Ambiente
I sessant’anni del WWF
In occasione dei sessanta anni dalla nascita del WWF vediamo la sua storia e la sua evoluzione fino ad oggi.

In questi ultimi anni abbiamo sentito parlare tanto dell’inquinamento, del cambiamento climatico e della tutela del nostro habitat naturale. Abbiamo visto piccole paladine della natura , come Greta Thunberg, organizzare proteste globali a difesa dell’ecosistema. Sempre più persone si dichiarano senza indugio ambientalisti. In questa realtà più sensibile alle tematiche ambientali ricordiamo che il 29 Aprile il WWF ha compiuto ben sessant’anni.
Cosa è il WWF

Per chi non lo sapesse WWF è l’acronimo di “World Wide Fund for Nature” ossia: fondo mondiale per la natura. L’organizzazione è nata grazie l’unione di un piccolo gruppo di naturalisti ed è stata costituita a Zurigo l’11 settembre del 1961. Oggi è diffusa in più di 100 Paesi.
Il WWF oggi è un organizzazione ambientalista a tutto tondo e ha come simbolo un panda. Non si occupa solo di intervenire per tutelare gli animali minacciati, ma tutto l’ambiente terrestre compresi i corsi d’acqua e il clima.
Questa fondamentale organizzazione si occupa di circa 1330 progetti che intraprende in tutto il mondo. Le sue attività, però, si concentrano nelle 238 aree del globo più a rischio a causa degli interventi sconsiderati dell’uomo. Sono cinque i pilastri su cui si basa la sua attività:
- Definizione del progetto;
- Organizzazione attraverso un piano operativo;
- Implementazione;
- Analisi;
- Condivisione
Infine, il wwf ha creato le cosiddette “Oasi” ossia delle aree protette in cui si protegge la biodiversità. Ne sono un esempio i parchi nazionali delle Galapagos e dei Vulcani in Ecuador e Ruanda. In Italia sono circa 106 ossia 31 mila ettari di territorio protetto dalle minacce dell’uomo come gli incendi dolosi o il bracconaggio.
Il WWF oggi

Sono numerosi i successi di questa ormai potente Ong globale. Oltre alle già citate Oasi del WWF, questa organizzazione è spesso intervenuta per la conservazione di specie animali a rischio estinzione. Ne sono un esempio la tigre, il gorilla e il panda. Quest’ultimo non è più a rischio di estinzione. Grazie a tali preziosi interventi e la collaborazione con le comunità locali, infatti, gli esemplari sono aumentati del 68%. Ricordiamo anche il parco che copre 4,3 milioni di ettari di foresta in Amazzonia e i numerosi interventi per contrastare il mercato nero di avorio. Ma ancora c’è tanto da fare.
La deforestazione, l’inquinamento il crollo della popolazione selvatica di mammiferi, pesci, rettili e anfibi sta provocando il collasso dell’ecosistema.
Purtroppo ne stiamo vedendo le conseguenze anche con la recente pandemia. Il COVID-19 rappresenta un campanello d’allarme, dal momento che la salute e l’ambiente sono indissolubilmente legati. Dunque, nonostante questi sessant’anni di interventi, siamo davanti ad un crollo drammatico della biodiversità.

Oggi il WWF è un’organizzazione globale multiculturale che si pone altri straordinari obiettivi. Da qui a 10 anni occorre scongiurare il collasso dell’ecosistema e salvare la preziosa casa che generosamente ci ospita.
Insomma, non dobbiamo risultare impreparati ma prepararci ad una transizione ecologica che determini nuove politiche energetiche. L’obiettivo è dirottare l’innovazione tecnologica a favore della tutela del nostro capitale naturale. Perché la più nobile battaglia che l’uomo, in quanto essere vivente, deve intraprendere è la difesa dell’habitat in cui vive.
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