Cittadini
Giovani e innovazione, il Sud come reagisce?
Ultimamente l’attenzione è puntata al riscatto economico e sociale del Sud ma da dove si può partire? Un punto di partenza è la produzione di grano duro, ovvero “l’oro giallo”.

Negli ultimi anni risulta essere di primaria importanza il riscatto economico e sociale del Mezzogiorno. Un meridione sporcato dal sangue di vittime innocenti di mafia, da abusivismo e speculazione edilizia, ma anche il sogno di tanti giovani che cercano di affermare la propria voglia di fare rinascere e poter vivere nella terra in cui si è concepiti.
Sulla base di tale desiderio diffuso tra i millennials, non si può non considerare l’enorme ricchezza che il Sud possiede, ma che ancora risultata penalizzata, nonostante le battaglie dei più giovani e non solo. Infatti ponendo l’attenzione sulla produzione di grano duro, comunemente conosciuto come ” oro giallo” per la sua importanza economica e alimentare , si può notare come la Puglia sia il principale produttore italiano di grano duro, con 343.300 ettari coltivati e 9.430.000 quintali prodotto e nella sola provincia di Foggia la superficie coltivata a frumento duro è pari a 240.000 ettari. Situato nel nord della Puglia, è la più vasta pianura d’Italia dopo la Pianura Padana
Il Tavoliere delle Puglie è un territorio pianeggiante ed è diviso in due aree geografiche più o meno distinte: l’alto Tavoliere e il basso Tavoliere. La suddivisione è resa necessaria in seguito alle differenze geomorfologiche che caratterizzano le due zone.

Ma, nonostante le potenzialità, le ricchezze e la voglia di rimboccarsi le maniche degli agricoltori pugliesi, dei giovani imprenditori, si può constatare tristemente come ,al tempo stesso, sia anche la Regione che ne importa in maggiori quantità tanto da rappresentare un quarto del totale del valore degli arrivi di prodotti agroalimentari nella regione, denuncia Coldiretti Puglia.
Ciò significa vanificare ogni sforzo, ogni goccia di sudore di chi, pur di poter garantire una sicurezza economica in famiglia, decide comunque di portare a termine l’intero ciclo di produzione e raccolto di grano duro. Molte volte queste operazioni hanno un prezzo maggiore rispetto al guadagno derivante dal prodotto stesso, causando la chiusura del bilancio in negativo.
Inoltre, agenti atmosferici avversi non garantisco una raccolta proficua, infierendo ulteriormente sulle tasche di chi decide di investire in questo importante settore . Infatti nell’ anno corrente si è registrato il calo della produzione di almeno il 20% rispetto all’anno scorso.
Ma a peggiorare la situazione, per gli imprenditori e produttori agricoli, si aggiunge indubbiamente l’ingente importazione di grano proveniente dall’estero, che arriva ai porti di Bari e Manfredonia , creando un’ enorme speculazione nel mercato. È schizzato del 51% l’import di grano canadese nei primi 3 mesi del 2020 rispetto al 2019; infatti, dal 24 giugno fino al 30 di luglio, il grano duro ha perso 3,50 euro sul costo al quintale.

Le produzioni di grano prodotte all’estero non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale vigenti nel nostro Paese; ad esempio il grano duro canadese viene trattato con l’erbicida glifosato in preraccolta, secondo modalità vietate sul territorio nazionale dove la maturazione avviene con la luce solare. Il glifosfato è una sostanza considerata potenzialmente cancerogena e che da anni è al centro del dibattito per la sua tossicità.
Alla perdita economica e di posti di lavoro si aggiunge il rischio ambientale – denuncia Coldiretti Puglia – in un Paese che con l’ultima generazione ha perso oltre un quarto della terra coltivata per colpa dell’abbandono, della cementificazione e delle speculazioni che sottopagano i prodotti agricoli.
Tutto ciò, principalmente, ricade sulla volontà e voglia di fare della Generazione Z, scoraggiata da un mercato non vantaggioso. Infatti, eseguendo l’ analisi “costi-benefici“, ci si rende conto dell’ elevato rischio a cui si va incontro. Realizzare una startup, che si traduce in posti di lavoro e innovazione, legata a questo settore, nella maggior parte dei casi, risulta semplicemente un desiderio utopistico.
Le nuove generazioni hanno bisogno di certezze, di una base solida sulla quale poter investire e iniziare il proprio percorso lavorativo, senza temere che il giorno successivo tutto sia vanificato da una concorrenza sleale e quindi da una speculazione di mercato.
Le leve del futuro, che sollevano il mondo in positivo, sono i giovani e l’impegno della generazione precedente nel lasciare una robusta e solida leva per permettere tutto questo.
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