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Rubén Orihuela e la ritmica: storia dello sport più sessista di tutti

La lotta di una vita per realizzare un sogno: le discriminazioni di genere non sono unidirezionali e la storia di Ruben ce lo insegna.

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Negli ultimi decenni, grazie all’affermazione sempre più radicata del movimento femminista nella società, vi è la tendenza a considerare il sessismo e le discriminazioni di genere come concetti unidirezionali e mono prospettici, ma questo è un grande errore. Per discriminazione di genere infatti intendiamo la valutazione delle capacità o delle azioni di una persona in base al suo sesso, sia esso maschile o femminile. 

All’interno della Carta Olimpica, documento redatto nel 1908 dal Comitato Olimpico Internazionale, sono contenute le regole e le linee guida necessarie per l’organizzazione dei Giochi Olimpici, e così i loro principi fondamentali. Tra questi, figura la missione dei Giochi nella battaglia alla non discriminazione e all’uguaglianza di genere. Nonostante ciò, ancora oggi, vi è una disciplina che è rimasta di pratica esclusivamente femminile: la ginnastica ritmica. 

I concetti base  

La ritmica, come erroneamente si legge, non è in alcun modo una derivazione della ginnastica artistica ma una disciplina a sé. 

Essa consiste nell’esaltazione delle capacità tecniche, del controllo motorio e dell’eleganza dei movimenti sollecitando l’espressione a 360 gradi del proprio corpo e l’abilità nell’utilizzo di piccoli attrezzi quali fune, cerchio, palla, clavette e nastro. 

Nel sito ufficiale della Federazione Ginnastica d’Italia (Federginnastica) si legge nelle prime righe:

“La Ginnastica ritmica è una specialità olimpica solo femminile e le competizioni possono essere individuali o di Squadra, detta di “Insieme”

Senza accenno alcuno alla declinazione maschile della disciplina, anche perchè ad oggi la ritmica è rimasta l’unico sport in Italia a non consentire la competizione tra uomini, ma solo l’esibizione. 

Il caso Giappone 

Il Giappone è l’unico paese al mondo ad avere un’antica tradizione di ginnastica ritmica maschile, avendo svolto il primo campionato nel 1985, ma la loro versione presenta alcune peculiarità interessanti. La ritmica maschile giapponese infatti comprende elementi acrobatici e movimenti tipici delle arti marziali che derivano direttamente dall’antica tradizione samurai. 

Nonostante queste differenze, la Federazione Ginnastica Internazionale non ha ancora riconosciuto la ritmica maschile a livello globale e il Giappone si è visto costretto a creare una propria Federazione che consentisse la promozione di questo sport e la partecipazione degli uomini a gare sul suolo nazionale. 

La storia di Rubén Orihuela

Nato a Valencia nel 1987, Ruben inizia a praticare la ritmica a soli dieci anni dopo essersene innamorato grazie ad alcune compagne di classe. Viene notato da una allenatrice mentre emulava alcune amiche e inizia così, per sorte o fortuna, una battaglia destinata a durare decenni. 

Durante gli allenamenti è stato spesso vittima di bullismo da parte di ragazze e ragazzi, per il suo solo essersi appassionato ad uno sport che agli occhi degli altri non era per lui.  Per il ginnasta competere era molto complesso poichè per ogni comunità autonoma potevano partecipare dieci ginnaste, di cui otto nazionali e due “libere” ovvero straniere, e senza legislazioni idonee Ruben era considerato al pari di una ginnasta straniera. 

Nel 2005 la Federazione spagnola ha concesso agli uomini di gareggiare in campo nazionale con una classifica unicamente maschile ma poco tempo dopo la Federazione Internazionale (FIG) ha vietato le competizioni perchè “la ginnastica ritmica è uno sport solo femminile e la FIG non ha regole per la competizione maschile”. La Spagna dopo tali affermazioni ha fatto un passo indietro temendo possibili sanzioni e spegnendo il sogno di Ruben

La “rivoluzione” spagnola 

Rubén Orihuela e i suoi colleghi, dopo la decisione della Federazione spagnola, si sono immediatamente mobilitati facendo pressioni al Ministero delle Pari Opportunità spagnolo e cercando consensi nel mondo della ginnastica internazionale

“Credevano che non avremmo fatto nulla, che saremmo rimasti fermi, non se lo aspettavano. È una norma sessista in piena regola”

Dopo anni di battaglie, nel 2009 è ufficialmente nato il primo campionato nazionale di ginnastica ritmica maschile spagnola, la prima competizione di questo tipo al mondo. 

Ruben ne è stato campione in 9 edizioni su 10, dal 2007 al 2016. 

La progressiva affermazione della ritmica maschile ha permesso a giovani atleti di tutto il mondo di appassionarsi alla disciplina e soprattutto di sentirsi rappresentati. 

A gennaio 2021 è arrivato un altro storico traguardo: ginnaste e ginnasti potranno gareggiare in squadre miste nel campionato spagnolo e nella Coppa di Spagna, un’ulteriore conferma del fatto che non vi sia alcun impedimento fisico basato sulla differenza di genere che impedisca a qualcuno di diventare un ginnasta ritmico. 

La storia di Rubén Orihuela insegna come spesso i cambiamenti nascano dal dolore provato sulla pelle di qualcuno ma soprattuto che, specie se si parla di passione sportiva, non vi è alcun ostacolo tangibile in grado di fermare la realizzazione di un sogno. 

@RIPRODUZIONE RISERVATA

Ciao! Sono Giulia, ho 22 anni e vivo a Modena. Ho iniziato a scrivere per alcune testate giornalistiche di sport, mia grande passione, cercando di analizzarlo da un punto di vista sociale e politico. Mi sono sentita dire migliaia di volte che le donne nel mondo dello sport hanno semplicemente una funzione di "accalappia-ascolti". Vivo nell’utopia, che spero non rimanga tale, di rendere protagonista il contenuto di ciò che dico, non l’involucro.

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