Musica
Mavì: “NOIRE è la canzone che fa viaggiare…”
Il nuovo brano di Mavì è “Noire” che ci racconta una storia d’amore appesa ad un filo in un’elegante atmosfera parigina.
Noire rappresenta il punto d’inizio di un’avventura musicale ancora tutta da scoprire. Durante la produzione, l’artista e il suo team di lavoro sono partiti da un sentimento, la rabbia, e da lì hanno edificato fin dalle fondamenta una storia d’amore che purtroppo di amore ha ben poco. «L’obiettivo era quello di creare un brano che facesse viaggiare – spiega Mavì a proposito di “Noire” – Quindi, se ascoltandolo vi siete ritrovati anche voi nella città dell’amore, posso ritenermi soddisfatta».
Il videoclip di “Noire” è nato da un’idea di Veronica Amorosi e Ludovica Sidoti e diretto da Marco Giorgi, ed è stato ideato cercando di enfatizzare la tematica che il brano affronta: una storia d’amore ormai in bilico, appesa a un filo.
Da una parte un uomo freddo e distaccato, incapace di mostrare amore per la sua donna; dall’altra, lo smarrimento negli occhi di chi, in fin dei conti, ancora ci crede. La sequenza di immagini ritrae i due amanti all’interno di una stanza d’albergo molto elegante per ricreare un’atmosfera parigina e proporre allo spettatore un accostamento paradossale: Parigi, città dell’amore, che diventa improvvisamente un luogo di rottura, di separazione.
Mavì si presenta
Mi chiamo Ludovica Sidoti, in arte MAVÌ, sono una cantante autrice e canto da diversi anni spinta da una grande passione per l’arte canora che coltivo sin da bambina. Hi iniziato il mio percorso nel mondo del canto e della musica in modo più approfondito grazie alla recente collaborazione con l’etichetta “Cantieri Sonori” con la quale sto lavorando molto bene. Insieme abbiamo avviato un progetto musicale che ha previsto l’uscita a febbraio del nuovo singolo “NOIRE” e molto altro lavoro in corso, ancora in fase di evoluzione.
- Ludovica, perché hai scelto il nome d’arte Mavì? Da cosa deriva, ha un particolare significato?
Cercando un nome che mi rappresentasse al meglio, elegante e in linea con gli obiettivi legati al mio progetto musicale, sono giunta, dopo una riflessione, alla conclusione che Mavì era il nome d’arte adatto a me, in quanto pronunciandolo fa percepire un suono che riporta alla lingua francese e al significato “la mia vita”.
Inoltre, questo nome riporta anche ad un colore per me importante, il mavì, l’azzurro chiaro, una tonalità che mi fa pensare ad una persona della famiglia a me cara, che ad oggi non sta particolarmente bene. Grazie al pensiero di questo “collegamento” è come se la portassi sempre con me in questa mia avventura.
- Sappiamo di te che all’età di 10 anni ti sei appassionata al canto, in seguito al ruolo di cantante solista in una recita scolastica, ma cosa ha fatto davvero scattare l’amore e la motivazione di perseguire e approfondire questo percorso musicale?
In effetti è così, da quel momento in poi non mi sono mai staccata dalla musica. Ho iniziato a studiarla tre anni dopo, quando avevo tredici anni, e come hai detto, è stato amore puro.
- Hai scelto il percorso universitario laureandoti in lingue straniere, cosa ti ha portato a scegliere questo indirizzo?
All’università ho scelto lingue un pò per crearmi un piano “B”. Ma a parte tutto, secondo me la conoscenza delle lingue è importante a prescindere. Ho studiato e mi sono laureata in lingua inglese e russa, e riconosco l’importanza della conoscenza delle lingue straniere per la comunicazione e in ogni altro contesto, come anche in ambito musicale.
- Continui il tuo percorso musicale con il pianoforte? Suoni o ti piacerebbe approfondire anche altri strumenti?
Mi piacerebbe comunque intensificare ulteriormente lo studio del pianoforte al quale ho dedicato un paio di anni, per essere in grado di potermi accompagnare da sola, quindi non avendo fatto uno studio classico e mirato, rientrerebbe nei miei desideri continuare ad applicarmi su questo bellissimo strumento e poter essere così in grado di suonare davanti ad un pubblico. Per quanto riguarda altri strumenti, mi ha sempre incuriosito la chitarra, ma per mancanza di tempo, non sono mai riuscita a dedicarmi a questo.
- Ricollegandoci alla possibilità di poter cantare e suonare davanti ad un pubblico, ti sentiresti pronta per esibirti in un palco importante davanti a tanta gente…Covid permettendo?
Si mi sentirei pronta, perché è da anni che mi preparo a questo. E’ uno dei miei desideri più grandi poter arrivare ad un palco importante, se la situazione legata alla pandemia lo permette.

- Per il testo del tuo brano “Noire”, ti sei occupata del testo e della musica con Marco Canigiula e Pietro La Terza. Quanto e in che modo ci hai messo del tuo per la stesura del testo e per la musica?
Al progetto abbiamo lavorato tutti e tre insieme, dalla stesura del testo alla produzione musicale, essendo il mio primo brano mi sono fatta consigliare molto da loro e insieme, grazie anche ad una mia indicazione, abbiamo individuato la strada da intraprendere e per questo attualmente sono molto soddisfatta del risultato. Abbiamo lavorato intensamente e bene tutti insieme, per quanto riguarda il testo, c’è molto di me.
- Quindi la storia anche racconti in “Noire” è autobiografica?
In parte sì e in parte no, diciamo che il sentimento sul quale si basa la storia è reale, questo sentimento di rabbia è riferito a quelle persone che non fanno un passo verso di te quando invece tu hai fatto un passo verso loro. Questo sentimento deriva da esperienze reali e da me vissute. In “Noire” la rabbia è vissuta nell’ambito di una storia d’amore che non funziona.
- Hai dichiarato che l’obiettivo di “Noire” è quello di far “viaggiare l’ascoltatore…” cosa intendi di preciso?
Per questo brano desideravo un arrangiamento musicale che portasse l’ascoltatore a fantasticare con la mente seguendo le sue fantasie, ma allo stesso tempo anche di trasportarlo con se in questa uscita d’amore a Parigi.
- La collaborazione e le esperienze vocali con Pierfrancesco Bazzoffi e Alessandro Sgreccia, il bassista e il chitarrista dei Velvet cosa ti ha lasciato?
E’ stata una bella esperienza, mi ha resa felice e soddisfatta per avermi dato la possibilità di relazionarmi con professionisti nel campo musicale.
- Ti piacerebbe cantare in duetto con qualche altro o altra collega artista? E se si, con chi?
Qui mi apri un portone… (sorride – ndr) Ce ne stanno tantissimi di artisti con i quali vorrei duettare! Attualmente mi piacerebbe cantare con Madame, mi è piaciuta tantissimo a Sanremo. Nonostante il nostro non sia lo stesso mondo musicale, sarebbe bellissimo cantare con lei.
Madame è forte, mi piace!
- Collegandoci a Sanremo, cosa ne pensi della Sezione Giovani del Festival?
Ho tifato per Davide Shorty che qualche anno fa ha anche partecipato a X Factor.

- Dei Big di Sanremo, qualche preferenza?
Per quanto riguarda i Big, mi è piaciuta molto Madame, ma diciamo che quest’anno ci sono stati tanti brani interessanti. Apprezzando la musica a 360 gradi, posso dire che da Madame passo ad Arisa, anche lei mi è piaciuta davvero tanto come anche il brano dei Måneskin.
Sono molto contenta che abbiano vinto loro Sanremo! Una vittoria meritata da questo gruppo anticonvenzionale nel contesto di Sanremo che siamo stati abituati a vedere di solito.
- A Sanremo chi ti ha colpito particolarmente per l’esibizione per la presenza scenica?
Sempre Madame!
- Prendi ispirazione da qualcuno in particolare per le tue canzoni e la musica?
E’ una domanda che a volte mi viene posta e alla quale rispondo che non prendo volutamente ispirazione da altri artisti italiani. Quando sono entrata in sala per produrre “Noire” sono partita con l’obiettivo di ispirarmi ad un mix di due cantanti internazionali forti che rappresentano in parte i due lati di me, Billie Eilish e Lana Del Rey alle quali mi sento molto vicina dal punto di vista musicale ma in particolare per l’immagine che rappresentano. Apprezzo molto queste due grandi artiste diverse fra loro, mi piacciono le loro differenti personalità, alternative/eccentriche ed eleganti. Mi vedo molto in loro.
- Cosa ti aspetti dopo questo tuo esordio con “Noire”? Quale sarebbe il tuo sogno?
Sto continuando a lavorare ad altri brani, quindi altre novità in arrivo, più che aspettarmi, spero che il mio lavoro venga pensato anche dopo “Noire”. Per il sogno, non posso rispondere ora, poichè sono molto scaramantica e quindi solo quando il mio sogno si avvererà, potrò rivelarlo.
- Ti piacerebbe partecipare ad un talent?
Ho partecipato già a dei talent e mi piacerebbe far parte nuovamente ad un progetto di questo tipo, rientrerebbe nei miei programmi ritentare questo tipo di esperienza, sarebbe una bella sfida.
- Il primo lockdown e in generale durante questo periodo legato all’emergenza sanitaria per il Covid associata a limiti e restrizioni ti ha portato a qualche riflessione?
Il nostro settore è stato pesantemente penalizzato da questa situazione che si è creata e per questo ho tanti amici che stanno particolarmente soffrendo. Io mi trovo in una fase di creazione, sto costruendo il mio mondo musicale e non vivo per ora la fase di forte crisi che sta coinvolgendo altre persone del mio settore. Mi auguro davvero, come tutti noi, che presto si torni ad una situazione di normalità.
- Abbiamo letto di te che ti piace “vestirti di musica”… secondo te è importante l’outfit di un’artista? C’è qualche stilista che ti piace in particolare?
L’outfit è importante fino ad un certo punto, importante è che rispecchi quello che sei tu. Ad esempio se mi vesto in modo stravagante e poi non sono in grado di indossare abiti e accessori stravaganti, risulto essere poco convincente, poco credibile.
Una persona deve sentirsi a proprio agio con abiti e accessori che la fanno sentire bene. Io non ho particolari preferenze per uno stilista piuttosto che un altro, capita che a seconda del mio estro indosso abiti con abbinamenti diversi fra loro come stile, un giorno mi vesto in un modo, il giorno dopo in un altro, l’importante è stare bene con se stessi, essere a proprio agio.
- Ti piace la recitazione, ti piacerebbe approfondire questo percorso? Quanto è importante per un’artista che si esibisce su un palco o durante la produzione di un videoclip, la gestualità, il saper muoversi con la giusta dose di spontaneità?
E’ molto importante tutto questo. La recitazione che secondo me gioca un ruolo fondamentale anche nell’ambito della produzione di un video, la vorrei approfondire di più. La produzione del videoclip di “Noire” oltre al canto ha previsto la recitazione, ciò mi ha fatto riflettere sul fatto che se avessi sviluppato di più lo studio della recitazione, sarebbe andata ancora meglio.
Per quanto riguarda la gestualità sul palco, penso che sia importante trasmettere qualcosa e per questo andrebbe gestita al meglio senza però perdere di spontaneità e cadere nel ridicolo.
- Abbiamo letto di te che ami l’arte in tutte le sue manifestazioni, disegno, fotografia, raccontaci di queste tue passioni.
Sono appassionata di fotografia e disegno a livello dilettantistico, sono hobby ai quali mi sono avvicinata fin da piccola influenzata naturalmente dalle stesse passioni coltivate da mia madre.
- Raccontaci una curiosità su di te…
Cito spesso che a dieci anni ho partecipato alla recita a scuola e mi sono innamorata del canto e della musica, ma lo cito per un motivo. Frequentavo una scuola gestita da suore, a fine anno, a Natale si faceva sempre la recita nella quale c’erano sempre gli angioletti, il bambinello, ecc… e ricordo come fosse ieri, che la recita nella quale ero coinvolta e avevo una parte, inizialmente prevedeva un cantante solista maschio.
Non ricordo episodi durante i quali io abbia cantato prima di quel momento e qualcuno mi abbia sentito cantare. Durante il momento di assegnazione delle parti, tutti i miei compagni hanno iniziato a dire che la parte spettava a me, perché riuscivo a cantare ed ero intonata, ma in realtà nessuno di loro mi aveva sentito cantare.
Questo episodio mi ha colpito particolarmente, visto che il personaggio storico della recita con il ruolo di cantante solista sarebbe stato maschile, mentre il ruolo è stato assegnato a me proprio perché i miei compagni mi avevano segnalata. Tutto ciò mi è rimasto in mente in modo forte, facendomi riflettere su come sarebbero andate le cose se io non avessi fatto parte della recita con quella parte.
Per questo dò molta importanza a questa vicenda, grazie alla quale è scattato in me l’amore per il canto. Meritava di essere raccontata.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
-
Cronaca3 anni ago
Da cameriere a camerata: il ristorante che serve fascismo
-
Cronaca3 anni ago
Sessismo e violenza nei social: il degrado che respirano le donne
-
Cittadini3 anni ago
Gorgia, per intendere e comprendere la morale
-
Cittadini3 anni ago
Maxiprocesso: le persone e le storie. Tommaso Buscetta, il boss dei due mondi
-
Società3 anni ago
L’incomprensibile discorso di Diletta Leotta a Sanremo
-
Cittadini3 anni ago
Caro Pillon, tieni giù le mani dai bambini
-
Politica3 anni ago
L’on. Zan:” Invece che approvare la legge contro la discriminazione si continuano a proferire frasi omofobe e razziste”
-
Cittadini3 anni ago
Non possiamo sprecare altro tempo