Cultura
Il Controcampo: Cosa succede quando gli Oscar diventano alla portata di tutt_
Vediamo i risultati degli academy awards con grandi vittorie nella comunità Black. In particolare: Chloe Zhao, Mia Neal e Jamika Wilson, Yuh-Jung Youn

Gli Academy Awards di quest’anno, considerando che quelli del 2020 sono avvenuti prima che la pandemia scoppiasse nel pieno, sono stati sicuramente storici. In diretta contemporaneamente dal Dolby Theater e da Union Station, sarebbe forse ingenuo ritenere che i risultati degli Oscar di quest’anno non siano stati un successo anche dal punto di vista dei movimenti #BlackLivesMatter e #StopAsianHate, che fra i loro obiettivi hanno anche la valorizzazione degli artisti BIPOC (Black, Indigenous and People Of Color).
Una sincronia anche con la molteplicità di artiste che insomma, nonostante anche loro siano qui da secoli, ultimamente si sono prese i riflettori con la forza delle loro rivendicazioni.
Chloé Zhao

Abbiamo infatti visto, in premi non specificamente femminili e solitamente dominati da uomini, una svolta verso la valorizzazione delle artiste e professioniste, in particolare Chloé Zhao. Esordio con Songs my brothers taught me nel 2015 a Sundance, Zhao sta già sgomitando fra i pezzi grossi da diversi anni, e finalmente quest’anno è riuscita ad ottenere il riconoscimento che le spetta.
Si è infatti affermata come seconda donna a vincere il premio come miglior regista per Nomadland, dopo Kathryn Bigelow con The Hurt Locker, e prima donna BIPOC. In tutto, sono state nominate solo 7 donne per il premio come miglior regista nei 93 anni di storia degli Academy Awards, due di queste nel 2021.
Vittorie anche nella comunità Black

Altro punto di svolta che rende questi Oscar significativi è la quantità di vincite per la comunità Black, con il film Ma Rainey’s Black Bottom che classifica un totale di due Oscar, stesso numero per Judas and the Black Messiah. Il primo narra la travagliata storia della cantante blues Ma Rainey nella Chicago degli anni ’20; il secondo la storia di Fred Hampton, nel contesto delle battaglie dei Black Panthers degli anni ‘60. Premio come miglior attore non protagonista al fantastico Daniel Kaluuya, che nel suo discorso parla di come ci sia ancora moltissimo lavoro da fare in termini di inclusività nel teatro dell’Academy.
La categoria di miglior trucco e parrucco è stata vinta da due donne nere (Mia Neal e Jamika Wilson, insieme a Sergio Lopez-Rivera), quella per la miglior canzone da H.E.R., donna afro-filippina, e infine Ann Roth per i costumi di Ma Rainey. Altra stella nel panorama dell’eccellenza afroamericana all’Academy è il film Soul, firmato Pixar e diretto dal regista di Up, che narra la storia di un’insegnante che cerca di conciliare la sua anima con il suo corpo prima del suo debutto come musicista jazz, vincitore anch’esso di due Oscar.
Miglior attrice non protagonista: Yuh-Jung Youn

Ultimo ma non per importanza è sicuramente l’Oscar come miglior attrice non protagonista a Yuh-Jung Youn, prima donna asiatica a vincere questo premio dal 1958 e prima attrice coreana a vincerne uno.
Quindi un’edizione piena di premi meritati, un’edizione variopinta che ha valorizzato artisti e artiste dai background più variopinti, ma anche un avviso che ci ricorda che tutti gli Oscar dovrebbero avere questo livello di inclusione e di opportunità. Sicuramente una delle conquiste, lungi dall’essere ultima, dei movimenti rivoluzionari che stiamo vivendo nella nostra epoca.
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