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Cultura

L’incredibile gioco della vita narrato nelle storie: il Nuovo Decameron

Ora come allora, le storie aiutano gli uomini a comprendere meglio le incredibili sfaccettature dell’animo umano e della vita. In questo libro scritto da dieci scrittori ed edito Harper Collins, il Decameron di Boccaccio viene ripreso come opera senza tempo e calato nel XXI secolo, confermando ancora una volta la sua longevità nei contenuti trasmessi.

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La vita appare all’essere umano per come viene narrata. Nulla è più potente di una storia per portare alla luce un fatto, un’emozione, un’esperienza. È questo il significato che il Nuovo Decameron vuole trasmettere: frutto della collaborazione di sette scrittrici e tre scrittori (gli stessi narratori del Decameron di Boccaccio per numero e distribuzione del genere), il libro è pubblicato dalla casa editrice HarperCollins e nasce dall’idea di ispirarsi alla grande opera letteraria italiana per raccontare un frammento della vita contemporanea.

Il libro presenta in copertina, al centro, un fenicottero rosa stilizzato e luminoso, che risalta con la penombra che ha tutto attorno; sembra quasi essere al centro di una scena. È proprio la vita degli uomini ad essere messa in scena attraverso le storie, proprio come Boccaccio insegna.

La commedia umana si rappresenta

In questa rivisitazione in chiave moderna del Decameron, i dieci scrittori avevano la possibilità di reinventare o rielaborare una novella del Boccaccio oppure di inventarne una nuova partendo dal tema della giornata stabilito. Il risultato è un ben riuscito gioco ad incastri tra l’opera originale e il lavoro degli autori, che permette di cogliere ironie, riflessioni, collegamenti con le contraddizioni dell’età contemporanea. Ciò che viene risaltato maggiormente è il fatto che i sentimenti più ancestrali dell’essere umano (rabbia, dolore, amore, compassione, fede) trascendono i secoli e dimostrano di appartenerci tanto quanto avveniva nel Medioevo: stesse tentazioni, stesse gelosie, stesse ipocrisie.

ATTORI SULLA SCENA – Leggendo le pagine ed immergendosi nelle storie, sempre brevi ma molto intense di significato, si ha come la sensazione di trovarsi ad osservare la scena di un atto teatrale: i personaggi sono vivi, espressivi, ma al tempo stesso narrano un frammento di realtà con un taglio di luce a cui il lettore non è abituato. Una luce che toglie il velo delle finte ombre, svela l’umanità nella sua nudità e fragilità, ma anche nella sua accezione ironica e beffarda, come nell’opera originale. La bravura degli autori del Nuovo Decameron è stata quella di mantenere fede allo stile e al messaggio che Boccaccio ha voluto lasciare in eredità: la vita è uno spettacolo che vale la pena viverlo in tutta la sua originalità.

I temi trattati

Il Decameron è diviso in giornate, ciascuna delle quali presenta un tema peculiare, tranne la prima e la nona, che sono a tema libero. Nel Nuovo Decameron vengono scelte dagli scrittori novelle della prima, della quarta, della quinta e dell’ottava giornata. Andando a vedere l’opera originale, essa indica che i temi trattati saranno gli amori infelici, la felicità degli amanti dopo avventure e sventure, le beffe di ogni tipoStefan Massini si è occupato del Proemio, facendo ritrovare al lettore i dieci narratori dell’opera boccaccesca; nelle parole dei personaggi si trovano riferimenti a diversi racconti dell’opera originale.

LE NOVELLE – Per quanto riguarda le storie, Barbara Alberti rielabora in chiave moderna la seconda novella della prima Giornata (Abraam giudeo a Roma, città fin troppo aperta), mentre Ilaria Gaspari sceglie la quinta novella della quarta Giornata (Lisabetta e il vaso di basilico), intitolandola “Urlare al cielo”; Michela Marzano modifica in chiave contemporanea la settima novella della quarta Giornata (Un rospo alla salvia), con il titolo “Pace e latte”; la nona novella della quarta Giornata (Un cuore a pezzi) viene scelta da Chiara Valerio, che la sviluppa aggiungendo particolari di sua invenzione e concludendo il racconto con un collegamento con i giorni nostri. Spostandoci alla quinta Giornata, Chiara Barzini si occupa dell’ottava novella (Nastagio degli Onesti e lo psicodramma diabolico), andando ad approfondire sfumature ed aspetti di personaggi specifici, con un finale originale che fa riflettere il lettore;

 Michele Mari sceglie la nona novella della quinta Giornata (Federico degli Alberighi, ovvero gli eccessi dell’amor cortese), dandole come titolo “Il falcone” e simulando il lessico italiano del trecento, in un particolare gioco ad incastri con l’opera originale; il tema dell’omosessualità viene toccato da Jonathan Bazzi nella novella “La promessa dell’anno”, collegata con la decima novella del Boccaccio nella quinta Giornata (Secondamano); dolore e vendetta emergono con forza nella rielaborazione in chiave moderna di Antonella Lattanzi della settima novella dell’ottava Giornata (Scandalo al sole di luglio). Infine, le due giornate a tema libero (la prima e la nona) vengono adattate da Jhumpa Lahiri nel racconto “Casa luminosa”, in cui vengono toccati i temi dell’immigrazione e del diverso.

In conclusione…

Insomma, non resta che augurare buona lettura e buon viaggio nei racconti del Nuovo Decameron. Sicuramente il viaggio non sarà vano, perché le storie fortificano l’animo: permettono di entrare in empatia con i personaggi, vi può essere un processo di immedesimazione o di commiserazione, di esaltazione o di delusione. Ma, in un modo o nell’altro, raccontano ciò che è l’essere umano nelle sue componenti essenziali, dai vizi più grotteschi fino alle virtù più alte.

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Appassionato di relazioni di genere, psicologia sociale e politica internazionale, scrivo sul blog nazionale della community dei Millennials su queste tematiche. Sono nato a Trieste il 27 luglio 1997 e sono stato Senatore Accademico all'Università degli Studi di Trieste dall'aprile 2019 all'ottobre 2020. Ho conseguito il 15 ottobre 2020 nella stessa università la laurea triennale in Scienze Politiche e dell'Amministrazione, con una tesi in sociologia politica. Attualmente frequento il corso magistrale in Comunicazione Giornalistica, Pubblica e d'Impresa all'Università di Bologna. Sono iscritto al partito Italia Viva dal settembre 2019 e sono attivista presso l'associazione di promozione sociale RIME di Trieste. Dal gennaio 2020 sono anche responsabile dell'Ufficio Stampa dell'associazione ProgettiAmo Trieste e dal novembre 2019 coordino a livello locale un gruppo di discussione politica tra giovani.

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