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Musica

Guatemala: “SCUDO ROSSO esorcizza l’incertezza e l’incapacità di controllare la propria vita”

Scudo Rosso non è solo un brano, ma un manifesto di un sottogenere di difficile collocazione tra l’indie, il pop e l’alternative, contraddistinto dalla singolare commistione di leggerezza, ritmiche energiche, il tutto fuso con suoni in continua evoluzione e complessità mascherata dalla facilità di ascolto.

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Scudo Rosso, il nuovo singolo della giovane band pugliese, disponibile dal 12 marzo in tutte le piattaforme, parla di un sentimento che accomuna e attanaglia in particolare, il target perfetto di ascolto dei Guatemala: una generazione di giovani e studenti, persi in un mondo confuso e pressante da cui si può scappare soltanto rifugiandosi nella musica e nell’aggregazione salvifica intorno ad essa.

I GUATEMALA ci parlano del loro progetto musicale

Guatemala è la band composta da quattro giovani musicisti pugliesi di Bari e provincia che si sono frequentati nell’ambiente universitario, nei locali e pub del territorio.  Grazie all’amicizia che ci lega, insieme all’interesse e alla passione per la musica, abbiamo deciso di iniziare a intraprendere un percorso artistico insieme. E’ così che è nata la nostra band che abbiamo chiamato GUATEMALA, ed è composta da noi quattro: Claudio Ladisa (basso e synth), Cristiana Sorrenti (voce), Mirko Milazzo (chitarre), Roberto Cozzi, (batteria e percussioni).

Con background differenti alle spalle, ognuno di noi ha tendenze polistrumentistiche ed è autore di arrangiamenti e testi. Il nostro progetto musicale, che da subito ha previsto creazione e scrittura di testi e musica per i nostri brani, è derivato dalla necessità di esprimere e mantenere attiva la nostra creatività ed emotività, in alternanza al tempo dedicato allo studio. Abbiamo iniziato con una gavetta che ci ha portato a lavorare intensamente con esibizioni in tantissimi locali, pub, circoli, festival e sagre, seguendo una nostra scaletta di cover. Chi ci ascoltava e seguiva, apprezzando la nostra musica, ci chiedeva di pubblicare i nostri pezzi nel web, per poi poterci riascoltare nuovamente, ed è così che si è sviluppato il nostro progetto musicale che ci ha portato ad iniziare con la registrazione e pubblicazione dei nostri brani.

  • Il vostro brano ha una bel ritmo e una bella melodia, cosa volete comunicare con SCUDO ROSSO?

SCUDO ROSSO è un brano che rientra in una delle nostre missioni, poiché con questa canzone ci siamo posti l’obiettivo di essere portavoce della nostra generazione, quella dei ventenni di oggi. Il brano parla di una sensazione ricorrente fra noi giovani, il senso di smarrimento, cioè quella sensazione che porta a pensare di non avere il controllo della propria vita. E’ un sentimento che ognuno di noi può provare nella propria sfera personale, ma che risulta anche essere molto diffuso, specie fra i giovani. Questa percezione deriva dalla consapevolezza di essere controllati da molti fattori esterni e da una sensazione di inadeguatezza rispetto al controllo della propria vita, personalità e ambizioni.

Da questa riflessione, deriva la necessità che sentiamo di comunicare attraverso la nostra musica, questo senso di smarrimento, la percezione di cadere nel vuoto, concetto che è anche stato “cristallizzato”, declinato nell’artwork della copertina del nostro brano SCUDO ROSSO, realizzato da Alessandro Ventrella. Questo artista di grande valore è riuscito a realizzare in modo performante la grafica per la nostra canzone, interpretando in modo preciso il significato di ciò che con il brano volevamo comunicare, oltre a curare nel senso più ampio il nostro progetto, grazie alla suo contributo per quanto riguarda la sua specifica professionalità.

Con SCUDO ROSSO vogliamo comunicare questa sensazione di caduta libera, ma allo stesso tempo trasmettere un grido di speranza, non di arresa. Per questo nel brano, come in un mantra, viene ribadita la frase “mantieni attiva la mente” che sottolinea l’importanza di mantenere il controllo di noi stessi.

  • Il nome della vostra band, GUATEMALA da cosa deriva?

Il vero motivo di questa scelta deriva da Claudio Ladisa, fondatore e bassista della band, e anche grande appassionato di geografia. Claudio ha dato il nome Guatemala ad un brano sul quale abbiamo lavorato molto, ma che per svariati motivi non ha mai visto la luce. Non eravamo mai del tutto soddisfatti di come si stava evolvendo questa canzone, volevamo continuamente migliorala, sempre alla ricerca del sound perfetto, senza però mai arrivare al completamento del lavoro.

Tutto questo ha portato alla chiusura del nostro lavoro su Guatemala, una canzone incompiuta. Questa vicenda ci è rimasta in mente a tal punto che il brano incompiuto “Guatemala” è divenuto idealmente il simbolo del nostro progetto musicale, che prevede tanto lavoro e uno studio mirato di testi e musica alla ricerca di originalità e sound perfetto con una persistente sensazione di incompletezza. Tutto ciò, ci ha portato a scegliere “Guatemala” come nome per la nostra band.

  • Chi di voi si dedica alla scrittura dei testi dei vostri brani?

Non c’è una regola fissa, ad esempio per SCUDO ROSSO, la stesura della prima strofa è di Claudio. Ogni brano inizialmente nasce da un’idea di uno di noi, poi quando ci si lavora insieme e si entra in sala prova, diventa figlio della band. Non seguiamo regole specifiche, il processo di creazione è molto naturale, alcuni testi vengono scritti assieme, a otto mani, in altri casi, qualcuno di noi scrive interamente un brano, ma poi viene revisionato dal gruppo e quindi ci lavoriamo tutti. Ogni canzone nasce da una situazione diversa, il prodotto finale che viene pubblicato è il risultato di un lavoro di gruppo condiviso da tutti noi.

  • La vostra terra d’origine, bellissima e accogliente, quanto ha contribuito ad ispirarvi nel vostro progetto musicale e in che modo?

Confermo, la nostra terra è sicuramente motivo di ispirazione per noi sotto il punto di vista artistico, poiché il nostro vissuto che è indissolubilmente legato al nostro territorio d’origine, influenza quello che siamo, quello che scriviamo e la musica che facciamo. Ad esempio alcuni ritmi che il nostro batterista inserisce in un pezzo, deriva da influenze internazionali ma allo stesso tempo, riconducono anche a ritmiche e musiche tipiche della nostra terra d’origine. E’ un insieme di influenze che si fondono. La tematica del mare, spesso la si ritrova nelle nostre canzoni e il tema di SCUDO ROSSO in qualche modo riconduce alla condizione sociale dei giovani del Sud. 

Sono alcune riflessioni che portano a confermare che la nostra terra ci influenza sotto più punti di vista. In virtù della famosa frase che dice “tutto il mondo è paese” e grazie alle potenzialità del web, fortunatamente possiamo raggiungere musicalmente ogni angolo del mondo, ascoltare ed essere influenzati dalla musica di altre realtà e di altri paesi, ma allo stesso tempo essere caratterizzati a livello musicale dal nostro territorio. Si tratta di una sorta di “integrazione”, di un progetto musicale che naturalmente è stimolato da fattori propri del nostro luogo d’origine e anche da altre suggestioni.

L’aggregazione ed integrazione è la base della nostra musica che ci porta a percorrere un cammino nuovo ed interessante. Il nostro obiettivo è anche quello di creare una vera e propria scena musicale pugliese, un programma importante per far emergere tutti gli elementi rilevanti del nostro territorio.

  • La vostra band racchiude diverse personalità artistiche. Qual è la ricetta che vi mantiene coesi?

Siamo una band composta da artisti con indole differente, lavoriamo sul nostro progetto artistico, con spirito di collaborazione e impegno seguendo un metodo organizzativo che prevede la scelta di ruoli, scadenze e piani precisi da rispettare. E’ proprio questo insieme di situazioni che rende possibile la convergenza di differenti visioni e approcci verso un’unica direzione che mettiamo in atto in modo concreto nel nostro progetto musicale.

Questo approccio è il nostro punto di forza. La nostra produzione musicale, frutto di quattro esperienze personali artistiche diverse, con il tempo e il lavoro condiviso ci ha anche portato ad una convergenza, facendoci intraprendere una strada stilistica comune. La condivisione spesso la ritroviamo sotto altri punti di vista, come ad esempio l’ascolto di brani che piacciono a tutti noi.

  • Quali sono gli artisti o le band italiane o internazionali di vostro interesse? Per quale motivo vi piacciono? Chi vi ispira particolarmente?

Partendo dal presupposto che prima di essere musicisti siamo ascoltatori (concetto imprescindibile), e prendere ispirazione da altre realtà, sembra essere un processo naturale, anche se poi scrivi musica originale. Pensiamo che questo discorso possa essere valido per ogni artista. Prima di scrivere e produrre musica è fondamentale ascoltare tanto e poi tanto ancora, perché solo così è possibile comprendere alcuni meccanismi che stanno alla base della stesura di un brano. Abbiamo alcuni punti in comune sull’ascolto di musica, come dicevo prima, tuttavia noi quattro, in gran parte, siamo il risultato di ascolti diversi e di conseguenza ognuno di noi acquisisce influenze eterogenee.

A tal proposito abbiamo creato una playlist su Spotify “Guatemala Tabacchi”, che teniamo aggiornata e che racchiude i nostri influssi storici ed attuali e comprende artisti molto diversi tra di loro, anche di livello internazionale, come Colapesce e Dimartino, Battiato, Jamiroquai, Pino Daniele, i Cure, Ghemon, i Cocoloco, Mac Demarco, solo per citarne alcuni. Dalla musica degli artisti che ascoltiamo, recepiamo suggestioni diverse, come ad esempio i cantautori italiani ti rilasciano quella spinta in più per la scrittura del testo, a differenza del collettivo che fa jazz, come i Cocoloco che trasmette ricercatezza, ritmi tribali ed internazionali. Quindi, dall’ascolto delle diverse realtà, possiamo cogliere una naturale ispirazione che, sommata a tanto lavoro di noi quattro insieme, porta alla creazione dei nostri pezzi.

  • Il vostro target di ascoltatore chi è? A chi puntate?

Con la nostra musica e canzoni ci rivolgiamo in particolare ai nostri coetanei coi quali vogliamo “comunicare” attraverso i nostri pezzi che parlano della nostra e della loro vita. Quindi, fra i nostri ascoltatori ci sono moltissimi giovani, tuttavia, proprio perché creiamo musica leggera e orecchiabile riusciamo ad arrivare a chiunque, a qualunque target.

  • In quali importanti contesti vi piacerebbe esibirvi, Covid permettendo?

Ci piacerebbe, e sarebbe il nostro sogno, esibirci nel palco Uno Maggio di Taranto, che oltre ad essere un’importante vetrina per la musica di oggi, è anche un palco ricco di significati e che riesce ad accendere i riflettori su tante battaglie sociali e ambientali legate alla nostra terra. Inoltre, il nostro gruppo è composto da ragazzi tutti pugliesi, ambire a salire su questo palco per noi di Guatemala sarebbe molto significativo e importante. In quanto appassionati di musica, siamo grandi fan del Festival di Sanremo e per noi sarebbe un sogno arrivarci, partecipando a Sanremo Giovani.

  • Partecipereste ad un talent?

Ci piacerebbe decisamente partecipare ad un talent show, anche se con qualche riserva. Consapevoli che questo tipo di spettacolo può rappresentare un grande trampolino di lancio per chi vi partecipa. Il talent è uno “strumento” che può portarti davvero lontano, se sfruttato bene e se ti consente di mantenere l’identità artistica. Importante è rendersi conto che se partecipi in un contesto di questo tipo, entri in un ambito non tanto musicale, ma bensì dello spettacolo e dell’intrattenimento televisivo.

Si tratta di mondi diversi, per questo il percorso va affrontato con lucidità e consapevolezza, e spesso al centro non vi è il “prodotto”, cosa che dovrebbe succedere, bensì tutto quello che ruota intorno ad esso. Per concludere, a noi di Guatemala piacerebbe partecipare ad un talent, con la consapevolezza di entrare in un mondo particolare, ma non con l’aspirazione e il sogno di diventare famosi. Per quanto riguarda Sanremo, l’ambiente di questo importante festival sembra abbia avuto un’evoluzione, divenendo quasi un fenomeno sociale in Italia, contraddistinto da un’anima musicale ricca di altri contenuti legati all’intrattenimento. A noi piace molto e lo guardiamo insieme con molta allegria. Sarebbe bello per noi partecipare a Sanremo Giovani, con un pezzo che eventualmente abbiamo già, e che sarebbe anche interessante da arrangiare per questa occasione.

  • Chi vi è piaciuto in particolare di questa ultima edizione e perché? Cosa non vi ha particolarmente colpito?

Noi quattro a volte siamo discordi nelle scelte, tuttavia il pezzo di Colapesce e Dimartino è piaciuto molto a tutti noi. Sono due artisti che stimiamo molto e seguiamo ancor prima di Sanremo. Ci è piaciuto anche il pezzo di Ghemon. In generale siamo molto contenti che tutta la squadra di artisti giovani di quel calibro, che ha partecipato al Festival e che proviene dalla musica indipendente, stia avendo un grande riscontro dopo anni di intenso lavoro.

Quindi artisti come Fulminacci, Ghemon, Willie Peyote e molti altri, ci sono piaciuti, anche se non a tutti noi, con la stessa intensità. A volte abbiamo preferenze diverse, come si diceva prima. Ci è piaciuto anche il pezzo di Madame e il brano di Orietta Berti. La canzone di Orietta ha un bel testo, mentre non siamo rimasti particolarmente colpiti da artisti come Ermal Meta, Arisa, Annalisa, nonostante siano grandi artisti, per ora non sono presenti nella lista dei nostri preferiti.

  • I vostri outfit rispecchiano una scelta stilistica particolare e condivisa da tutti voi?

Il discorso dell’outfit è sempre un problema (sorride – ndr). Proviamo sempre ad organizzarci per individuare i giusti abbinamenti, ma spesso non ci riusciamo, proprio perché siamo diversi e non troviamo facilmente un’identità che ci accomuni, tuttavia, rientra nei nostri progetti pensare alla collaborazione con una stylist per i futuri shooting e per quando si potrà tornare a suonare nei palchi. Siamo in contatto con una stylist di Bari che stimiamo e che ci confezionerà abiti con tessuti molto colorati, provenienti dall’Africa, in linea con le nostre ritmiche e la nostra idea di energia, aggregazione ed identità. Nella speranza di poterci esibire davanti ad un pubblico il prima possibile, stiamo pensando in grande, accordandoci su un’outfit che piaccia a tutti noi.

  • Come proseguirà il vostro progetto musicale?

In questo momento è difficile pianificare qualsiasi passo, per la situazione legata alla pandemia che tutti stiamo vivendo, ma nonostante questo, abbiamo molti brani in cantiere da finalizzare. E’ nostra intenzione crescere e considerando che Guatemala è una band totalmente indipendente con risultati e traguardi raggiunti provenienti esclusivamente dal nostro lavoro, questo ci rende orgogliosi e fieri di noi stessi.

Stiamo valutando se inserirci in un contesto più ampio, individuando un’etichetta e agenzie che possano seguire il nostro progetto artistico, di conseguenza decideremo la modalità di pubblicare i brani che sono in lavorazione e in attesa di essere finalizzati. Procederemo quindi, con la pubblicazione delle nostre canzoni, oppure in alternativa, seguendo una strada che prevede la pubblicazione inserita in un contesto più ampio di commercializzazione.

  • Con chi vi piacerebbe condividere il palco?

Abbiamo avuto la fortuna e la soddisfazione ad esibirci al Reset Festival di Torino, e abbiamo suonato nel palco con Margherita Vicario, cantautrice di spicco del nostro contesto e ambito musicale oltre ad altri grandi artisti come Ale Bavo, Samuel dei Subsonica ed Eugenio Cesaro. Comunque in generale, a noi è sempre piaciuto aprire i nostri concerti con qualche artista emergente che apprezziamo, privilegiando artisti del nostro territorio con i quali instauriamo collaborazioni, e questo già lo facciamo. Pensando di sognare, ci piacerebbe suonare con Venerus, un artista che ci piace e ci mette d’accordo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il mondo dello sport ed in particolare del calcio rappresenta una delle mie più grandi passioni, oltre al grande interesse e dedizione per le lingue, l’economia e le relazioni internazionali che attualmente approfondisco nelle mia città, Venezia. Scrivo articoli inerenti al panorama musicale, che amo e seguo con particolare interesse, ed in particolare, mi occupo della redazione di articoli sportivi con spiccato interesse per il mondo calcistico, ponendo uno sguardo alla salute e al benessere sociale ed economico del nostro paese e dell’intera umanità.

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