Musica
Meazza: “Le Parti Peggiori racconta la fine di un amore rivelatosi immaturo”
LE PARTI PEGGIORI è il nuovo brano di MEAZZA, che dal 19 marzo è in rotazione radiofonica e disponibile su tutte le piattaforme digitali. Il singolo è accompagnato da un videoclip disponibile su YouTube e prodotto da Ioska Versari per l’etichetta Flebo Records, distribuito da Artist First.
Le Parti Peggiori è il nuovo lavoro del cantautore milanese Meazza, il terzo singolo, dopo i precedenti “STRxxxO” e “Mari Stregati”, che inquadra il progetto in un’atmosfera elettro-pop con la narrazione di una storia che racconta il lato oscuro delle relazioni amorose.
“Le Parti Peggiori parla di relazioni travolgenti.” – afferma Meazza – riferendosi a quei rapporti in cui il dolore è grande tanto quanto il sentimento. Meazza chiarisce che la frase ripetuta nel brano “abbiamo dato il meglio per fare del peggio” intende raccontare quelle storie in cui c’è l’impegno per ferire l’altro, atteggiamento che porta ad un gioco di potere che finisce per far male ad entrambe le persone coinvolte negli eventi.
È un tema che merita una riflessione, e che Meazza, con il suo produttore, ha voluto interpretare nel suo brano con un sound leggero, mettendo in contrasto l’atmosfera elettro-pop con una tematica scomoda, raccontata attraverso parole che scuotono, e alleggerita grazie al suono e grazie alla vivacità e alla dinamicità di tanti colori lanciati e visibili nel videoclip.
Nel video, sono proprio quelle dinamiche rappresentate da oggetti e liquidi lanciati verso il cantautore, protagonista della clip, che in un crescendo simboleggiano l’escalation di certe discussioni. Alla fine, però, anche lo sporco più sporco, può essere lavato via (se c’è l’amore), questa è la considerazione di Meazza.
Meazza si presenta

Sono conosciuto con il nome d’arte Meazza, mentre all’anagrafe sono Jacopo Pagani, un ragazzo milanese che ha fatto della sua più grande passione un qualcosa di concreto. Quel forte interesse e coinvolgimento emerso sin da bambino, mi ha portato ad impegnarmi imparando ad esprimermi musicalmente e facendo divenire la musica un mestiere che mi appassiona e mi rende immensamente felice.
Amo l’arte nelle sue diverse espressioni e in particolare la musica, che mi ha portato ad intraprendere professionalmente il percorso artistico come cantautore, che sto seguendo con un mio progetto musicale in costante evoluzione.
- Il tuo nome d’arte Meazza da cosa deriva?
Nel 2018 è nato il progetto musicale che sto portando avanti e, cercando un nome d’arte che mi potesse rappresentare al meglio e che risultasse in linea con ciò che stavo facendo, mi sono guardato intorno, ma mi sono anche affidato alle mie sensazioni, come spesso mi succede, e questo mi ha portato quasi casualmente a scoprire quale fosse il nome d’arte giusto per me.
La scoperta è arrivata da sola, ho trovato ciò che cercavo sfogliando un libro sui calciatori storici dell’Inter, che avevo sulla mensola in camera mia. E’ stata come una rivelazione, mi sono soffermato a leggere il nome “Meazza” fra le pagine di quel libro che faceva parte delle cose a cui tenevo, ed essendo un grande appassionato di calcio e tifoso dell’Inter, la soluzione è arrivata da sè.
A conferma di questo, sono state alcune riflessioni che ho colto proprio in quegli attimi, sono milanese, ho passione per la musica e per il calcio e Milano è la mia città. Si è trattato di amore a prima vista, nato quasi per magia. Meazza è stata la prima parola che ho letto e mi ha colpito sfogliando un libro, quindi è divenuto a pieno titolo il mio nome d’arte.
- Nasci come cantautore, hai sempre fatto musica con brani scritti da te? Da cosa nascono i testi dei tuoi brani?
Ho sempre fatto e sempre farò musica, nel senso che è una mia esigenza comunicativa, un qualcosa che è parte integrante di me, questo senza averlo scelto. Da ragazzino tutto questo aveva caratteristiche più basiche, avevo già allora il desiderio di esprimermi e sperimentare a livello musicale e ciò è avvenuto in diverse fasi, suonavo la chitarra in casa, mi registravo con il telefono, ascoltavo mio fratello maggiore che suonava a casa nostra, e facevo rap.
Essendo classe ’93, ho avuto modo di avere a che fare con YouTube nei suoi primi anni di vita, e proprio grazie a questa piattaforma, riuscivo a reperire le strumentali ed anche basi di pezzi famosi.

Così ho iniziato ad approcciarmi al mondo alla scrittura, scrivendo brani sulle basi che trovavo su YouTube. Nel 2009-2010 sono nati i miei primi progetti rap. Ho registrato qualcosa ed insieme ad altri ragazzi di Como, ho fatto qualche concerto, soprattutto nel comasco, prendendo la strada del rap, che poi ho abbandonato, ma nuovamente riconsiderato dopo qualche anno nel 2017-2018.
In quel periodo è terminata la mia esperienza lavorativa in un ufficio, perchè mi sono reso conto che la musica era la strada che avrei voluto percorrere professionalmente e con tanta passione. E’ avvenuta così la mia fase di rinascita personale e professionale.
Mentre, per rispondere alla domanda sul processo creativo dei brani, i miei testi nascono sempre in modo istintivo, come succede per molte altre cose della mia vita, derivano ogni volta da una specie di flusso di coscienza, la mia parte conscia entra in contatto con la mia parte inconscia ed è alla tastiera che avviene il resto, dove ispirato da questo fluire, scrivo i testi di getto. Succede un po’ come mettersi in contatto con degli spiriti buoni che ti comunicano qualcosa istantaneamente e la recepisci subito (sorride – ndr), questa sorta di paragone la cito per rendere l’idea di quello che succede nell’iter di scrittura dei testi.
- Per il progetto hai collaborato con Ioska Versari per la produzione, con l’etichetta Flebo Records e per la distribuzione con Artist First. Com’è stato lavorare in team?
All’inizio di questo progetto, quando ancora ero alla ricerca di capire come muovere i miei passi all’interno del mondo della discografia, ho iniziato a collaborare con un produttore che è anche un rapper, Jack the Smoker della Machete Empire Records, un’etichetta discografica indipendente italiana. La collaborazione con Jack, ha portato la mia musica ad avere una connotazione un po’ più underground, tendente alla trap con le sonorità delle strumentali.
Dopo questi lavori, ho avuto la casualità, ma anche la grande fortuna, di entrare in contatto con Ioska Versari, al quale è piaciuto molto il progetto, e con molta naturalezza è nata la nostra collaborazione, basata su grande stima reciproca.
Sono entrato in contatto con Ioska Versari in un modo molto divertente, che ci tengo a raccontare. Ciò è accaduto quando Ioska era appena uscito da X-Factor, dove lavorava accanto a Mara Maionchi.
Una sera, mentre stavo seguendo X-Factor insieme a mia madre, Mara Maionchi ha parlato del ruolo professionale di Ioska Versari, e proprio in quella occasione mia madre, udendo nome e cognome di Ioska, si è espressa definendolo “unico nel mondo”, e aggiungendo di avere conosciuto quel ragazzo quando era bambino.
Ha ricordato e mi ha riferito che proprio Ioska era il figlio di una coppia di amici dei miei genitori. La conoscenza è avvenuta negli anni ’70, quando la mia famiglia abitava a Roma e il mio fratello maggiore giocava proprio con Ioska, quando erano bambini. Poi il tempo è trascorso, ci siamo persi di vista e non ci siamo più rivisti. Questa scoperta mi ha portato a scrivere a Ioska solo per condividere questo ricordo curioso, emerso dal passato, ed ha portato ad uno scambio simpatico di messaggi fra noi. Ha saputo così del mio progetto musicale, ha ascoltato i miei brani e siamo arrivati a collaborare insieme in un modo che definirei naturale anche se inaspettato, come se la nostra collaborazione fosse già “stata scritta”, sulla base di una grande sintonia professionale.
- Nell’ambito del tuo progetto di cantautorato, studi e suoni anche strumenti musicali?
Non mi definisco un grande musicista. Uso a livello basico alcuni strumenti musicali, suono chitarra e piano da accompagnamento e per questo mi definisco uno strumentista da accompagnamento (sorride – ndr). Non so suonare nulla in modo eccellente, ma so suonare un po’ tutto, e ciò mi serve per la fase iniziale del lavoro che precede quella in studio. Per pre-produrre i miei brani utilizzo piattaforme e software di produzione e mi accompagno suonando gli strumenti, mettendo così in piedi arrangiamenti basici, che poi sviluppo con i professionisti che si dedicano a questa fase del lavoro.
- Parlando sempre del tuo progetto di cantautorato, scriveresti testi anche per altri artisti?
Al momento non ho avuto occasione di collaborare in questo senso. Io personalmente non canterei mai qualcosa che ha scritto un altro artista per me, di conseguenza la vedo difficile che qualcuno possa cantare qualcosa scritto da me, tuttavia perché dire di no, e mai dire mai. Se dovesse capitare un’opportunità di questo tipo, sarei attratto maggiormente a collaborare con quelle personalità artistiche che oltre cantare pezzi scritti da altri, compongono anche.
- LE PARTI PEGGIORI ha un’identità musicale con atmosfera elettro-pop, c’è un genere musicale che in particolare che ti attrae per i tuoi prossimi lavori?
In realtà non c’è un genere musicale che mi attrae più di altri. Sono stato attratto da generi musicali diversi ai quali mi avvicino nelle differenti fasi del mio percorso musicale. Ciò che mi ha attratto e trasportato, l’ho sempre accolto, ad esempio mi succede che per alcuni giorni ascolto brani grunge, successivamente invece mi focalizzo su brani pop, poi in altri momenti seguo altro ancora, questo mi fa fare un bel viaggio all’interno della musica, ed è così che il mio cervello la recepisce e la fa propria in tutta la sua varietà. Non ho una mia canzone preferita che possa anche indirettamente condurre ad un genere che prediligo e credo che da qualsiasi genere musicale si possa sempre imparare qualcosa.
La musica è caratterizzata da più sfaccettature, dove tutto può essere immensamente bello o meno interessante, dipende dal punto di vista in cui lo recepisci.
Il progetto musicale che sto sviluppando non prevede genere e identità sonora precisi, poiché il mio approccio eclettico rispetto a tutta la musica nella sua complessità, lo applico già e lo farò anche per la produzione dei miei prossimi brani e, in generale, nel tipo di lavoro che sto portando avanti con la mia etichetta discografica. L’impronta fondamentale del mio progetto musicale è la line di base che prevede il mio modo di scrivere testi e la mia voce, con la classica hip pop, e nel brano LE PARTI PEGGIORI l’elettro-pop. I prossimi brani che usciranno sono contraddistinti da diverse connotazioni e generi, come ad esempio un brano che ho già pronto ed è caratterizzato da atmosfere dance, spero che esca il prima possibile così lo potrete ascoltare.
- Il tuo nuovo brano LE PARTI PEGGIORI racconta un tema che riguarda molte relazioni amorose, chi più, chi meno, ha un testo che ricalca in qualche modo il tuo vissuto?
Si tratta di un testo liberatorio, perché l’ho scritto in un momento autobiografico. Alla parte autobiografica ho associato una componente di fantasia derivata dal processo di scrittura e narrazione, creando così la storia raccontata per il brano LE PARTI PEGGIORI.
ll brano è nato in un momento nel quale avevo la necessità di trattare quell’argomento e l’ho affrontato attraverso la musica entrando in contatto con la mia esigenza comunicativa. Nel brano ho raccontato la mia situazione che descrive il periodo che stavo attraversando e vivendo, una fase che ha avuto anche un impatto terapeutico su di me, che mi ha permesso di crescere, di capirmi e conoscermi meglio, sviscerando qualcosa di importante, utile per migliorare. Scrivendo le mie canzoni, sono riuscito a capire di più me stesso e ad avere maggiore consapevolezza di alcuni aspetti della mia personalità.
- Il titolo del tuo brano LE PARTI PEGGIORI che è anche la frase ricorrente del tuo brano. A cosa si riferisce in particolare?
Il brano l’ho scritto di getto, e probabilmente volevo comunicare attraverso questo testo, il mio disagio nel contesto della relazione finita, e sentivo che questa frase era adatta a descrivere il focus della storia e il conseguente epilogo. Quindi il titolo e le frasi ricorrenti nel brano “Le parti peggiori” si riferiscono ad un rapporto immaturo e tossico, una relazione che senza volere rischia di fare più male che bene a entrambe le persone coinvolte, a causa di insicurezze e di sensazioni derivate da immaturità.
- Collegandoci a questo la frase ricorrente nel brano “abbiamo dato il meglio per fare il peggio” ricollega a questo concetto?
Sì, esatto. Si riferisce all’atteggiamento di impegnarsi per prevaricare l’altro, più che fargli del bene.
- Il video del tuo brano LE PARTI PEGGIORI racconta in modo leggero e di facile lettura il testo del brano, grazie anche alle dinamiche legate al lancio di colori. E’ una scelta iniziale o maturata durante le lavorazioni del brano?
L’idea principale del video è partita diverso tempo fa da una mia ispirazione istintiva, quando stavo producendo il mio primo singolo “STRxxxO”, e pensavo di mettere in piedi una clip, dove io fossi all’interno di un’inquadratura fissa con delle mani femminili che dai bordi, e da fuori campo mi importunassero con gesti come tirare i miei capelli, toccare la mia faccia o versare addosso a me liquidi colorati. Quest’idea, però, non si è poi concretizzata.
Ne ho parlato tempo fa in team, con Flebo Records e Ioska Versari in occasione dell’uscita del brano LE PARTI PEGGIORI, e ci abbiamo lavorato sopra, partendo dall’input iniziale di questa idea riemersa, abbiamo rivisto e riadattato il format, visto che ci sembrava molto inerente alla tematica trattata nel brano. Abbiamo anche constatato che le dinamiche dei colori erano perfette per rendere meno pesante la tematica del testo, resa ancora più leggera grazie ai colori utilizzati nei lanci rappresentati nel video. Anche il taglio musicale del brano, decisamente elettro-pop è una caratteristica che ha reso la canzone leggera, rispetto alla storia impegnativa raccontata.
- Nella fase conclusiva del video hai trovato un modo intuitivo ed efficace per raccontare l’epilogo della storia, ovvero una possibile conclusione positiva per un’amore travagliato da litigi e incomprensioni?
Certo, significa che non è mai detto l’ultima parola, se c’è l’amore nella sua eccezione più grande. Non è detto che anche a fronte di comportamenti o situazioni negative non si possa trovare il lato positivo della storia. Questo è il senso che volevamo dare al brano e al video che lo accompagna.
- Secondo te, cosa non deve mai mancare in un rapporto d’amore?
La sincerità. Sembra una risposta così semplice, ma in realtà la sincerità nell’ambito di una relazione è tutto. Spesso succede che per essere davvero sinceri si debba fare un gran lavoro su di noi. Quando manca consapevolezza e sincerità anche con noi stessi, manca la salute in un rapporto d’amore e non solo.
Credo sia fondamentale vivere in modo trasparente anche nei confronti di noi stessi, rispetto a quello che facciamo e dove andiamo, e rispetto a quello che proviamo, applicando questo approccio anche nelle situazioni in cui ci confrontiamo quotidianamente con la persona che ci sta vicino. Il ragionamento mi porta a riflettere sull’importanza dell’essere in linea con i propri pensieri più profondi, anche se mantenendo un proprio spazio esclusivo che però però non leda, in alcun modo, la parte sensibile dell’altra persona, quindi nel completo rispetto e tutela della persona cha sta accanto.
- Hai dimostrato che anche gli effetti scenici di una clip sono molto importanti per accompagnare e “spigare” un brano. A completamento di questo, presteresti cura per look e coreografie in una tua futura esibizione su un palco?
Per esempio, intendi fare un concerto mentre mi tirano addosso le vernici? (ride – ndr) Sarebbe una bella idea! Nel caso mi stai dando una bella idea, impegnativa, ma bella, che non mi era venuta in mente, e per questa ti ringrazio! Nel caso ti pago i diritti! (ride – ndr) Per il video abbiamo messo in piedi un set dove mi lanciavano addosso liquidi di ogni tipo, non è stato facile e ho sofferto parecchio per questo, tutto ciò mi sconcentrava mentre stavo cantando, tuttavia declinare tutto questo mentre mi esibisco dal vivo sarebbe indubbiamente un’idea figa! (sorride – ndr)
- Che artisti ti piace seguire particolarmente a livello nazionale e internazionale?
Di approccio molto eclettico, seguo un po’ tutto. In generale provo particolare interesse per chi scrive nella mia stessa lingua e per questo seguo molto i colleghi che fanno parte del panorama discografico italiano, con un occhio di riguardo per chi proviene dal mondo del rap come me e oggi si trova ad incontrare e sposare il mondo del pop, quindi tanti artisti giovani e contemporanei. Mi piace molto quello che sta facendo adesso Fulminacci, anche se gli artisti di riferimento che da sempre ho avuto sono gli intramontabili ed unici De Gregori, De Andrè e Guccini.
- Le copertine dei tuoi tre singoli: MARI STREGATI, STRxxxO e LE PARTI PEGGIORI sono rappresentate graficamente in modo molto originale e di grande effetto. In particolare la copertina del tuo ultimo brano è rappresentata da un’art work d’impatto, raccontaci qualche dettaglio a riguardo.
Questo art work è frutto di una collaborazione con uno street artist molto bravo, Mario Jin, con il quale sono entrato in contatto grazie alla mia etichetta discografica, la Flebo Records. Mario Jin fa lavori bellissimi, ha creato anche l’illustrazione della copertina di Mari Stregati. Quando ho visto la proposta creativa che Mario Jin ha presentato per la copertina di LE PARTI PEGGIORI, mi è piaciuta tantissimo e l’ho subito approvata.

Mario Jin ha interpretato graficamente molto bene il senso della storia del brano e la frase “ci siamo ribaltati dentro un parcheggio” attraverso la rappresentazione dell’amore con due manichini snodati da crash test.
- Il brano è abbinato ad un LOVE TEST, un questionario autoironico che riguarda le relazioni d’amore. Cosa ti ha fatto decidere crearlo? L’hai creato come momento ludico per l’utente e per contestualizzare il brano?
Ho pensato alla creazione di questo test insieme alla mia etichetta discografica, quindi l’idea nasce da me, Ioska e Rossella Falcone. E’ un test simpatico, che idealmente si ricollega a quei test che le ragazze trovavano in alcuni giornalini di genere femminile che acquistavano in edicola. Il LOVE TEST è un’idea simpatica che abbiamo pensato per alleggerire ulteriormente il tema difficile della storia narrata nel brano oltre ad aumentare l’approdo dell’utente all’ascolto del brano. Il LOVE TEST è raggiungibile attraverso Flebo Records.
- Raccoglierai i risultati di questi sondaggi per futuri progetti, anche risulterebbe essere un test anonimo senza invio di dati, lato utente?
Anche quest’idea che ipotizzi sarebbe comunque stata carina! (sorride – ndr) In realtà è solo un semplice test, è tutto molto più basic di come si possa pensare. Il questionario è stato concepito con l’etichetta discografica, che ha curato questa funzionalità, mi risulta che le risposte non siano registrate, non che io sappia.
- A proposto di sondaggi e di utenti, com’è il tuo rapporto con i social? Pensi di riuscire a comunicare l’autenticità della tua musica attraverso questi canali?
La mia interazione con i social è molto equilibrata, non sono un influencer, non sono eccessivamente sui social anche se comunque posto e scrivo notizie su di me, in modo molto naturale. Quando sento la necessità di interagire nei social network, lo faccio con semplicità e naturalezza. La mia etichetta discografica mi suggerisce spesso di postare, poiché è un trend adottato da molti artisti dell’ambiente e c’è molta competizione, ma non voglio far parte di un’insieme di persone che pubblicano contenuti in modo massivo, non rientra nella linea che perseguo. Credo, inoltre, che se non hai contenuti di qualità si vede che sei fake, nei social ci devi essere nel giusto modo. Sono anche certo che per avere la migliore impressione possibile riguardo alla mia musica, si debba ascoltare.
- A proposito di esibizioni e palchi, com’è stata la tua esperienza al Festival di Sannolo che ti ha visto vincitore nel 2020 con la canzone Mari Stregati?
E’ stata un’esperienza che paragono ad un fulmine a ciel sereno, poiché è arrivata in un momento in cui eravamo tutti un po’ fermi per l’inizio del lockdown e sembrava che non ci fosse un futuro chiaro per il lavoro che stavo portando avanti in quel momento.
Era prevista la mia partecipazione dal vivo al Festival di Sannolo, ma le impostazioni sono cambiate a causa delle restrizioni per il contenimento del Covid, così su indicazione dell’organizzatore del festival, mi è stato chiesto di girare al volo un video del brano che portavo in concorso, poiché il festival veniva veniva fatto, ma in modalità online. Grazie a più componenti e alla mia partecipazione a questo festival, la situazione si è completamente evoluta a mio favore, facendo di questa mia esperienza, un valido strumento a livello promozionale con un importante share e visibilità, grazie anche alla mia vincita. Quindi il festival se pur in modalità online si è rivelato per me un’occasione inaspettata e molto positiva.
- II tuoi progetti futuri, gli appuntamenti, gli eventi musicali, palchi di rilievo nei quali vorresti cantare per diffondere i tuoi brani e la tua musica, Covid permettendo?
Ad oggi non ho nulla in tal senso di definito, perché, come hai detto tu, il Covid di mezzo tiene molte situazioni ferme e non rende ancora possibile precise pianificazioni. Mi piacerebbe indubbiamente tornare a fare live nei prossimi mesi! Ci attiveremo in base a quelle che saranno le opportunità che si presenteranno con un occhio sempre attento alle nuove occasioni. Ho nuovi brani ai quali ho già lavorato usciranno presto, ce ne saranno delle belle.
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