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Musica

Sista: “Con Sospesi racconto il significato di imparare a rallentare“

Il 29 gennaio è uscito “Sospesi” il primo singolo in italiano di Sista, nome d’arte della cantautrice Silvia Gollini.

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Sospesi è un brano carico di significato che fa emozionare, che non vuole mettere in luce le difficoltà derivate dalla pandemia, ma vuole raccontare attraverso la vocalità e lo stile musicale di Sista e la sua interpretazione nel videoclip realizzato con la regia di Marco Gollini che racconta con intensità ed eleganza il momento vissuto durante il lockdown. La cantautrice, protagonista del video, è imprigionata da corde che la trattengono, così come tentano di fare quei pensieri stanchi dai quali alla fine si libererà accennando un sorriso.

E’ la vita che rinasce, una volta liberi dai nostri lacci interiori. Il momento vissuto, con intensità ed eleganza attraverso un flusso di pensieri che scaturisce nell’istante stesso in cui ci si ferma a riflettere su ciò che c’è da cambiare. Rallentare diventa la cosa più semplice da pensare ma la più difficile da farsi.

Sista si presenta

Questi 25 anni, sono stati per me tanta esperienza live, ho cominciato molto presto a lavorare nell’ambiente e quindi ho fatto molta gavetta. Già a 16 anni, lavoravo con delle formazioni sui palchi, quindi tanti live in giro per l’Italia fino a che sono arrivata ad avere un’occasione importante e che e’ stata la mia prima tournée come corista con Alex Britti. E’ stata la mia prima esperienza emozionante, la prima ad un livello più alto, e da lì sono iniziate altre collaborazioni e lavori, come vocalist in trasmissioni televisive, con progetti sempre in ambito musicale, e ruoli di autrice di alcune trasmissioni. Da questo, poi ho avuto la fortuna di vivere delle esperienze come ad esempio il concerto del 1° maggio oltre in televisione, con contributo della mia voce per sigle di trasmissioni Rai, ed altre esperienze.

Da lì è partita la mia carriera professionale in Italia, che poi pero’ si è sviluppata anche all’estero, perché pur scrivendo canzoni da tanto tempo, ho sempre amato tanto le sonorità internazionali, infatti tutti i live di cui ti ho parlato, fino a poco prima del Covid, erano soul, funky, jazz in giro per il mondo. Questa situazione più “black” mi portava ad avere un circuito anche estero e quindi il lavoro in Italia come autrice, con la scrittura di brani e come cantante è partita totalmente in inglese.

Quest’anno, dopo molti anni nei quali ero autrice per gli altri in italiano nel nostro paese e in lingua inglese, sono usciti i miei primi due singoli in inglese, quindi è partito il progetto fra Londra e Roma. Poi è successo il lockdown e la pandemia che ha deviato il percorso, devo dire con “ringraziamento” perché è stata una sorpresa il fatto di avere il piacere e l’esigenza di cantare nella mia lingua, una canzone che ho sentito di dover scrivere rimanendo qui in Italia. Quindi questo progetto sarà in inglese e italiano e proseguirà con il prossimo singolo in italiano, perché ovviamente sono italiana e lavoro in Italia oltre che all’estero.

  • Il tuo brano “Sospesi” è appena uscito e ha già ha molti consensi. Il testo rivela parole e frasi cariche di significato… Siamo già in attesa di scoprire il tuo nuovo singolo!

Apprezzo sempre con grande piacere quando arrivano i complimenti ad un mio brano, perché alla fine è la vera soddisfazione e lo scopo per cui magari uno cerca di fare le cose con più passione possibile, creando lavori fatti bene. Una reazione positiva ti trasferisce veramente lo stimolo a continuare, con grande motivazione. In “Sospesi” l’idea era quella di non concentrarsi sul lato brutto e orribile della pandemia, il testo include e si focalizza principalmente su una proposta di cambiamento. Sul riflettere perché ci siamo fermati tutti insieme e magari cercare di cambiare qualcosa, infatti tutta la canzone gira intorno alle parole “imparare a rallentare, imparare a rallentare”, e questo è un concetto, una cosa a cui tengo molto! Mi piacerebbe che ci fosse un cambiamento per tornare ad una situazione diversa.

  • Quindi “Sospesi” non è un testo strettamente autobiografico, in questo brano hai scritto e interpretato le sensazioni diffuse fra la gente?

Si, l’idea è quella sicuramente. Si tratta di sensazioni e mie idee, del mio piccolo punto di vista, ovviamente scaturisce dalle sensazioni che provavo io e provava anche la gente in quel periodo, perché il brano l’ho scritto proprio nel difficile periodo del lockdown, quando nei primi mesi della pandemia eravamo tutti chiusi in casa. Avevamo tutti paura, era però anche un periodo di riflessione. Io mi sono più concentrata sulla riflessione, che sulla paura.

  • Da cosa deriva esattamente la necessità di “cambiare” che si coglie nel testo del brano “Sospesi”?

Sono di Roma e vivo fra Roma, Milano, Londra, New York, città che conosco, città caotiche spesso associate alle parole “fretta” e “rumore” e anche se comprendo e condivido questo tipo di realtà, non lo vivo benissimo. Tutta questa fretta di ritornare esattamente a prima del Covid, per me è un peccato, perché il fatto di esserci fermati tutti contemporaneamente, cioè tutto il mondo fermo nello stesso istante, io lo leggo nel mio piccolo, come una sorta di occasione di riflessione, un’occasione per chiederci dove stiamo andando e che cosa possiamo fare per migliorare. Quindi questa canzone nasce per dire “perché non riflettiamo e cerchiamo almeno di dare più senso a molte cose?”.

Stando più a casa abbiamo potuto soffermarci, riscoprendo e apprezzando quelle piccole cose di ogni giorno che spesso prima ci sono sfuggite, abbiamo gustato meglio il cibo, c’è stato questo lato positivo di quel periodo, anche se, purtroppo ci sono state anche situazioni gravi e molto brutte… Quindi mi piacerebbe che questa consapevolezza, la cura e il dedicarsi a quelle piccole cose quotidiane, quelle importanti, rimanesse ancora fra noi per continuare a vivere con meno fretta, senza accelerare troppo, dando il giusto valore a ciò a cui teniamo, per assaporare anche i piccoli momenti che fanno parte di noi.

  • Collegandoci a questo, la frase di “Sospesi” fa emozionare, hai colto un pensiero comune:“È come vivere sospesi sospesi da che cosa? Da una vita che adesso almeno si riposa e non c’è niente da fare che pensare alle persone alle piccole cose.” Con quale intensità emozionale hai vissuto questo periodo?

Il lockdown e tutto il periodo Covid ci ha portato indirettamente a soffermarci ancora con più “cura e considerazione” sulle persone, sugli affetti, sulle piccole cose importanti, sui valori. In questo tempo abbiamo donato ancora più attenzione a chi ci sta a cuore, al nostro cucciolo, ad un figlio, ad un fratello, ad un affetto, ad una persona cara. Secondo me, in tutto questo c’è una chiave di lettura da capire, e mi piacerebbe pensare che questo aspetto positivo legato alla pandemia, non vada perso.

All’inizio sono stata colta di sorpresa, sono cambiati totalmente tutti i miei programmi. Sarei dovuta tornare a Londra per tre mesi, oltre a tante altre cose in programma, però con il senno di poi, a parte i programmi che saltano, all’inizio c’è stata, come per tutti, confusione e anche surrealismo. Era strano andare per le strade, avere paura di toccare le persone, una situazione difficile da capire inizialmente. Anche io come tutti quanti ero un po’ confusa, poi però sono stata riportata in una dimensione che mi ha restituito il mio tempo, però con il pensiero e rispetto per le persone che sono state male e di tutta la situazione che è accaduta. Questo per me è stato preziosissimo, ho scritto tantissimo e ho la certezza che tutti i musicisti che scrivono canzoni, in quel periodo abbiano scritto molto.

In questa esperienza, che per la maggioranza delle cose non è stata positiva, ho colto alcuni aspetti positivi. Essendo attenta al non uscire, perché sono stata molto a casa, sono stata comunque bene, contenta di starci. La confusione iniziale che ho vissuto, si è trasformata immediatamente dopo, in riflessione, sorprendendomi anche di quanto ho recuperato in termini di tempo.

Tutti siamo nella stessa barca, abituati a vivere le nostre giornate con estrema velocità per via dei diversi impegni, ritmi che ci portano a procrastinare molte cose.

Quindi questa “lezione” che ho imparato e che ho recuperato con l’esperienza del lockdown, mi ha portato a scrivere “Sospesi” dove c’è la frase “imparare a rallentare”.

  • Il tuo video con la regia di Marco Gollini ti rappresenta in un contesto raffinato, le corde che ti imprigionano sono paragonate allo stare fermi causa lockdown e poi il sorriso, che vuole essere una rinascita e una liberazione dal Covid?

Si, rappresentano tutto ciò che ci imprigiona nella vita reale, nel “vecchio mondo di prima” se così possiamo definirlo, nel pre-pandemia, pensieri, obblighi, doveri, scadenze. Quindi la ricerca di provare a mettere in discussione il fatto di vivere legati. Anche se il video è contestualizzato, non appaiono mascherine, ma dei fili attorno alla bocca, che poi vengono tolti, verso la fine del video e si percepisce il contatto umano e la liberazione da queste funi, tutto rappresentato in slow motion, per sottolineare maggiormente l’“imparare a rallentare”, la frase e il concetto che è, e rimane sempre il fulcro.

  • Il Festival di Sanremo è nell’aria, la tua vocalità e il tuo stile musicale e un tema così attuale e sentito come quello che troviamo in “Sospesi” sicuramente avrebbe emozionato molti ascoltatori. Come ti vedresti nel contesto di questo importante appuntamento della musica italiana?

Credo che in particolare quest’anno, come dici tu Alessio, sia importante lasciare dei messaggi, anche attraverso la musica, per cui, sarà un anno molto importante perché non può passare indifferente la situazione, sicuramente spero che le canzoni in gara, siano di qualità, anche e sopratutto per noi che ascoltiamo musica e viviamo di musica. In assenza di concerti, noi siamo fermi da quasi un anno, non potendo suonare, fare live, anche il mio brano “Sospesi” ha dovuto attendere quattro mesi prima di essere arrangiato, quindi è come se ci aspettiamo che Sanremo ci possa portare tutta la musica che abbiamo perso in quest’anno. Attendiamo quindi un festival con musica di qualità. Per risponderti completamente, desidero certamente cantare il prima possibile dal vivo sui palchi, magari anche a Sanremo! Restiamo ottimisti!

  • Ha qualche altra riflessione, curiosità o aneddoti, da raccontarci?

A parte cadere dalle sedie quando sei in connessione Skype (sorride – ndr), sicuramente una parolina la spenderei nei confronti della nostra categoria, con un augurio positivo e una speranza… Mi piacerebbe una altro “cambiamento”, che aumenti l’interesse delle persone per la cultura, con la speranza che invece di indietreggiare, sia possibile un incentivo in avanti, questo sarebbe bello! Oltre al “rallentare” mi piacerebbe che sia possibile ritrovare un nuovo interesse per la buona musica.

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Il mondo dello sport ed in particolare del calcio rappresenta una delle mie più grandi passioni, oltre al grande interesse e dedizione per le lingue, l’economia e le relazioni internazionali che attualmente approfondisco nelle mia città, Venezia. Scrivo articoli inerenti al panorama musicale, che amo e seguo con particolare interesse, ed in particolare, mi occupo della redazione di articoli sportivi con spiccato interesse per il mondo calcistico, ponendo uno sguardo alla salute e al benessere sociale ed economico del nostro paese e dell’intera umanità.

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