Musica
Benedetta Raina: “In Canzoni D’Amore scrivo e canto l’amore per una persona”
Canzoni D’Amore, il nuovo singolo di Benedetta Raina, avvalendosi di sonorità oniriche e una dolce componente testuale, vuole dimostrare l’insicurezza nel rendersi completamente vulnerabili davanti ad un altra persona, lasciando cadere ogni maschera o filtro.
Benedetta Raina, la giovane e talentuosa cantautrice di Alessandria, è uscita con il suo nuovo singolo “Canzoni D’Amore”. Dichiara la cantautrice:“Io le canzoni d’amore non sono proprio capace a scriverle. Ho sempre timore che siano troppo scontate o forse ho solo paura di un sentimento puro come l’amore”. Ma il suo nuovo singolo è già molto ascoltato e apprezzato. Dal 15 gennaio “Canzoni D’Amore” è in rotazione radiofonica e disponibile su tutte le piattaforme di streaming.
L’artista si presenta

Sono prima di tutto una ragazza di quasi vent’anni che ama la musica proprio da fan, da ascoltatrice. Il mio primo amore è stata la musica, ed ascoltarla in particolare. Il voler fare musica è arrivato dopo, accompagnato da un desiderio più grande che è stato quello di emulare la cosa più bella che avessi mai sentito e mai provato a livello emotivo. Fortunatamente sono riuscita a trovare una quadra, nel senso che, ho iniziato a collaborare con Noize Hills Records, un’etichetta indipendente di Alessandria che mi ha dato la possibilità di far uscire delle canzoni. Quelle che prima erano solo delle bozze nella mia testa e nel mio telefono sono diventate delle vere e proprie canzoni.
Il mio nuovo singolo “Canzoni D’Amore” tratta il tema dell’amore. L’amore mi ha illuminato nei confronti della musica, nel caso di questa canzone, ho scritto e canto l’amore per una persona. E’ una canzone molto particolare, che è stata difficile da scrivere, perché se l’inizio del testo mi è venuto canticchiando sotto la doccia, il resto della canzone mi è uscito dopo un anno, un anno e mezzo di lavoro, per trovare e pesare le parole giuste, quindi è stata sicuramente una sfida!
- Pensi che gli ascoltatori, i tuoi fan cerchino e sempre cercheranno il tema dell’amore nella musica? In altre tue canzoni, in particolare in “Stata male” ti sei collegata al tema dell’adolescenza, dell’amicizia, un periodo che hai descritto come un mosaico di esperienze ed emozioni che si sentono intensamente tutte per la prima volta, e quindi pensi che il tema dell’amore nelle tue canzoni possa prevalere, oppure ritieni che ci sono anche altre tematiche da sviluppare e da raccontare?
Da cantautrice ho fatto fatica a far uscire “Canzoni D’Amore” proprio perché da sempre non mi è mai piaciuto particolarmente questo prevalere dell’amore sulle altre tematiche, perché è una cosa innegabile, l’amore è l’argomento di cui si parla di più nella musica in generale, di cui si è sempre parlato di più. Dopo aver trattato altri temi, per me la sfida, è stata quella di spostarmi su un argomento di cui si parla molto come l’amore, visto che per me è stato più facile scrivere delle mie esperienze.
Le canzoni che ho fatto uscire prima di “Canzoni D’Amore”, il mio ultimo singolo, erano canzoni che ho scritto in un periodo della mia vita diverso da quello che sto vivendo adesso, canzoni che ho scritto a 16 anni, in un periodo nel quale non avevo ancora l’amore nella mia vita e scrivevo quindi di problemi che riguardano l’adolescenza e l’amicizia. Mi è piaciuto portare il tema dell’amicizia in una canzone, come anche portare il tema dei rapporti che riguardano la famiglia, sono tutti argomenti molto importanti in giovane età.
- A proposito del tuo talento, la tua personalità creativa, la tua propensione e attitudine più artistica che scientifica, aspetto che si può anche ritrovare nel tuo cambio di indirizzo del percorso scolastico, quanto incide nella creazione e sviluppo dei testi, in quale modo potrà influire nei prossimi lavori?
Sicuramente la creatività associata al mio essere una cantautrice è un binomio che nel tempo muta, altrimenti è destinata bloccarsi, fermarsi. Quindi, se prima la mia modalità di scrivere era autobiografica, cosa che si percepisce anche in “Canzoni D’Amore”, anche se forse un po’ di meno, rispetto alle mie canzoni precedenti, adesso sto cercando di mantenere lo stile autobiografico, cosa fondamentale per me, ma allo stesso tempo voglio scrivere anche storie di altre persone, componendo testi che siano improntati sull’ascoltatore.
Questo credo sia un aspetto importante, dal punto di vista dell’evoluzione creativa musicale. Per me è stato molto importante capire quanto quello che fai, debba essere importante per te stesso, ma anche per chi lo ascolta, perché l’obiettivo è quello. Questo pensiero mi porta anche al voler raggiungere il maggior numero di persone possibili.
- Fin da bambina hai coltivato la passione per la musica e poi hai iniziato a scrivere testi di canzoni, qual è stato il passaggio successivo? C’è stato un episodio significativo che ti ha portato a sviluppare questo tuo talento in modo professionale e ad intraprendere la carriera di cantautrice?
Si, mentirei nel dire che non c’è. Ho sempre vissuto una situazione un po’ particolare dal punto di vista familiare, l’ho trattata molto anche in musica e per me la musica è sempre stata in mezzo ai miei problemi, come l’amicizia e la famiglia. E’ sempre stato fondamentale per me immergermi nella musica, all’inizio era una cosa privata e fin troppo personale, quando poi ho iniziato ad avere il coraggio per farla uscire, è cambiato tutto. Per me la musica nasce come via di fuga.

- Le tue canzoni nascono partendo da alcune strofe sviluppate in testi e che poi si completano a livello musicale oppure sviluppi una canzone considerando entrambi gli elementi?
Prendo sempre tanta ispirazione dalla musica che ascolto in un preciso momento. Sono un po’ una spugna: quello che ascolto in un determinato momento, desidero trasportarlo in una mia cosa personale. Adesso mi piacciono sonorità molto più acustiche, dato che ora ascolto molto Taylor Swift. Apprezzo particolarmente queste sonorità quasi “indie–folk”, che raccontano storie di altre persone. Calcutta è stato l’artista che mi ha fatto aprire gli occhi sulla scena musicale italiana in un modo nel quale non avevo mai fatto.
“Però! L’indie italiano che si ispira al cantautorato è una cosa che abbiamo solo in Italia! Perché dovrei andarla a cercare da qualche altra parte? Dato che ce l’ho già nella mia lingua?”
Io, purtroppo, come molte persone della mia generazione, ho sempre avuto questa “piaga” dell’inglese, che è una cosa bellissima, perché penso che la maggior parte della mia generazione sia bilingue, ormai. Saper parlare perfettamente una lingua che non è tua, saperla anche mettere in musica è bellissimo, però chiudersi in questo e non vedere la musica italiana non va bene e che purtroppo per anni ho fatto. Calcutta è stato il primo artista che mi ha fatto dire:
- Escludi la possibilità di scrivere canzoni in inglese in futuro?
In realtà, non ho mai smesso di scrivere canzoni in inglese. L’inglese è la lingua che parlo tutti i giorni assieme all’italiano: vivo un po’ in italiano e un pò in inglese. E’ tipico della mia generazione.
- C’è aria di Festival di Sanremo: quanto ti emozionerebbe partecipare a questo prestigioso appuntamento musicale?
Sanremo è il maggiore palco italiano. Ogni anno è un momento quasi magico, quando tutti parlano solo di musica durante tutta una settimana. Nonostante io mi definivo estranea a questo appuntamento tradizionale, invece Sanremo ogni anno ci regala dei momenti iconici.
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