

Mondo
Biden e Putin: nemici onesti e leali
Cosa è successo mercoledì a Ginevra? Il destino del nuovo mondo passa da qui: un breve resoconto dell’incontro tra Biden e Putin.
La prima attesissima visita oltreoceano del Presidente Biden è stata densa di appuntamenti:
G7 e annessi bilaterali, summit Nato e con le istituzioni europee e, infine, l’inevitabile primo faccia a faccia con Vladimir Putin. Le premesse erano tutt’altro che rosee, vista l’altissima tensione diplomatica, causata dalla discussa intervista di Biden ad ABC News (quella del “Putin killer“, per intenderci) e culminata nel ritiro degli ambasciatori da parte di Mosca e Washington.
Il vertice è durato poco più di tre ore, a fronte delle cinque stimate: un colloquio conciso, franco, che lascia intravedere una flebile speranza per la ripresa delle relazioni tra i due Paesi. Poi le conferenze stampa volutamente separate dei due leader. Sembra passata un’era geologica da quando, nel 2018, ad Helsinki, Trump dichiarò di fidarsi più di Putin che della sua intelligence sul Russiagate.
“The tone of the entire meeting was good, positive”, “I did what I came to do”, ha commentato con cauto ottimismo Biden, sottolineando però, al contempo, le incolmabili divergenze su alcuni dossier fondamentali come i diritti umani (“sono nel DNA degli Stati Uniti e saranno sempre sul tavolo”) , cyber sicurezza, sovranità dell’Ucraina.
L’impegno per la libertà d’espressione

Biden ha riaffermato il convinto impegno degli Stati Uniti per libertà di espressione, ha rinnovato la sua solidarietà ad Alexey Navalny, minacciando pesanti ritorsioni nel caso di nuove violazioni.
Putin ha replicato causticamente rivendicando l’arresto dell’attivista dissidente, colpevole di aver violato la legge russa e ha a sua volta accusato anche gli USA di arrestare gli oppositori politici, alludendo ai fatti del 6 gennaio. Paragone che Biden ha giustamente rispedito al mittente e definito come “ridicolous”. Putin ha proferito parole di grande rispetto per il suo omologo statunitense: “È un uomo di Stato, parliamo la stessa lingua”, non mancando di cogliere le nette differenze dal suo predecessore Trump (“ha una visione totalmente diversa”).
Entrambi, tuttavia, hanno mostrato grande disponibilità al dialogo e volontà di abbassare i toni: “Una nuova guerra fredda non conviene a nessuno”, ha dichiarato il Presidente USA, sulla scia del famoso “L’America ama la pace e detesta la guerra” di Roosevelt. In tal senso, i due hanno disposto il ritorno degli ambasciatori al proprio posto ed hanno raggiunto una (seppur timida) intesa sulla lotta ai cyberattacchi con l’istituzione di una task-force. È troppo presto, dunque, parlare di ripresa delle relazioni tra le due potenze: semmai, si tratta di prove tecniche di un lungo e complesso disgelo dei rapporti. Infatti, come ha affermato Biden,
“Scopriremo tra i prossimi sei mesi e un anno se abbiamo o no una nuova strategia di dialogo che funzioni.”
joe biden
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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