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Politica

Che accadrà alla politica italiana dopo il Conte 2? Scenari di un futuro incerto

Cosa accadrà nello scenario politico dopo la pandemia? Tante domande senza risposta ma guardiamo i fatti e vediamo gli scenari possibili.

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Cosa accadrà nello scenario politico italiano post Covid-19? La domanda è più complessa di quanto sembri. Lo scenario delineato dalle ultime Elezioni Europee, tenutesi nel maggio 2019, causa politicamente percepibile della caduta del governo giallo-verde o Conte uno, mostrava in maniera inequivocabile uno spostamento del gradimento dell’elettorato italiano verso un ala politica, sicuramente collocabile nel genus della destra sovranista ma marcatamente caratterizzata da pericolosi e molto spesso falsi, toni propagandistici.

  • Lega e Fratelli d’italia ,i due partiti che generalmente rappresentano quella Destra in Italia, riuscivano in quel Maggio, a portare a casa un risultato che andava complessivamente oltre il 40% dei consensi.
  • Il Movimento 5 stelle reduce da quel 33% delle politiche del Marzo 2018, lasciava sul campo quasi 15 punti percentuali, perdendo in poco più di 14 mesi, sei milioni di voti.
  • Le forze moderate, europeiste e di centrosinistra risultavano però le vere sconfitte di quella competizione.

Complessivamente avevamo una situazione molto stagnante che vedeva da un lato l’area del governo giallo verde, complessivamente molto forte, seppur con un evidente ribaltamento del peso contrattuale tra le forze di maggioranza, dovuto agli esiti delle Elezioni Europee e dall’altro lato una opposizione molto debole e quasi rassegnata.

La crisi di agosto e l’opportunismo politico

Questo scenario salta in maniera repentina in quel “caldo” Agosto 2019. Tra l’8 e il 10 agosto 2019, tra un salto a Palazzo Chigi e uno al Papeete Beach, Matteo Salvini, segretario della Lega , annunciava la fine del governo giallo-verde, “troppo immobilismo” dirà lui, tutti in realtà avevamo ben presente la vera ragione di quella crisi, riassumibile in una sola espressione “Opportunismo politico “.

Furono settimane di fuoco segnate da polemiche e accuse reciproche, una battaglia quotidiana tra grillini e leghisti.Al di sopra delle due parti, Giuseppe Conte , che rompendo il silenzio annunciava di voler fare delle dovute comunicazioni in merito alla crisi, al Parlamento.

Ora, tutti ricordiamo quel 20 agosto 2019.

Penso sia una delle date più importanti di questa legislatura e direi, forse,per il futuro della politica italiana. Giuseppe Conte con tono serio, sobrio, pacato e con uno stile direi quasi unico, “massacrava” in diretta nazionale, con la sola forza della ragione e delle parole, Matteo Salvini , che silente si limitava a fare solo qualche faccina.

La svolta di Matteo Renzi e Carlo Calenda

MATTEO RENZI E CARLO CALENDA

Da quel giorno Giuseppe Conte inevitabilmente assumeva le vesti di un vero uomo politico, di un leader. Quando parlo della “svolta di Agosto” prendetemi sul serio, perché di svolta si trattò. L’impulso del silente ma astuto senatore di Firenze Matteo Renzi da un lato e la sponda data dai grillini dall’altro, davano vita a quell’accordo giallo-rosso dal quale sarebbe automaticamente derivato quel governo che passerà alla Storia come Conte bis.

Un accordo molto travagliato da una parte e dall’altra. Elettorati molto distanti, idee e progetti diversi, un passato di accuse reciproche, questa era la realtà con cui era necessario fare i conti, prima di fare un governo. Nonostante tutto, giorno 5 settembre 2019 prestava solenne giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica, il nuovo esecutivo guidato dallo stesso Giuseppe Conte, sostenuto da una maggioranza molto insolita, composta da M5S, PD, LEU e MAIE.

Da qui in poi i risvolti politici più intriganti. Carlo Calenda alto esponente del PD, insieme a Matteo Richetti, senatore del PD, dichiaravano senza troppi indugi di voler lasciare il partito, per costruire un’alternativa più credibile, che da lì a poco avrebbe assunto il nome di AZIONE .

Anche l’astuto senatore di Firenze Matteo Renzi, lasciava, direi con toni anche “satisfattori”, il PD per creare “un’alternativa riformista ed europeista” che prenderà poi il nome di ITALIA VIVA .

Questo lo schema oggi :

-Nel centrosinistra, 5 partiti diversi, in buoni ma talvolta “frizzanti” rapporti, con 2 dei 5 partiti, Azione e + Europa, convintamente all’opposizione del governo giallo-rosso. Il Partito democratico orientato verso un accordo strutturale con il M5S, non riesce a trovare l’appoggio dei renziani, fortemente critici su un accordo duraturo con i grillini.

-Nel centrodestra , la sopraffazione dell’ala sovranista sull’ala moderata sembra essere più attenuata, collocandosi la prima intorno al 35/36% dei consensi, (lega +fdi) inutili per governare. Interessante accertare però, come da alcuni mesi quasi tutti gli Istituti di sondaggistica, vedano il partito di Giorgia Meloni , in ottima salute, con un trend che cresce di settimana in settimana e di contro un incredibile decremento dei consensi per la Lega, oggi intorno al 24%.

-Il Movimento 5 stelle dopo aver convocato per Novembre i suoi “Stati generali” si trova di fronte ad un bivio :alleanza strutturale con il PD, proposta sostenuta da molti BIG del governo oppure corsa autonoma alle elezioni, proposta sostenuta da altri importanti esponenti del Movimento come Alessandro di battista e Barbara lezzi.

Di fronte ad un accordo sulla legge elettorale ormai fin troppo chiaro, improntato su un sistema palesemente orientato verso il proporzionale con soglia di sbarramento al 5% e dopo la riforma costituzionale che ha previsto il taglio dei parlamentari, lo scenario futuro della politica italiana, sulla base del reale peso di tutti i partiti e direi anche dei protagonisti che la costituiscono, appare molto intrigante.

Se consideriamo il peso dei partiti, il recente sondaggio di SWG ci parla di una faticosa ma concreta vittoria delle destre, nonostante il calo avvertito in casa leghista. La Lega si attesterebbe intorno al 24%, FDI intorno al 16% e Fi al 5,9%.Nel centrosinistra, nell’area del governo: il PD al 20,5%, Leu al 3,5% e IV al 3%; fuori dall’area del governo, l’interessante crescita di Azione di Carlo Calenda che va al 3,1%.Il M5S si attesterebbe complessivamente intorno al 15,5%. Seguendo queste indicazioni avremmo un centrodestra intorno al 46% e un’area di governo intorno al 42,5%, con Azione che potrebbe fare la differenza.

L’incognita chiamata Giuseppe Conte

Ci sono però tre importanti elementi che dobbiamo considerare per valutare i risvolti politici dei prossimi anni:

-Giuseppe Conte che risulta essere oggi e certamente con un riflesso per il futuro, un vero punto di riferimento per buona parte dell’elettorato italiano. Secondo IPSOS , nonostante Conte sia premier ormai da più di 2 anni, anche se con due maggioranze diametralmente opposte e nonostante le difficoltà riscontrate nel guidare un Paese in preda alla Pandemia , il suo gradimento oggi si attesterebbe intorno al 60/62% (dato che deve far riflettere).

Come verranno spesi dal governo i fondi del Next Generation EU : circa 209 miliardi che se spesi bene e quindi in investimenti per la scuola e la ricerca, digitalizzazione di un Paese ancora troppo digitalmente diseguale, rilancio dell’economia con una seria riforma del fisco da un lato e lo sblocco di opere in tutto il territorio nazionale dall’altro, potranno  incidere  molto sulle tendenze elettorali, in senso sicuramente positivo per le forze di governo, cosa che non accadrebbe invece in caso contrario, aprendo così  la strada senza troppi ostacoli ad una stra-vittoria delle forze della attuale opposizione. 

l’atteggiamento da qui ai prossimi due anni di Azione e del M5S verso un’ipotesi di “nuovo centrosinistra”. Decisione che appare ancora molto incerta per i Calendiani di alta fascia ma avvertita un po’ di più da chi vive il partito nel territorio, stando anche al reale peso del partito e alle future e quasi scontate regole elettorali.  

In casa 5 stelle sembra ormai quasi fatta invece per questa “strategica alleanza” orientata a sinistra, il che sicuramente comporterà una futura scissione dell’ala di battistiana dal movimento.  Sulla base di questo sistema elettorale e di quanto detto nell’articolo, non sembrano esserci spazi per un futuro tripolarismo. Tutto ci porta a valutare concretamente il futuro, senza visioni iperuraniche ma con i piedi per terra. 

In una ipotesi di “terzo polo moderato”, formato da Iv, Azione e + Europa, seppur con un peso complessivo del 10/11%, all’esito delle eventuali consultazioni, anche questo si troverebbe di fronte ad una scelta: andare a destra o a sinistra?  Questo è il sistema, inutile girarci intorno e il M5S né è un esempio concreto. 

Le scelte di oggi quindi, saranno importanti, per il domani

Di fronte ad una, a tratti opportunista ma effettiva alleanza a Destra, cosa accadrà a Sinistra?  Questo è il punto.  E soprattutto se arrivasse il Si di Giuseppe Conte (molto apprezzato anche in area renziana) a guidare una coalizione di Centrosinistra, rivolta più alla moderazione e ad un Europeismo critico e costruttivo allo stesso tempo, che farà Azione? deciderà di restare fuori da un progetto politico più vicino ai suoi valori, per poi magari abbracciarlo in una fase post-consultazioni? 

Ancora tante, troppe domande ma sappiamo che da quelle risposte verrà fuori il futuro della politica italiana.  Nel frattempo, personalmente, sento nell’aria odore di coalizione. 

Cosa penso possa accadere? 

Non penso. Semplicemente auspico possa verificarsi l’unico credibile scontro politico, tra due leader oggi molto forti Giuseppe Conte  e Matteo Salvini, il primo a capo di un moderato centrosinistra e il secondo a guida di un centrodestra orientato più al sovranismo.  Ovviamente mi affiderei  più al primo che al secondo.  Non ci resta che attendere anche se non vedo altre alternative rispetto a quanto detto nel presente  articolo. 

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Mi chiamo Paolo ganci, classe 98, nato a Ragusa e residente a Ferla (SR). Appassionato di politica e studioso di diritto. Diploma classico indirizzo linguistico, studio attualmente presso la facoltà di Giurisprudenza di Catania.

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