

Economia
Il mega accordo commerciale: ecco cosa prevede
La Cina sigla con ben 14 Paesi la più grande intesa commerciale del mondo che potrebbe valere un terzo del Pil mondiale. In cosa consiste l’accordo?
Tale accordo riguarda la Cina e altri 14 Paesi e viene definito come la più grande intesa economica al mondo. La firma, potrebbe valere un terzo del Pil mondiale. Ad entrare in questo nuovo accordo, oltre alla Cina, ci sono anche Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam. Presenti anche Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Corea del Sud.
L’accordo

L’accordo è stato firmato al termine di una lunga trattativa. Un’intesa fortemente voluto dalla Cina, con i media ufficiali che parlano di “vittoria per il multilateralismo e il libero scambio, con Paesi, compresi gli alleati degli Usa, che hanno assestato un colpo al protezionismo e al bullismo economico percepito dagli Stati Uniti e da altri”.
Non è escluso l’ingresso in futuro di altri Paesi. Resta in bilico l’India
Il Paese doveva far parte di questo accordo, ma la paura di non poter colmare il gap con la Cina ha portato il Paese a fare un passo indietro. A benedire l’intesa anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres: “Il multilateralismo stesso è messo in discussione proprio nel momento in cui è più necessario conto sulla vostra leadership e sulla vostra determinazione ad agire con urgenza per salvaguardare il nostro mondo comune”.
Il RCEP, comunque, non è un trattato ambizioso come il TTP, il Trans Pacific Partnership, uno dei più grandi accordi commerciali mai sottoscritti, firmato nel 2015 da 12 paesi (Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore, Vietnam e Stati Uniti) da cui però gli Stati Uniti si ritirarono nel 2017 per volontà del presidente Donald Trump.
Ma questo accordo prevede comunque l’eliminazione del 90% delle tariffe (contro quasi il 100% del TTP), non si occupa di agricoltura e solo parzialmente di servizi, e non prevede l’imposizione di regole significative sugli standard da garantire per certi prodotti. Il problema più grande, comunque, è l’assenza dell’India, che avrebbe reso ancora più ampio l’accordo e soprattutto avrebbe potuto bilanciare lo strapotere cinese.
Come si comporteranno gli Stati Uniti?

Nessuna reazione, al momento, da parte degli Stati Uniti. La Casa Bianca è in attesa di scoprire il suo nuovo inquilino e quindi non ci saranno particolari reazioni, almeno per il momento. Le elezioni hanno premiato Joe Biden, ma da parte di Donald Trump non c’è mai stata l’intenzione di riconoscere la sconfitta. Un braccio di ferro destinato a continuare nei prossimi giorni nonostante gli inviti dello staff dell’ex tycoon di fare un passo indietro.
Chiaramente il trattato ridurrà ancora di più l’influenza degli Stati Uniti in quei 14 Stati, una tendenza che però già si era avvertita con il ritiro dal TTP deciso da Trump
È anche possibile che la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, iniziata nel 2018, abbia favorito il commercio e gli investimenti tra paesi asiatici e accelerato i negoziati sul RCEP. Oggi gli Stati Uniti sono fuori dai due più grandi e importanti trattati commerciali che coinvolgono paesi asiatici.
Ora che è stato firmato, per entrare in vigore il RCEP dovrà essere ratificato dai paesi coinvolti, secondo le procedure previste in ciascun paese. L’idea di molti osservatori è che probabilmente il trattato modellerà il futuro del commercio in Asia e spingerà Cina, Giappone e Corea del Sud, tre paesi molto forti nel settore manifatturiero e tecnologico, ad accelerare i negoziati su un accordo di libero commercio.
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