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Brittany Maynard e Terri Schiavo: libere fino alla fine
Gli Stati Uniti sono per antonomasia il Paese della libertà, dallo Stato e nello Stato. Ma se si domanda se si è liberi anche fino alla fine , la risposta è no. O meglio, dipende.
Gli Stati Uniti sono per antonomasia il Paese della libertà, dallo Stato e nello Stato. Ma se si domanda se si è liberi anche fino alla fine , la risposta è no. O meglio, dipende.
Il V emendamento recita:
“ nessuna persona può essere privata della vita, della liberà o della proprietà senza due process of law.”
Il due process

Il due process, contemplato nel XIV emendamento così come la fondamentale equal protection clause , è stato utilizzato (insieme al nuovo diritto alla privacy) dalla giurisprudenza della Corte Suprema per ampliare il contenuto delle libertà non protette formalmente dalla Costituzione. Infatti, in virtù di una interpretazione estensiva e funzionale del due process sostanziale, la Corte Suprema ha ritenuto meritevoli di tutela costituzionale diritti importantissimi attenenti alla sfera individuale: la privacy coniugale, l’ aborto, l’uso della contraccezione, il rifiuto di trattamenti salvavita.
Tuttavia, la Corte alla fine degli anni 90 ha categoricamente escluso l’esistenza di un diritto a morire ( Vacco v. Quill), facendo salva, tuttavia, la possibilità dei singoli Stati di legalizzare eutanasia attiva e suicidio assistito. Purtroppo, ciò è avvenuto in soli sei stati, tra cui Oregon (’97), Vermont (2013) e California (2016).
“End of Life Option Act” dopo il caso di Brittanny Maynard

La legge californiana “End of Life Option Act” venne emanata a seguito del tragico caso della ventinovenne Brittanny Maynard, attivista dell’associazione Compassion & Choices. Brittanny, malata di cancro al cervello in uno stadio ormai irreversibile, fu “costretta” a trasferirsi in Oregon per ottenere il suicidio assistito e si congedò dal mondo con un toccante messaggio sulla sua pagina Facebook.
“Addio a tutti i miei cari amici e alla mia famiglia che amo (…) Oggi è il giorno che ho scelto per morire con dignità, di fronte alla mia malattia terminale, al terribile tumore al cervello che mi ha preso così tanto e che mi avrebbe preso ancora molto di più. Il mondo è un posto bellissimo, il viaggio è stato il mio più grande maestro” (…) “Mentre sto scrivendo, intorno al mio letto ho tanta gente che mi sostiene. Addio mondo.”
Brittanny Maynard divenne un’icona della lotta per i diritti individuali ed è stato anche grazie al suo impegno che, nonostante le molte critiche da parte dell’ala conservatrice della Chiesa, l’allora governatore cattolico della California Jerry Brown firmò il provvedimento sull’eutanasia.
La lotta di Terri Schiavo

Solo qualche anno prima la commovente storia di un’altra giovane donna, Terri Schiavo, scosse notevolmente gli animi degli americani e divise la politica. Una volta precipitata definitivamente in stato vegetativo, si instaurò una assurda battaglia legale tra il marito di Terri, determinato ad ottenere l’interruzione dell’alimentazione artificiale, adempiendo così alle volontà della moglie, e i suoi genitori.
I giudici della Florida, alla fine, ordinarono di la rimozione dei tubi che permettevano la sopravvivenza di Terri, ma la politica cercò ogni modo per evitarlo o almeno differirlo: prima il parlamento della Florida, poi la Camera degli Stati Uniti approvarono delle leggi “salva Terri”, per cui il presidente George W.Bush si spese personalmente. Nonostante ciò, sia la Corte Suprema che i giudici statali respinsero gli ultimi ricorsi dei genitori e il 31 marzo, tra la commozione generale, Terri Schiavo muore dopo 15 anni di stato vegetativo, a 41 anni.
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