Cittadini
Narcisismo Vs Vuoto
Abbandonare il senso di debolezza, voltarsi alla resa, travolto nel buio rappresenta l’inizio della libertà verso una crescita concreta.

Bimbi o adulti? La mente analitica è una prigione della vera essenza, manipolata dalla paura e dalle costrizioni sociali che la influenzano. Tanto che si fatica a conoscersi. Chiediti:”chi sono io? Cosa mi piace? “Si fa fatica a rispondere… Dentro di noi c’è però sempre una piccola fanciulla o fanciullo che crede di essere grande, quando in realtà è solo un’ essere insicuro travolto dagli eventi. Questa costante apparizione nasconde il vero essere.
Cadere nel vuoto più totale è una paura di massa, alla quale si scappa inconsciamente, ma perché? Cosa si ha paura di trovare? L’adulto la accetta rimane lì e lo ascolta, invece il bambino si crea delle fantasie pur di scappare, si aggrappa a tutto o addirittura a tutti, ma purtroppo non ne è conscio. L’ombra che ci rappresenta così viene seppellita e ritrovarla è difficile per quanto essenziale per immergerci nella consapevolezza.
La libertà invece è riuscire a completarsi da soli senza scappare, perché altrimenti siamo vuoti, non abbiamo nulla da dare quindi scatterà il meccanismo di “chiedere” agli altri di colmare quel vuoto. Si passa nel vuoto quando si è immersi nel vero dolore, non ascoltando la nostra mente, costruita dalla nostra bambina/o interiore, che anch’essa è controllata dal super ego. E’ un circolo vizioso, vittimismo, zona comfort… per seguire poi con il super ego.
L’Ombra

Cos’è l’ombra? Quella parte che che noi tutti rifiutiamo, perché è in contrasto con la nostra morale, ovvero quello che ci è stato insegnato dai genitori e dalla società. Ed è accettando le nostre parti irrisolte, regressive che queste parti possono esserci utili per il nostro processo di crescita. Stando lì nel vuoto di queste emozioni, non ascoltando il nostro ego, la nostra mente scimmia, ascoltando noi attraversando il buio che ci abita, riusciremo a risalire.
Ma è qui che la nostra ferita narcisistica sfocia nella nostra vita. Spesso si manifesta dopo la fine di una relazione importante o dopo una rottura di qualcosa che ha perseguito negli anni. Caderci dentro è come dare da bere del latte alla nostra infantilità, finché non arriverà un’altro evento pronto a svegliarci. Ma più scappiamo e tendiamo ad avere il controllo, più la nostra evoluzione tarderà.
Il vuoto

Franco Censi, nella sua pagina “viaggiatori del vuoto”, ha scritto:
“C’è una relazione diretta tra il vuoto come mancanza e la così detta “ferita narcisistica”, al punto che se non si sviluppa la capacità di stare vulnerabili nel vuoto deficitario è impossibile affrontare direttamente la conseguenza più dolorosa e insopportabile della perdita della nostra vera identità e natura. Passaggio obbligatorio per andare oltre la dimensione esistenziale basata sulle compensazione…”
La vulnerabilità è una cosa che il nostro ego non può accettare:da qui la ferita narcisistica parte in quarta. Ma dietro a tutte quelle lodi, quel finto potere, amori ideali… che un ferito può falsificare, c’è una grande falsa stima e questa si manifesta per compensare quel vuoto.
Si è consapevoli di stare nel vuoto solo quando si è nel buio, col fine di conoscerci, abbandonando la ricerca di andare sempre altrove. La libertà si ha quando cerchiamo di andare oltre. Andare oltre è sinonimo di crescita, perché andando oltre vedi tutte le paure, ferite dall’alto, seduto su un “trono”, hai tu il potere di amarti e di conseguenza non essere più in balia degli aventi. Cogliere il vuoto è un sintomo di consapevolezza, ma è il passo più semplice, il difficile sta nel viverlo. Esso si ferma prima sulla sensazione di mancanza, la mente egoica cerca da qui ogni di uscita pur di eliminarlo e così avviene la compensazione, dove non si è mai completamente felici o completamente tristi. Accettando questo fallimento si apriranno le porte del vuoto.
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