Ambiente
Xylella e Covid: una moneta dalla stessa faccia e la Puglia soffre
Dal 2013 in tutta la Puglia gli ulivi si ammalano e poi muoiono provocando un danno economico di ben 1,6 miliardi di euro. A che punto siamo con la lotta contro la Xylella fastidiosa?

A partire dal 2013, nella provincia di Lecce e poi in quasi tutta la Puglia, gli ulivi si ammalano e poi muoiono, la colpa è del Complesso del disseccamento rapido dell’olivo (CoDiRo), patologia che ha una serie di concause tra le quali la principale è la Xylella fastidiosa, un temibile batterio finora assente in Europa che ha già fatto enormi danni negli Stati Uniti e in Sudamerica.
Dal 2013 ad oggi, secondo un’analisi di Coldiretti Puglia, ha colpito 8mila chilometri quadrati, con un danno stimabile di 1,6 miliardi euro.
L’ipotesi più probabile è che sia entrata trasportata da piante ornamentali provenienti dall’America Centrale, dove il batterio esiste: ogni anno ne vengono importate decine di milioni. È causa di gravi malattie in piante di interesse agricolo e ortofrutticolo (agrumi, pero, melo, olivo) e anche in essenze arboreo-arbustive di interesse forestale, inclusa la quercia e l’oleandro, e in piante ornamentali.
La diffusione del batterio

È un batterio che non risparmia nessun fusto, decretando la morte, nel giro di qualche settimana, di interi ettari agricoli. Dagli ulivi secolari alle prime piantine, utilizzate per soppiantare gli alberi ormai morti.Quando una pianta viene infettata i batteri portano alla formazione di un gel nello xilema, ostruendo il flusso dell’acqua attraverso i vasi linfatici della stessa e bloccando la sua nutrizione
La Xylella f. è diffusa dall’adulto dell’insetto che, spostandosi da pianta a pianta per nutrirsi, acquisisce il batterio dalle piante infette e lo trasmette alle piante sane, diffondendo così, ‘a macchia d’olio’ l’epidemia. Il ciclo dei vettori è molto influenzato dall’andamento climatico: nelle zone costiere può anticipare anche di 20 giorni rispetto alle zone interne o a quelle con altitudine maggiore di 350 m. s.l.m. Ridurre la popolazione degli stadi giovanili significa ridurre la popolazione degli adulti potenziali vettori.
Il mese di aprile è quello più strategico per la lotta ai vettori, poiché l’insetto è ancora allo stadio giovanile, è statico e vulnerabile, e facilmente localizzato sulle piante spontanee. In questo mese è fondamentale eliminare la flora spontanea su cui vivono le neanidi, con arature o trinciature per abbattere in maniera sensibile la popolazione giovanile dei vettori presente nei campi e in particolare negli oliveti.
L’assenza di un pesticida

È una situazione paradossale e, per molti versi, simile alla pandemia che si sta vivendo. Nonostante si sia presentata già anni addietro, sembra non esserci ancora un pesticida che favorisca la scomparsa definitiva della Xylella. I finanziamenti europei per la ricerca hanno favorito un’ accelerazione in questo campo, garantendo una speranza ai milioni di agricoltori pugliesi.
Quest’ultimi sembrano vivere una guerra su un duplice fronte: da un lato la Xylella che non permette di garantire i ricavi economici per il sostentamento familiare, dall’altro il Covid che causa la morte dei più cari portando sofferenza in ogni famiglia.
Oggi, si deve aggiungere che il Coronavirus ha posto in secondo piano ogni altro tipo di problema, concentrando l’attenzione dell’ Italia e dell’ Europa stessa sulla soppressione di un virus ormai conosciuto.
Quanto ancora gli agricoltori pugliesi, dalle campagne foggiane a quelle salentine, dovranno soffrire prima di poter vedere nuovamente un po’ di luce nei propri campi, nei propri raccolti, nella propria vita lavorativa?
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