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Musica

Leiner:” Non sentitevi mai soli, il destino riserva sempre ad ognuno di noi una seconda possibilità”

A dicembre è uscito il nuovo singolo di Leiner, Casa Nostra. Non un semplice brano ma un vero e proprio inno alla vita e un ringraziamento sentito alla sua famiglia.

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Leiner (Apartado, Colombia, 23 giugno 1997) dimostra fin da piccolo una grande passione e inclinazione per la musica e il ballo. Entra a fare parte del gruppo vicentino di danza hip-hop “Brown Sugar”, con cui vince numerose gare internazionali e si aggiudica diversi riconoscimenti personali. Inizia fin da subito a studiare canto e pianoforte, oltre che a prendere lezioni di batteria. Inizia il suo cammino da solista con il suo ultimo brano ” Casa nostra”, inno alla vita e ringraziamento alla famiglia.

  • Casa nostra“: come e quando nasce?

Il mio ultimo singolo è nato l’anno scorso, anche se a Marzo, con l’inizio della pandemia, il mercato musicale si è dovuto fermare. A questo punto ho deciso di fermarmi un attimo e riflettere sulla mia vita. Questo periodo mi ha permesso di concentrarmi maggiormente sulla sulla scrittura che si è anche basata sulle mie esperienze di vita. e a questo punto sentivo il bisogno di partire dall’inizio della mia vita che è segnata dall’adozione da qui nasce “Casa nostra”. È  un ringraziamento per la mia famiglia e al tempo stesso una celebrazione alla vita.  Inoltre, credo che la canzone giri attorno un senso di gratitudine e direi che è l’emozione principale.

In realtà emerge anche un senso di speranza, di positività e serenità sia nei confronti della mia famiglia che della mia persona.  I miei genitori sono il fulcro attorno al quale ruota l’intera canzone. Io faccio sempre questo esempio: si può diventare genitori per tantissimi motivi, anche per sbaglio; mentre quando si decide di adottare un ragazzo, si ha un desiderio, un punto da raggiungere. Ecco, questa è la differenza.

Con questo brano spero di poter riportare gli ascoltatori indietro nel tempo, alla loro infanzia o a qualsiasi altro momento che abbia toccato la loro esistenza, generando così serenità e gratitudine. In questo modo le persone potranno conoscere quella parte vulnerabile e sensibile di me di cui non ho mai parlato. Spero che a chiunque ascolti questa canzone arrivi un messaggio forte e chiaro: non sentitevi mai soli, il destino riserva sempre ad ognuno di noi una seconda possibilità.

  • L’ Italia è “casa nostra” o ancora troppo lontano dal ” noi ” ?

Secondo me possiamo fare sempre riferimento alla famiglia e quindi capire cosa rende una famiglia tale, ma anche perché un italiano è tale. Io, ad esempio, mi sento profondamente italiano in quanto ho vissuto sin da piccolissimo in Italia ed essere di colore non mi differenzia  da qualsiasi altro italiano dato che condivido a pieno gli usi e costumi dello Stivale. Il mio più grande sogno è di essere cittadini del popolo ed essere qui per uno scopo. Essere italiani penso sia un onore e non credo sia legato a fini politici o demografici. Penso sia una questione culturale, come sei cresciuto. L’Italia ha comunque una propria identità e ritengo che l’imposizione culturale non sia giusta.

Ogni stato ha la propria cultura ed i propri valori; si può elargire,comunque, la cultura per avvicinare un maggior numero di persone: per questo penso che il colore della pelle non determini alcuna esclusione da un’identità culturale diversa da luogo di provenienza.  Ciò causa una deriva razzista, ma penso che questo dipenda da un deficit culturale limitato a chi non conosce il mondo. I miei coetanei hanno dimostrato atti razzisti alcune volte, ma erano vittime di una mancanza di cultura da parte della loro stessi genitori.

  • Qual è il messaggio che vuoi trasmettere?

I messaggi sono vari, ma ma mi limito a presentarne due: il ringraziamento verso la mia famiglia e èl la bellezza di un posto sicuro. Nel primo caso mi rivolgo direttamente alla mia famiglia che mi ha concesso, grazie all’adozione, una seconda vita. Il secondo messaggio  assume una accezione più grande, rivolto alla nostra sicurezza famigliare e non solo. La casa rappresenta il nostro porto sicuro e luogo in cui spararsi in caso di difficoltà: è il nido familiare di Giovanni Pascoli. Alla fine diventano casa i nostri amici, la propria ragazza, tutto ciò che ci fa stare bene. Anche un momento della nostra esistenza.

  • Covid e musica: qual è il tuo punto di vista?

La quarantena dovuta al covid a stimolato maggiormente la mia creatività dovuta al fatto che sia avuto molto più tempo per concentrarsi. Ma d’altra parte, in molti casi, il Covid ha causato uno stop per varie artisti. Si sono trovati davanti a loro stessi avendo quasi una crisi d’identità e ciò non è facile. La mia paura per la musica è che, quando ripartirà tutto, la scena musicale sarà così satura che rischia di esplodere. Tutti saranno pronti a ripartire. Inoltre, durante la quarantena, si è scoperto che si può fare musica facilmente da casa e alla fine vengono notati dalle etichette discografiche. C’è una sorta di sovrapproduzione musicale e questa cosa, un po’, mi spaventa.

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