Musica
Max Nardari: “Il testo di I need you è un omaggio al mondo del cinema e dello spettacolo in difficoltà per la pandemia”
I Need You è il nuovo brano di Max Nardari, artista e regista che vanta prestigiose direzioni di Festival e diversi film alle spalle.
Grazie al background in regia e sceneggiatura, Max Nardari nel 2003 fonda la sua casa di produzione cinematografica Reset Production con cui produce film, numerosi cortometraggi, documentari, spot e videoclip musicali. Parallelamente porta avanti la sua attività di compositore e autore musicale scrivendo brani e collaborando con importanti artisti della scena musicale italiana oltre a comporre testi di canzoni per i suoi film e cortometraggi distribuiti da Rai Cinema e messi in onda su RAI 1.
Nel 2016 con la sua Reset Production produce, scrive e dirige il suo secondo film La mia famiglia a soqquadro (da settembre 2020 su Amazon Prime) con protagonisti Marco Cocci, Eleonora Giorgi e Ninni Bruschetta, per cui riceve svariati premi internazionali, fra cui il Festival di Tokyo 2017 e Il Leone di Vetro alla 75ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia come miglior regista ed eccellenza veneta.
Ecco come si definisce Max Nardari

Mi definisco un artista creativo multifunzionale, a differenza di qualche tempo fa quando mi identificavo nel ruolo di regista grazie al percorso professionale intrapreso, che mi ha portato a sviluppare diversi progetti, fra i quali la produzione di due film usciti al cinema in questi ultimi due anni. A proposito di questo, a Treviso, lo scorso dicembre abbiamo creato un evento pazzesco, in occasione della presentazione del mio film “Di tutti i colori”.
E’ stato un onore avere la presenza di circa cinquecento persone, fra le quali alcuni Rappresentanti della Regione Veneto. “Di tutti i colori” l’abbiamo girato in Russia e Italia, con un cast importante, comprendente Alessandro Borghi, Giancarlo Giannini ed altri noti attori. Dedicando gran parte del mio tempo in progetti di questo tipo, lavorando intensamente nella creazione di film e produzioni simili, mi sono calato nel ruolo di regista. In seguito al Covid e delle note conseguenze che hanno toccato da vicino tantissime persone e professioni, noi artisti ci siamo messi in discussione facendoci valutare la situazione.
Questo periodo mi ha portato a riflettere sul fatto che la musica è sempre stata parte di me, ma l’avevo “soffocata” per troppo tempo, la consideravo quasi un hobby, quando, invece, ricopre un ruolo importante nella mia vita. Ed è per questo che ho iniziato a non considerarmi più solo regista. Originario di Padova, mi sono trasferito a Treviso, poi, avendo frequentato l’università Dams di Bologna, ho intrapreso l’ambita e impegnativa strada del cinema, con soddisfazioni, ma anche difficoltà del caso, specie quando presenti prodotti tuoi, scritti da te, con la necessità di trovare qualcuno che creda nel tuo progetto e nella tua professionalità. L’evolversi delle situazioni mi ha portato a mettermi in proprio, ad aprire una mia società, la Reset Production srl, una casa di produzione cinematografica indipendente con sede a Roma.
Quindi il mio percorso di regista è continuato, con la consapevolezza di voler sviluppare quella passione che è la musica e che è sempre stata presente in me. Tornare a fare musica, dopo tanti anni di cinema, è una grande scommessa, perché non sono più un ragazzino di vent’anni, sono un quarantenne che ha scelto percorsi indipendenti. Per questa mia indole, ho deciso, per ora, di cantare prevalentemente in lingua inglese, a differenza del diffuso genere legato al cantautorato italiano o del
genere trap, così di tendenza in questo periodo, anche se comunque piacevolmente ascolto molto di questo, insieme a tanti altri pezzi che considero “leggeri” molto graditi anche dai giovani. A proposito di musica giovane e contemporanea, quando compongo musiche e melodie ascolto le suggestioni percepite e inevitabilmente mi lascio ispirare, in parte, dai nuovi generi musicali.
- Il tuo nuovo brano “I need you” è carico di parole d’amore: a chi si rivolge?
Sembrerebbe una canzone d’amore dedicata a una ragazza, invece, “colpo di scena”, è una canzone dedicata al cinema, che è rimasto troppo fermo in questi ultimi tempi. In qualità di regista, considerato il tempo dedicato a questa professione, ho voluto unire musica e cinema in un’unica esperienza. Il videoclip di I need you, uscito su YouTube e disponibile nel mio canale Max Nardari, è una sorta di percorso che comprende tanti film del cinema americano, e in particolare del genere fantascienza, come Matrix, Blade Runner e tanti altri. Quindi il videoclip di I need you vuole essere un omaggio al cinema d’autore di fantascienza, ma allo stesso tempo pone me in primo piano, insieme al corpo di ballo che danza con me nella clip.
L’intento era quello di creare una produzione unendo spettacolo, stile show all’americana, insieme al cinema, ed è stata una bella scommessa! Diversamente, nel videoclip del primo brano, Fragile non emergevo artisticamente, l’intento era quello di “non essere evidente”, perché non cantavo da molti anni e per questo ho preferito entrare in “punta di piedi”. Fragile parla del tema del Covid, dell’ecologia e della rinascita del pianeta ed è il primo videoclip realizzato, che ho identificato come “istituzionale”. E’ stato presentato al Festival di Venezia, alla presenza di molte istituzioni, rappresentanze e persone importanti, molti medici, fra i quali il Dott. Roberto Rigoli, Primario della Microbiologia dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, solo per citarne alcuni, una bella occasione per questo importante evento istituzionale.
Il video di I need you, invece, è decisamente differente, di genere pop, pop-dance: la canzone è molto ritmata, come anche lo stile di tutto l’album che presto sarà pubblicato. Attraverso le mie produzioni, e in questo caso i videoclip, l’obiettivo è quello di comunicare concetti e messaggi “importanti” in modo diretto e con uno stile che cerca di minimizzare l’eventuale “densità” del tema trattato, attraverso un linguaggio leggero e facile da recepire per il fruitore.

- Per il video ufficiale “I need you” come è stata la collaborazione con ballerini e staff? Il risultato rispecchia la tua idea iniziale?
Essendo una persona sincera, e non amando le frasi fatte, rispondo con trasparenza, comunicandoti che non mi aspettavo questo bel risultato, direi è stato migliore del previsto! (sorride – ndr) Il videoclip è stato realizzato in un grande studio a Terni e sempre a Terni è stato girato il mio film La mia famiglia a soqquadro, una piacevole commedia che lascia un bel messaggio e che vi invito a vedere su Amazon Prime Video (prossimamente su Rai 1). La produzione del film è stata curata dalla mia casa di produzione cinematografica Reset Production in collaborazione con Cooldesign e in questo progetto mi potete vedere nel ruolo di regista. Ritornando a Terni, essendo vicina a Roma, la considero un po’ come la mia patria. E’ stato proprio a Terni che ho conosciuto i talentuosi e giovani ballerini hip hop con i quali ho girato il videoclip di I need you: il corpo del centro danza Seil di Eleonora Bordi, secondi al mondo alle finali inglesi nell’hip hop.
La parte della clip con i ballerini è stata girata in studio in un giorno, mentre la post-produzione è stata decisamente più laboriosa ed impegnativa, e completando il lavoro, raggiungendo alcuni obiettivi che mi ero prefissato, è stata una “scommessa”! Non avremmo mai immaginato di raggiungere un risultato di così alto livello. Per questo, ho ottenuto molti consensi gratificanti, sono stato chiamato da molti personaggi famosi, che hanno apprezzato lo stile “americano” che lo contraddistingue. Sono contento di tutto ciò, perché ero molto timoroso di questa mia uscita da showman (ride – ndr), dato che il regista, normalmente, rimane dietro le quinte.
Questo approccio è, naturalmente, in contrapposizione ad una forma di “snobismo intellettuale” che spesso si può percepire in Italia, che non da spazio e non contempla aspetti espressivi creativi. In virtù del ragionamento che un regista può essere anche allo stesso tempo uno showman, la mia natura creativa ed estrosa mi ha portato, in contrapposizione a questa sorta di “snobismo intellettuale”, a scegliere, ad inizio videoclip, di pormi disteso sopra un grande disco dorato che gira. (ride – ndr) Questa mia simpatica provocazione a questo approccio, in un contesto anni ’90, mi ha divertito molto!
- A breve hai in programma scrittura e produzione di nuovi brani? I tuoi pezzi seguono un fil rouge?
Sto preparando Tonight, un disco pop, pop-dance (così lo definisco) che uscirà a giugno. Sia I need you che Tonight hanno volutamente date di uscita vicine, mentre ad aprile esce su Amazon Prime Video il film Diversamente, il mio nuovo film che tratta le “diversità”, comprendendo tanti temi e conseguenti problematiche che ho trattato negli anni nel corso del mio percorso professionale. Diversamente è un film ad episodi che al suo interno ha la colonna sonora che comprende queste due canzoni, I need you e Tonight, e di conseguenza queste due canzoni sono parte integrante del film.
Tonight è un brano allegro, pop-funky-dance, contraddistinto da parti musicali di chitarra e funky, mentre I need you è un genere differente e il fil rouge che collega i vari brani è l’amore per il cinema: un omaggio al cinema in chiave allegra e ballabile, condizione che risulta necessaria in questo periodo, dopo questa lunga pandemia che purtroppo ancora ci affligge. Per ora non ho in programma la scrittura di canzoni in italiano, forse più avanti farò un brano. Per la colonna sonora del film ho scelto la produzione di brani con testi in inglese, perché è una lingua che apprezzo particolarmente e credo si adatti meglio in questo progetto.
- Ci sono artisti del panorama musicale italiano o internazionale che segui o ai quali ti ispiri, e per cosa li apprezzi in particolare?
In Italia apprezzo molto Loredana Bertè, perché è una donna che è tornata di nuovo tra i giovani grazie alla canzone Non Ti Dico No, con i Boomdabash, e da lì ha avuto un grande successo. Seguivo la Bertè già da ragazzino negli anni ‘80, ed ora, seguita molto anche dalle nuove generazioni, è ritornata di tendenza. Mi piacciono anche giovani artisti, come Madame, che ho visto al Festival di Sanremo.
Apprezzo anche Achille Lauro, che si è reinventato con il suo look e i suoi pezzi. Ci sono molte novità che mi piacciono e se devo scegliere tra Guccini e le nuove proposte musicali, preferisco le cose nuove (ride – ndr). Seguo molto le nuove tendenze, non sono un nostalgico. Per quanto riguarda le ispirazioni, cerco di utilizzare i suoni del mondo musicale degli anni ‘90 unendoli a quelli moderni e di tendenza.

- A proposito del regista quale sei, c’è qualche film che ti ha colpito particolarmente e che ti ha trasmesso qualche ispirazione per le tue produzioni?
In Italia mi ha colpito un film che ha già avuto tanti premi, e che io reputo un capolavoro: “La pazza gioia” di Paolo Virzì. Questo film è divertente e allo stesso tempo mi ha anche fatto commuovere moltissimo. “La pazza gioia” assomiglia un po’ a quello che ho studiato all’università con il cinema di Pedro Almodóvar, sul quale ho fatto la tesi di laurea. Pedro Almodóvar è un regista spagnolo molto importante e mi ha dato la possibilità di capire che in una commedia si può allo stesso tempo sia far ridere che piangere.
Di Pedro Almodóvar, il mio regista preferito, mi piace molto: “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” che tratta storie e disagi legati al mondo femminile. E’ un film molto colorato, e divertente, ma allo stesso tempo c’è del dramma. Un regista che ha seguito la scia di Almodóvar, in Italia, è Ferzan Özpetek, che assieme ad Almodóvar è il mio regista preferito.
- L’approccio leggero, che utilizzi nei tuoi film per far arrivare a tutti il messaggio con un sorriso, lo adotti anche per la scrittura dei tuoi brani musicali?
Sì, è così, nei miei film mi piace comunicare con un sorriso e una modalità “leggera” temi importanti, a volte difficili, e questo approccio traspare. Amo molto parlare del tema sociale, per questo ho realizzato molti cortometraggi su questi argomenti, toccando temi come razzismo, omofobia e raccomandazioni politiche, raccontandogli sempre con un sorriso. Allo stesso modo, anche nella musica, nei testi dei miei brani e nelle clip, che rilasciano sicuramente un valore aggiunto alla canzone, anche quando parlo di tematiche sociali, l’approccio è divertente o carico d’amore, non rientra in un format di genere intellettuale. Ed è così che ritorna il mio ruolo di regista anche nella musica. Il mio nuovo video I need you parla del mondo del cinema, sempre con un approccio leggero. Nei miei videoclip parto sempre dal sociale o che rimanda a qualcosa che non è soltanto la canzone in sé.
- I testi dei tuoi brani traggono spunto anche dalle vicende della tua vita?
Sì, per esempio Tonight, un brano che uscirà a breve, a giugno, racconta di un viaggio sulla Luna, con la presenza dei Pianeti. Il video è caratterizzato da animazioni, dove io faccio un percorso dalla Terra alla Luna. Idealmente la storia, raccontata in Tonight, la considero un po’ come il viaggio dell’artista, che ha sempre la testa tra le nuvole. Tonight è un brano autobiografico, perché racconta di me che voglio scappare per andare in un mondo nuovo, dove troverò un sacco di personaggi. C’è questo gioco di voler evadere dalla realtà, un’interpretazione autobiografica.
- Com’è nata la passione per il mondo della musica e dello spettacolo?
E’ nata da quando ero ragazzino e amavo già fare film amatoriali con una telecamera regalata dai miei genitori. Da allora cominciai a fare i primi “filmini” e a creare storie, quindi c’era già dentro di me la voglia di realizzare delle storie divertenti. Da lì deriva anche la scelta di focalizzarmi sul genere commedia. C’è sempre stata in me la voglia di creare qualcosa, anche a livello di scrittura. I fumetti sono stati la base per scrivere e creare, poi ho tramutato queste idee dei fumetti in storia, evoluzione avvenuta dopo aver frequentato la scuola internazionale di cinema NUCT a Roma.

- Risulti essere un artista versatile che assume diversi ruoli di successo pur mantenendo la tua indole coerente. Cosa ti piace fare all’ennesima potenza?
Preferisco in assoluto fare il regista, anche se amo scrivere, però dopo un po’ è noioso scrivere tutto il tempo. Mi piace creare delle storie, e dalla carta farle diventare film, con approccio creativo, occupandomi con cura di ogni dettaglio. In assoluto la regia è la cosa che mi piace di più, poi ovviamente la musica. La regia include tante cose da prevedere e seguire attentamente, tra le quali la musica. La musica spesso è un accessorio del cinema.
Riuscire a portare avanti entrambe queste mie due grandi passioni, il cinema e la musica, per me è molto importante ed è il mio sogno, ma allo stesso tempo non è semplice, perché occuparsi di due ambiti con diverse peculiarità, fa dedicare tempi ed energie, che a volte non sono compresi, per questo, purtroppo può sembrare essere dispersivo e criticabile. Per poter scegliere liberamente il mio percorso professionale e le relative scelte ho quindi deciso di essere indipendente, perché, se non lo fossi, sarebbe difficile riuscire a portare avanti queste due mie passioni, come io desidero.
- Quanto conta per te tua madre Renea nel contesto dei progetti professionali della Reset Production?
Mia madre mi ha dato l’input di far diventare la ditta individuale Reset Production una società. Dal punto di vista professionale, mia madre è stata il primo avvocato del Tribunale della Sacra Rota del Vaticano ed è anche una delle donne più determinate a portare avanti le battaglie per i minori. Ho una madre con un certo bagaglio culturale alle spalle che mi ha sempre sostenuto e molto stimolato nei progetti di lavoro.
Con lei ho fatto il film La mia famiglia a soqquadro, è stata una bellissima esperienza insieme, poi, da quando è andata in pensione, sto portando avanti la società con collaboratori esterni. La sua più grande dote è stata quella di stimolarmi ad andare avanti, nonostante le difficoltà. Mia madre è una donna forte che si è ritrovata un’epoca in cui gli uomini erano privilegiati e avevano una precedenza su tutto. Lei è stata un po’ un precursore, perché è riuscita, in quanto donna, a trovare un suo spazio come avvocato dimostrando a tutti il suo meritato valore, portando a casa tre lauree, l’ultima delle quali a cinquantasette anni.
A quasi ottant’anni, ha anche scritto il libro “Figli violati”: è una donna che si è sempre ricreata. Penso di aver preso molto da mia madre e ho un rapporto molto forte con lei. Avere un genitore che ti stimola è molto importante, il suo contributo è sempre stato molto prezioso. Ho sempre fatto tutto da solo: non ho mai avuto agganci o conoscenze.
- Quali sono i tuoi progetti futuri?
I miei progetti futuri sono sicuramente far uscire il nuovo progetto musicale, composto da più singoli; il nuovo film “Diversamente” che uscirà su Amazon Prime Video; il libro, che racchiude tutto questo percorso artistico in un manuale motivazionale alla portata di tutti. In più ci sarà un cortometraggio che girerò a breve in Veneto, precisamente a Vittorio Veneto, grazie al bando vinto messo a disposizione dalla Regione Veneto.
Questo cortometraggio tratta il mondo dei follower: sarà divertente lavorarci! L’attrice protagonista sarà Daniela Poggi con al suo fianco Martina Stella e Massimo D’Apporto. Ma ho anche in progetto un documentario sul mondo della moda, e altre tante cose… però non anticipo altro!
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