentuali in crescita rispetto ai mesi precedenti alla pandemia. Con il 41%, il primo posto spetta a FIFA, che è subito seguito da Call of Duty, 33%. Il podio è completato dal gioco di calcio antagonista di FIFA, PES, con il 31%, che si piazza così in terza posizione.
Il quarto e quinto posto sono occupati rispettivamente dai videogames di motori Gran Turismo e MotoGP. Le ultime 5 posizioni della classifica vanno, in ordine decrescente, a Battlefield e a NBA 2K con entrambi il 24%, Fortnite 23% ed infine Formula 1, che come Tekken registra il 22%.
Quindi, come emerso dalla ricerca di YouGov, gli italiani, oltre a seguire lo sport tradizionale, risultano essere interessati all’intrattenimento digitale con videogiochi a tema sportivo, come ad esempio FIFA, PES, Gran Turismo, MotoGP, NBA 2K e Formula 1, che si trovano nella top 10 dei titoli più giocati. Nonostante ciò, gli appassionati dei giochi virtuali scelgono anche altri generi, come Battlefield, Street Fighter, Rocket League e League of Legends.
Quando il gaming diventa solidale

Nel periodo di quarantena, a causa del Covid-19, come tutto lo sport, anche il mondo calcistico si è fermato. Per limitare la nostalgia del pallone, a tifosi ed appassionati di calcio, sono stati organizzati numerosi tornei virtuali di beneficenza, come “United per l’Italia” e “Gamers Without Borders”.
L’evento “United per l’Italia” è la sfida virtuale tra le star del calcio, andata in onda lo scorso aprile su Sky Sport, un’occasione solidale con obiettivo benefico e anche un’opportunità di svago e divertimento, seguendo i propri beniamini.
Alla sfida eSports hanno partecipato numerosi campioni del calcio, Totti, Materazzi e Immobile, tanto per citarne alcuni, i quali hanno aderito all’iniziativa virtuale promossa da Sky Italia, per contribuire alla raccolta fondi #IoRestoACasa, a beneficio della Protezione Civile, per far fronte all’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus.
Per il medesimo scopo benefico, si è svolto dal 5 al 7 giugno scorso, il torneo di FIFA 20 “Gamers Without Borders”, organizzato da SAFEIS (Saudi Arabian Federation for Electronic and Intellectual Sports) che ha devoluto circa 10 milioni di dollari per fini filantropici a famosi enti internazionali, come GAVI, UNICEF, Direct Relief, International Medical Corps, King Salman Humanitarian Aid and Relief Center, Norwegian Refugee Council e International Telecommunications Union.
L’evento virtuale, trasmesso in live sulle piattaforme di Twitch, YouTube, Facebook e Huya, ha avuto come protagonisti i cinque celebri calciatori Paulo Dybala, João Félix, Andrè Silva, Trent Alexander-Arnold, Dele Alli e il famoso cantante britannico pop Liam Payne. Gli eSports risultano essere sempre più raffinati e stanno avendo sempre più successo grazie alla loro popolarità. Quali saranno le novità che l’universo del gaming ci riserverà?
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