Economia
JP Morgan boccia lo smart working
Secondo Bloomberg è emerso un modello preoccupante quando la maggior parte dei dipendenti di JPMorgan Chase & Co. è stata impiegata da casa.

Un modello preoccupante è emerso quando la maggior parte dei dipendenti di JPMorgan Chase & Co. è stata impiegata da casa per arginare la diffusione di Covid-19: la produttività è diminuita – scrive Bloomberg.
La produttività è particolarmente colpita, in negativo, in due giorni specifici della settimana: il lunedì e il venerdì. Secondo i risultati discussi dal CEO Jamie Dimon in un incontro privato con gli analisti di Keefe, Bruyette & Woods. Questo, insieme alla preoccupazione che il lavoro a distanza non possa sostituire l’interazione organica, è parte del motivo per cui la più grande banca statunitense sta sollecitando un maggior numero di lavoratori a tornare negli uffici nelle prossime settimane.
La banca ha notato il calo di produttività tra i dipendenti in generale, non solo quelli più giovani, ha chiarito il portavoce di JPMorgan Michael Fusco in una dichiarazione inviata via e-mail, aggiungendo che i lavoratori più giovani potrebbero essere svantaggiati da opportunità di apprendimento perse non essendo in ufficio.
I risultati di JPMorgan forniscono un punto di riferimento nel dibattito sul fatto che i dipendenti si comportino bene sia al tavolo della cucina che sul posto di lavoro, mostrando che il lavoro a distanza prolungato potrebbe non essere tutto quello che è stato rappresentato, almeno per alcune funzioni di lavoro. Mentre gli studi pre-pandemici hanno rilevato che i lavoratori a distanza sono efficienti quanto quelli negli uffici,si sono sollevati interrogativi su come i dipendenti si comporterebbero in caso di isolamento obbligatorio.
La settimana scorsa JPMorgan ha detto ai suoi dipendenti più anziani delle vendite e del commerciale che sarebbero stati obbligati a tornare nei loro uffici entro il 21 settembre, la mossa più forte mai fatta da una banca statunitense per ripristinare i propri posti di lavoro. Anche i lavoratori di altre funzioni sono stati incoraggiati a tornare, fino a una capacità massima di capienza del 50% a New York.
Nel complesso, “Dimon pensa che un ritorno in ufficio sarà un bene per i giovani impiegati e per promuovere idee creative“, ha scritto Kleinhanzl.

Il pensiero sullo smart working del CEO di Jp Morgan non è il solo, anzi fa seguito a numerose bocciature avvenute in precedente da parte di altri CEO di grandi società quali:
- Netflix: “Non vedo nulla di positivo. Non potersi incontrare di persona, soprattutto a livello internazionale, è un puro negativo”. dice Reed Hastings
- Apple: “In tutta franchezza, non è come stare insieme fisicamente. E quindi non vedo l’ora che tutti possano tornare in ufficio. Non credo che torneremo come prima perché abbiamo scoperto che ci sono alcune cose che funzionano davvero bene virtualmente” Tim Cook
- Chef Robotics: “Abbiamo provato… non è la stessa cosa. Non si può ottenere la stessa qualità di lavoro”. Rajat Bhageria
- Stifel Financial Corp: “Mi preoccupa il fatto che in qualche modo si possa in qualche modo credere di poter prendere i ragazzi del college, metterli davanti a Zoom, e pensare che tra tre anni, saranno in ogni caso produttivi come se avessero avuto l’interazione personale [del lavoro negli uffici] ” Ronald J. Kruszewski
- Waste Management Inc: “La maggior parte di noi non è un eremita… Abbiamo bisogno di questa interazione sociale, non solo dal punto di vista del business, ma anche dal punto di vista dello sviluppo personale” Jim Fish
- 3D Carbon Inc: “Quello che mi preoccupa di più è l’innovazione. L’innovazione è difficile da programmare, è impossibile da programmare” Ellen Kullman
Insomma lo smart working è bello finchè dura poco secondo molti.
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