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Politica

Astensionismo: un problema italiano

Un dato molto rilevante nelle ultime elezioni è stato l’alto tasso di astensionismo: ecco perché questo dato dovrebbe farci riflettere.

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Le ultime elezioni amministrative non solo sono state caratterizzate da una vera e propria svolta in termini di orientamento politico, ma hanno anche fatto emergere un dato decisamente preoccupante: la percentuale molto alta di elettori che si sono astenuti dalla votazione elettorale. Se è vero che il voto è uno strumento democratico e in questo paese c’è bisogno di democrazia, ultimamente più che mai si parla tanto di “democrazia” e “libertà di espressione”, allora è fondamentale che i cittadini si rechino alle urne per esprimere il proprio voto.

L’astensionismo più alto di sempre ha caratterizzato questa tornata elettorale autunnale e i ballottaggi che si sono svolti lo scorso weekend hanno confermato la forte disaffezione alle urne che generalmente non sfiora l’elezione dei sindaci. Alla chiusura dei seggi, ha votato solo il 43,94% nei 63 Comuni chiamati a scegliere il primo cittadino: al primo turno era andato a votare il 52,67%.

Prendiamo in considerazione una realtà come quella bresciana seguita dalla sottoscritta per appartenenza. In provincia di Brescia 26 i comuni al voto, tutti sotto i 15mila abitanti. Nel Bresciano affluenza più alta rispetto al dato nazionale ma in calo rispetto all’ultima tornata. Al voto il 63,45% dei bresciani aventi diritto contro il 71,81 di cinque anni fa.

Perché questi dati devono farci riflettere?


Questi dati devono farci riflettere, l’astensionismo è un fenomeno purtroppo molto diffuso nel nostro paese e purtroppo non è facile da contrastare. È fondamentale cercare di sottolineare sempre di più tramite i mezzi di comunicazione l’importanza del voto e spiegare ai cittadini come la politica e gli amministratori possono effettivamente modificare la loro qualità di vita.

Un sindaco che prende l’impegno e poi lo mantiene sistemando una strada dissestata oppure un amministratore locale che introduce l’utilizzo di mezzi ecologici per contrastare l’inquinamento, questo è il vero cambiamento che un cittadino può toccare con mano, ma solo votando ha la possibilità di scegliere per il proprio futuro.

Il voto è un diritto ma anche uno strumento per il cambiamento.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono nata a Brescia il 1 gennaio 1998 e studio Economia Aziendale presso l’Università degli Studi di Bergamo. Ho una una forte passione per la politica e l’attualità la quale mi ha permesso di partecipare alla conduzione di una trasmissione radio e di creare il podcast “Pensa Liberamente” assieme allo staff della Politica del Popolo (insomma, avrete capito che parlo molto). Una delle mie sfide più importanti è quella di stimolare i giovani a ragionare e non permettere a nessuno di farlo per loro.

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