Musica
Manuel Finotti: “Con Cellophane consolo chi ha ricevuto un no in amore”
“Cellophane” è l’ultimo singolo disponibile su tutte le piattaforme di streaming del giovane cantautore Manuel Finotti che vede il featuring di Zoda.

CELLOPHANE feat. ZODA, il nuovo singolo di Manuel Finotti che nasce dalle diverse visioni dell’artista stesso e Zoda riguardo l’amore e i suoi effetti collaterali. Il brano si rivolge alle persone che hanno paura di buttarsi in una storia e non trovano il coraggio di rischiare, lasciando le proprie emozioni come incartate nel cellophane. La base strumentale con cassa dritta accompagnata da un’anima soul veste le barre tipicamente dark/trap di Zoda e le melodie più aperte del cantautore Manuel Finotti.
Manuel Finotti si racconta
Sono un cantautore di 25 anni e ho iniziato il mio percorso musicale quando ero bambino, con lo studio del canto e del pianoforte. Ho seguito l’istinto scrivendo i miei primi pezzi a tredici/quattordici anni ed è così che è iniziato il mio percorso di ricerca musicale. Da tutto questo è nato il mio percorso autoriale che mi ha permesso di realizzare tantissimo a livello musicale, come ad esempio l’anno scorso la partecipazione di Giordana Angi a Sanremo con il brano “Come mia madre” che ho scritto, oltre a tante altre situazioni derivate dalle canzoni e da occasioni conseguenti.
Negli ultimi anni non ho solo scritto per altri artisti, ma ho scritto canzoni anche per me, tra le quali anche “Cellophane”, il mio ultimo brano che racconta la storia che più o meno abbiamo vissuto tutti da piccolini: l’aver ricevuto un rifiuto da una ragazza. In “Cellophane” mi riferisco al “palo” ricevuto (“palo”: espressione tipica che indica il “rifiuto”) in terza elementare da una ragazza di quinta alla quale avevo consegnato un bigliettino molto carino scritto in dialetto, essendo di Latina, nel quale le chiedevo se voleva “mettersi con me”, e ho ricevuto la risposta “no, non mi voglio mettere con te…” (ride – ndr). Da questo episodio è nato questo racconto che negli anni mi ritornava sempre e quindi una sera è finito dentro una canzone che ha preso vita, proprio per dare la possibilità a chi si è trovato nella mia stessa situazione di non sentirsi solo, ma consolato dal fatto che può succedere a tutti e di conseguenza di identificarsi nel brano.
Molti di noi hanno vissuto quella fase e quindi è importante ricordarla con un sorriso, nei vari momenti della vita, anche quando si è più grandi. E’ una di quelle situazioni leggere che può tornare in mente e può essere utile specie in questo periodo storico, una canzone controcorrente come “Cellophane” forse serve… (ride – ndr).
- Perché hai voluto collaborare con Zoda per l’uscita del tuo ultimo pezzo “Cellophane”?
Io e Zoda ci conosciamo da tanti anni, dai tempi delle scuole medie, siamo entrambi di Latina. Abbiamo iniziato a lavorare insieme su piccole cose, poi Zoda dal mondo di YouTube e si è approcciato al mondo della musica e abbiamo fatto le prime tre/quattro canzoni insieme, e sono uscite così le sue prime opere. E’ nato in questo modo il legame con Zoda. Si era trasferito in questo ultimo periodo, però è tornato a Latina e così ci siamo nuovamente incontrati in studio, dove ha ascoltato questa mia canzone. Anche lui si è ritrovato nella situazione raccontata in “Cellophane”, gli è piaciuto questo messaggio e grazie all’intesa professionale abbiamo deciso di lavorarci insieme.

- Tu e Zoda oltre ad essere amici, siete due grandi artisti con diverse peculiarità. Cosa ti accomuna e cosa ti differenzia da Zoda?
Ciò che ci accomuna e lega è l’amore per la musica e per la ricerca dei contenuti, perché entrambi abbiamo questo pallino fisso della ricerca del bello attraverso la musica. Ci differenzia la vita che facciamo e le diverse attitudini, essendo Zoda un rappresentante di un movimento musicale diverso dal mio. Siamo opposti ma vicini, diciamo che ci completiamo.
- La genuinità dell’artista e delle parole dei suoi brani premia?
Secondo me l’artista viene premiato dal punto di vista della fedeltà, nel senso che in questo momento la musica è diventata anche “usa e getta” sotto il punto di vista della velocità con cui viene creata, prodotta e poi ascoltata. Ci sono pochi fattori che legano, è come ad esempio avere una scelta di cinquecento ristoranti diversi, ma tu ritorni sempre nel tuo preferito perchè ti piace come prepara quel tipo di pasta. Questo esempio è per far capire il senso del ragionamento, ritorni dove e con chi sei stato bene.
- Quanto è stato importante la collaborazione con Giordana Angi con la scrittura del pezzo “Come mia madre” cantato l’anno scorso a Sanremo per il proseguo della tua carriera?
E’ stato molto importante soprattutto perché ha segnato uno specie di sogno per chi fa musica, ma è anche un primo passo verso un percorso ancora più difficoltoso, quindi da questo punto di vista Sanremo dà e toglie. Porto questo paragone: è come la Champions League per i calciatori, non sempre puoi uscirne da vincitore ma ti fa entrare nella mentalità giusta che poi serve per continuare a fare bene. E questo approccio ti può riportare ancora in quel palco.
- Con quale artista ti piacerebbe avere una collaborazione, scrivere un testo o produrre una canzone in futuro?
Dargen D’Amico è il mio sogno. Il sogno nel senso che da piccolino ascoltavo tantissima musica rap, poi quando ho ascoltato alcuni pezzi di Dargen ho pensato “wow”. Tra l’altro Dargen si sta approcciando molto anche alla musica pop come autore, tanto che è anche autore di due pezzi presenti all’ultimo Sanremo, di Fedez e Annalisa. Mi piace tantissimo la versatilità che Dargen ha nella musica e nella ricerca.
- Secondo te, quale sviluppo dovrebbe avere il mondo della musica nei confronti delle giovani generazioni?
Quest’anno c’è stato un forte cambiamento da questo punto di vista, semplicemente perché non essendoci stati altri tipi di intrattenimento musicale, la musica ha cambiato totalmente veste, è cambiata velocemente e anche da tutti i punti di vista. Quindi secondo me le nuove generazioni, come si è potuto vedere anche a Sanremo, quest’anno hanno preso ampiamente il controllo della situazione. L’anno scorso alcuni artisti, big in gara avevano già partecipato almeno una volta a Sanremo, o hanno partecipato ad altri importanti eventi, mentre in quest’ultima edizione di Sanremo, hanno partecipato i Coma Cose, Madame, La Rappresentante di Lista, questo è un chiaro segnale che la musica Indie, la musica giovane ha rilievo, ma soprattutto ha molto da dire.

- In quali eventi e palchi ti piacerebbe esibirti e dimostrare il tuo straordinario talento di autore e interprete?
Qualsiasi palco va bene, semplicemente perchè in questo momento non abbiamo la possibilità di fare musica e cantare dal vivo. Visto quello che è successo, a questo punto sarebbe bello già avere un palco, qualsiasi esso sia va bene. Non è un discorso “disperato” ma è un discorso di esigenza di espressione musicale. Esigenza di suonare e cantare davanti alla gente.
- Ti sentiresti pronto a salire sul palco di Sanremo?
Forse non esiste il momento giusto per partecipare a questo importante evento, però è come dire “l’occasione fa l’uomo ladro”.Se mi si presenta l’occasione di salire su quel palco, lo farei sicuramente con una preparazione che diversamente non avrei fatto prima, senza quella motivazione.
- Come ti prepareresti per Sanremo?
Questa è una bella domanda! Sicuramente circondato da persone che contribuiscono a rasserenarmi e a farmi assaporare con naturalezza il momento per leggere nel giusto modo l’esperienza a Sanremo.
- Come gestiresti le emozioni a Sanremo?
Penso che non c’è un modo specifico o delle chiare istruzioni per questo, però essendo Sanremo un’occasione importante, che come in tutte le occasioni di un certo livello, riesci a capire come gestire le emozioni subito dopo che l’hai fatto. Magari in un’altra occasione, una seconda volta riuscirei a gestire meglio il tutto.
- Quale artista ti è piaciuto particolarmente?
Willie Peyote. Visto l’indice di gradimento dei sondaggi si è capito come il pubblico più adulto ha iniziato ad apprezzare e soprattutto ha compreso il messaggio e la forza di comunicazione della sua musica.
- Cosa ne pensi di Sanremo dello scorso anno?
Sanremo dell’anno scorso è stato un’edizione “fortunata” rispetto a quest’ultima. Sarebbe bellissimo poter rivivere il prima possibile quel tipo di “normalità” e quel tipo di spensieratezza.
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