

Week News
Te Quiero Diego! – Week News Straordinaria 050
Il mondo dello sport piange la scomparsa del calciatore più forte di sempre. Napoli piange un figlio, Te Quiero Diego!
Buonasera amici, anche se non è per nulla una buona giornata quella che è schiarata. Permettetemi, amiche ed amici, il l’utilizzo della lingua napoletana, ma come ben sapete ieri l’ultimo Re di Napoli è morto. Ieri ci ha lasciato, il più forte giocatore di calcio di sempre.
Ieri ci ha lasciato Diego Armando Maradona, figlio di Don Diego e di Donna Tota da un piccolo poverissimo barrio chiamato Villa Fiorito di Buenos Aires. Insomma, finisce la storia e inizia la leggenda di quello che fu un ragazzo di Villa Fiorito, ma che poteva essere di Scampia, di Secondigliano, della Sanità e di qualsiasi quartiere difficile delle vostre città.
Voi mi direte perché scrivere una Week News straordinaria? Potreste pensare, giustamente, mica è caduto il governo? No! Semplicemente tutta di un fiato insieme a qualche lacrima trattenuta è finita la mia e la nostra gioventù come ieri è finito Diego. A Napoli lo chiamiamo quasi sempre per nome perché era uno di famiglia, e ha scandito anche il tempo delle esistenze di molti di noi. Non c’è ricordo, non c’è gioia sportiva che non sia legata anche solo per un pezzetto legata alla sua figura.
Ricordo, quando io piccolissimo ho dato i primi calci ad un pallone, avrò avuto 5/6 anni e costringevo mio papà a portarmi a scuola calcio perché volevo essere come Maradona. In tutta Italia si puntava ad essere Totti o Del Piero, a Napoli, invece, dei bambini che nemmeno lo vedevano giocare volevano essere come lui, anche i bambini che all’allenamento ci andavano poco.
Bastava un pallone con la maglia azzurra, e ti sentivi come lui.
Mi domando perché tutto questo affetto?

Diego Armando Maradona, io non l’ho mai visto giocare dal vivo, non ho potuto gioire per gli scudetti (unici purtroppo) del Napoli e nemmeno per la coppa UEFA che ironia della mia sorte il Napoli vinse il giorno del mio compleanno, ma del 1989 mentre io sono nato nel 1993. Quindi, io come tanti ragazzi nati negli anni 90’ e anche degli anni 2000’ Diego Armando Maradona, versione calciatore, lo abbiamo soltanto visto negli occhi dei nostri nonni, dei nostri genitori e in quelle VHS che avremo rivisto centinaia e centinaia di volte perché sono stato il mio, anche nostro, primo approccio alla tecnologia applicata allo sport.
Insomma roba che Sky, DAZN e NOW TV non erano nemmeno nelle idee più futuristiche.
Il segreto sta proprio in questo, si vuole bene a qualcuno perché l’emozione non ha tempo se tramandata da padre in figlio. Con El Pibe De Oro finisce anche l’ultimo romantico sportivo, e finisce l’epopea di una persona che è caduta, e si è rialzata ma che ha sempre pagato, con la sua vita, gli errori che ha fatto.
Non troveremo mai più uno sportivo che abbia il coraggio di dire che l’embargo su Cuba, oggi nel 2020, è solo un crimine.
Non troveremo mai più uno sportivo, che nonostante vivesse nel benessere e nel lusso più alto aveva un animo rivoluzionario anche troppo rivoluzionario che lo ha inimicato verso prima la FIFA perché aveva chiaramente detto che Blatter lo aveva estromesso dal parterre dei favoriti perché troppo vero e anticonformista.
Diego tra la FIFA e Fidel Castro, senza pensarci nemmeno sceglieva il comandante cubano simbolo della lotta contro le ingiustizie sociali. In tutta la Campania e specialmente a Napoli, viviamo un lutto collettivo. Siamo chiari, senza isterismi e senza atti di fanatismo ma ci sentiamo tutti più soli. Ci guardiamo e senza proferire parola ci diciamo: “El Pibe non c’è più”.

I volti già tristi per la pandemia che stiamo vivendo, sono ancora più funerei. Permetteteci di elaborare il Lutto, noi Napoletani siamo così! Oggi a Napoli, sarà lutto cittadino mentre in Argentina sarà per 3 giorni lutto nazionale proprio perché lui non sarà davvero mai un uomo comune!
Spero che quaggiù saremo capaci di fare a meno di tanta genialità, e che riusciremo a dedicargli alla sua memoria lo Stadio di Fuorigrotta che lo ha visto protagonista. Spero, invece, che lassù ci sia un pallone di cuoio ad aspettarlo.
aD10s Diego, ricorda che…. Chi ama non dimentica!
Un abbraccio,
Alfredo
©RIPRODUZIONE RISERVATA
-
Cronaca3 anni ago
Da cameriere a camerata: il ristorante che serve fascismo
-
Cronaca3 anni ago
Sessismo e violenza nei social: il degrado che respirano le donne
-
Cittadini3 anni ago
Maxiprocesso: le persone e le storie. Tommaso Buscetta, il boss dei due mondi
-
Cittadini3 anni ago
Gorgia, per intendere e comprendere la morale
-
Società4 anni ago
L’incomprensibile discorso di Diletta Leotta a Sanremo
-
Cittadini3 anni ago
Caro Pillon, tieni giù le mani dai bambini
-
Politica3 anni ago
L’on. Zan:” Invece che approvare la legge contro la discriminazione si continuano a proferire frasi omofobe e razziste”
-
Cittadini3 anni ago
La filosofia dell’attesa nel testo di “Costruire” di Niccolò Fabi