Cultura
Musk presenta Neuralink
Il progresso è una macchina inarrestabile: ancora una volta a far parlare di sé è Elon Musk, imprenditore statunitense, con il lancio del progetto Neuralink

Dopo aver portato uomini nello spazio coi suoi missili e le sue astronavi, dopo aver lanciato sul mercato auto elettriche che presto, promette, saranno senza pilota, e dopo aver in progetto di scavare tunnel sotterranei e farci spostare ad altissima velocità dentro capsule-pallottola sparate nei tubi pneumatici dell’Hyperloop, adesso il visionario Elon Musk ha in progetto di entrare nel cervello umano grazie ai sensori di Neuralink, la società d’intelligenza artificiale applicata alla medicina da lui fondata quattro anni fa a San Francisco.
Ma come? E per fare cosa?
Pochi giorni fa ha presentato, nella sede di Neuralink, un chip che ha le dimensioni e lo spessore di una moneta ( 23 mm di diametro per 8 mm di spessore) e che è già pronto per essere installato nella scatola cranica di un essere umano.
Per ora siamo alle sperimentazioni con gli animali: in particolare Musk ha mostrato dei maiali che hanno da due mesi i sensori nel cervello ed altri ai quali la piattaforma Neuralink è stata impiantata e poi rimossa.
Questo chip è dotato di fili ultra sottili, che possono essere impiantati nel cervello da un robot, è un chip wireless grazie alla tecnologia bluetooth e si ricarica di notte. Il robot sarà capace di eseguire in meno di un’ora e senza anestesia totale l’intera operazione di collocamento dei sensori nella corteccia cerebrale. Ha ammesso anche che i costi dell’intervento e dell’apparecchio inizialmente saranno elevati, ma lui spera di abbassarli rapidamente fino a poche migliaia di dollari, come un intervento Lasik di chirurgia laser.
Questa tecnologia, che spera di poter lanciare entro pochi anni, dovrebbe in primo luogo ridare l’uso delle gambe a chi è paralizzato:
«La rottura della colonna vertebrale interrompe la trasmissione del segnale elettrico dal cervello al resto del corpo. Noi lo ripristineremo con due piattaforme Neuralink: una nel cervello e l’altra subito sotto la frattura, per far arrivare agli arti gli impulsi elettrici che non possono più passare per la spina dorsale»,
ha spiegato Musk; esso avrà diversi obiettivi, come: la cura delle patologie cerebrali e della colonna vertebrale, la cura della cecità, della perdita di memoria (Alzheimer), dell’insonnia, delle dipendenze, perfino dell’ansia.
E non è finita: egli ha in mente qualcosa di ancor più ambizioso: la simbiosi tra uomo e macchina. Il potenziamento delle capacità cerebrali dell’individuo per evitare che venga scavalcato da un’intelligenza artificiale sempre più potente e capace di sopravanzare quella umana.
Chiaramente ci vorrà molto tempo e questo Musk lo sa bene: l’evento trasmesso in streaming serviva soprattutto a reclutare menti giovani e brillanti quali ingegneri informatici, elettrici e meccanici, esperti di robotica capaci di ampliare e perfezionare il software di Neuralink: una compagnia che oggi ha 100 dipendenti, ma che il suo fondatore intende trasformare in un gigante da 10 mila addetti.
Quella di Musk non è ovviamente una corsa in solitaria. Molte aziende infatti stanno lavorando al controllo del pensiero dai computer e sono in fase di sviluppo diverse interfacce cervello-macchina. Facebook ad esempio sta finanziando un progetto per tradurre l’attività cerebrale in parole, tramite algoritmi, per dare voce a persone mute a causa di malattie neuro-degenerative.
Ma la start-up di Elon ha già chiesto e ottenuto dalla Food and Drug Administration una sorta di corsia preferenziale: il riconoscimento dello straordinario valore del suo progetto. Potrà procedere speditamente, evitando ritardi burocratici, ma senza salti nel buio. Consapevole di muoversi in un terreno delicatissimo, Musk ha promesso che rispetterà tutti i severi standard di sicurezza della FDA. Siamo pronti a scommettere del successo anche di questo progetto?
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