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Musica

Tommaso Novi: “Con IO SAPEVO NUOTARE voglio arrivare al cuore delle persone”

IO SAPEVO NUOTARE è il terzo singolo estratto dall’ultimo disco del cantautore italiano Tommaso Novi.

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IO SAPEVO NUOTARE è il nuovo brano di Tommaso Novi che dal 29 ottobre è in rotazione radiofonica e disponibile su tutte le piattaforme di streaming. E’ un pezzo carico di significato, ben interpretato nel video ufficiale, un grido di rivendicazione di tutti i bimbi finiti in fondo al mare che con le famiglie hanno avuto un tragico destino mentre cercavano salvezza.

Tommaso si racconta

Ho 42 anni, vivo a Pisa, sono un musicista, ho un figlio di 10 anni che si chiama Furio e faccio musica da sempre. Ho iniziato gli studi di pianoforte da bambino, all’età di 5 anni, poi mi sono avvicinato alla composizione e ho iniziato a scrivere canzoni. IO SAPEVO NUOTARE è il terzo singolo estratto dal nuovo disco. Con la mia band siamo al lavoro con il secondo disco che uscirà a dicembre.

Mi piace andare in moto e mi piace pescare, ma la mia più grande passione sono i videogames che fanno un po’ il buono e cattivo tempo della mia vita e delle mie relazioni. Con il tempo ho imparato a riservarmi un piccolo spazio per questa mia passione con l’attenzione a non farla divenire troppo ingombrante, come forse può essere successo in passato. Ora ci ho fatto la pace, equilibrando il tutto.

  • Il tuo ultimo lavoro, IO SAPEVO NUOTARE è un brano toccante che esprime in modo sincero i tuoi sentimenti per l’argomento trattato nel testo e video, cosa ti ha portato a scrivere un pezzo che tratta un tema così tragico e sentito da tutti noi?

La storia attuale la conosciamo tutti e sappiamo quello che succede ogni giorno, povera gente che scappa dall’inferno e muore in mare nel tentativo di trovare salvezza. Nel 2015, quando tutti abbiamo visto Alan Kurdi, il bambino restituito morto dal mare e rimasto sulla spiaggia, è successo che qualcuno si è imbarcato sulle ONG e altri hanno iniziato a piangere e non hanno mai smesso mentre qualcun altro come me, provando un dolore molto grande accompagnato da un sensazione di impotenza e ingiustizia, ha elaborato queste sensazioni e ci ha scritto una canzone.

  • La tua dedica “A tutti i bimbi del mare” raggiunge diretto il cuore. E’ una frase semplice ma dice tutto, come l’hai elaborata?

Il testo del mio brano IO SAPEVO NUOTARE parla di questo bambino che dialoga con il mare cercando di farsi portare sulla spiaggia, anche se ormai è morto. Nel mio immaginario, l’interazione del bambino è pensata in un’altra dimensione ultraterrena, per questo mi sono immaginato che probabilmente in fondo al mare c’è tutta una nuvola di questi bimbi rimasti laggiù. Nel profondo del mare. Questa riflessione mi ha portato a formulare la dedica.

  • Con il tuo brano hai trasmesso a tutti noi un messaggio forte, grande sensibilità, umanità e consapevolezza. Questo messaggio è arrivato anche a tuo figlio Furio?

Sicuramente e anche in modo molto consapevole, durante la scrittura di IO SAPEVO NUOTARE c’è un messaggio per mio figlio. In famiglia, con Furio, anche insieme a sua mamma, affrontiamo il più possibile questo argomento, documentandoci e leggendo molto in modo da tener sempre presente questa triste realtà che fa riflettere, perché la cosa peggiore è dimenticare il dolore e quello che succede tutti i giorni e tutte le notti in mare.

Furio ha molta consapevolezza sul tema, così come lo è la sua generazione che io sto osservando non solo attraverso mio figlio, ma anche grazie al lavoro che faccio. Infatti insegnando pianoforte e fischio musicale, ho molti giovani allievi e ritengo che questi ragazzi rappresentino una generazione molto ben equipaggiata e con un’enorme bagaglio di strumenti a disposizione a differenza, invece, di quello che purtroppo spesso si sente dire generalizzando, una generazione che tende all’apparenza.
Grazie a queste potenzialità che i ragazzi di oggi hanno, forse davvero ci potranno salvare, chissà ed è compito nostro iniziare questo processo.

  • Perché la tematica di IO SAPEVO NUOTARE raggiunga più persone possibili in un’unica occasione e possa arrivare il più possibile ai nostri cuori, dove piacerebbe esibirti?

Sono stato a Palermo quest’estate e ho conosciuto una città meravigliosa che mi è piaciuta tanto. Ho avuto la fortuna di entrare una sera all’interno del Teatro Massimo di Palermo che io considero un gioiello, un teatro fra i più belli e grandi d’Europa per ordine di grandezza architettonica. Ecco, in questo contesto, sul mare, piacerebbe davvero esibirmi con il mio brano.

Massimo Sestini
  • Il celebre scatto del barcone sovraffollato di Massimo Sestini, fotografo di fama internazionale, che troviamo all’interno del tuo video ha focalizzato maggiormente il tema che tratti. Com’è nata l’idea di questo contributo?

Con piacere ti rispondo a questa domanda… Hai formulato la domanda interpretando in senso positivo questa collaborazione con Sestini e quindi il supporto di questa foto nel video, parlando quindi di focalizzazione, mentre io inizialmente mi ero chiesto se inserire quell’immagine potesse essere didascalico. Massimo Sestini espose stabilmente le sue immagini alla mostra permanente Mediterraneum – Il Diritto alla Speranza, scatti dal mare – al Nelson Mandela Forum di Firenze, un luogo pazzesco, fantastico, dove ho avuto anche il piacere di suonare. Inizialmente, con la mia squadra di lavoro, abbiamo fatto una riflessione pensando che nel brano e video di IO SAPEVO NUOTARE ognuno potesse vedere quello che voleva vedere, mentre poi, visitando la mostra e le foto di Sestini, ho visto la foto del barcone in dimensioni molto grandi. Il mio stupore vedendo questa foto gigantesca proiettata su un muro che si guarda alzando la testa verso l’alto. Questo mi ha fatto tanto commuovere, mi ha fatto piangere. Ho capito che il contributo di questa foto nel mio lavoro poteva essere un’importante occasione per arrivare con un pensiero vero e netto a tutte le persone.

  • La location: il Mandela Forum di Firenze scelta per il videoclip IO SAPEVO NUOTARE è stata un’idea di Leonardo Giacomelli, qual’è l’ispirazione iniziale?

Sicuramente la scelta è legata alla mostra di Massimo Sestini, in secondo luogo, la storia di quel posto che ha sempre ospitato solidi principi di pace, uguaglianza e amore.

  • La grafica della copertina del tuo ultimo brano sintetizza bene il contenuto del testo, di chi è stata l’idea iniziale?

All’interno della famiglia Black Candy Produzioni c’è un uomo misterioso (sorride, n.d.r.) che realizza queste copertine pazze, è Lorenzo Buzzigoli, il cuore della Fonica e dell’Art Production, ed è stato lui a realizzare graficamente la copertina del mio brano.

  • Nel tuo brano e videoclip IO SAPEVO NUOTARE racconti un fatto, e allo stesso tempo si coglie l’intensità di molte tue sensazioni. Quanto c’è di te, nei tuoi pezzi?

Scrivo per necessità, per me scrivere è uno sfogo curativo, non potrebbe essere diversamente. A volte, come esercizio cerco di avere uno slancio nell’esterno, anche come esercizio stilistico, cerco di lavorare e di uscire dal mio punto di vista egocentrico e personale, è un processo naturale e spontaneo.

  • Tommaso, sei considerato un artista a 360 gradi, avevi iniziato a 5 anni a suonare il pianoforte, hai studiato musica classica, e ti sei approcciato agli studi jazzistici e poi in conservatorio hai iniziato con la composizione. Queste tue esperienze testimoniano che la musica ha sempre fatto parte della tua vita, ma da cosa nasce questa tua passione?

L’apprendimento della musica è stato un processo parallelo alla scrittura. Come tutti i bambini che negli anni ottanta studiavano basso, obbligati dai genitori e dai maestri, mi sono trovato a fare degli esercizi che non sempre consideravo studi belli, di conseguenza modificavo e miglioravo, poi la domenica chiamavo i miei parenti e facevo il concertino, con le mie variazioni sugli esercizi.

Credo che tutto questo derivi dal classico nocciolo, il mio grande egocentrismo, il mio desiderio di voler essere osservato, lì al centro, sul palco, fra la gente che ti guarda, chiunque essa sia. Le canzoni sono arrivate più tardi con un progetto di grande successo, i Gatto Mézzi, una band in cui ho suonato per dodici anni, soprattutto a livello regionale, in Toscana, anche se abbiamo suonato anche in tutt’Italia, a Bruxelles, a Parigi, in Canada, e in molte altre città. Poi il presente è questi miei due dischi.

  • Sei specializzato in un’arte molto particolare… Il fischio musicale? Raccontaci di questo tuo talento, ci incuriosisce molto!

Ho sempre fischiato sin da piccolissimo, addirittura fischiavo anche troppo spesso, (sorride, n.d.r.) e mi sono ritrovato in età adulta con questo “strumento” naturale a disposizione. Poi per gioco ho provato ad insegnarlo, lavorando ad un progetto didattico, un sistema didattico che in realtà non esiste e che prevede teoria e organologia. Quindi da 15 anni sono l’unico insegnante di fischio musicale in Europa, mentre in India c’è un insegnante di fischio e un corso.

Con le grandi potenzialità del fischio musicale (sia per estensione che per fraseggio) che considero uno “strumento” molto duttile, si può suonare di tutto, da Bach a Frank Zappa, si legge, si arrangia, si legge a prima vista, si improvvisa. Il fischio musicale può offrire soluzioni a volte più ampie di altri strumenti quali ad esempio il flauto.

  • I giovani sono il futuro, come ti poni per interessarli ai tuoi brani sempre di più?

Nel mio caso non c’è una modalità specifica e pensata per avvicinare maggiormente i giovani alla mia musica, anche se forse così dovrebbe essere… (sorride, n.d.r.) Ad un mio allievo di 14 anni, un grande e talentoso ragazzo, che fa composizione con me, scrive delle cose pazzesche, quando gli faccio sentire alcuni miei pezzi nuovi scuote il capo… (sorride, n.d.r.) Spero tanto di arrivare naturalmente a questo target. Io seguo il mio istinto.

  • Ti piacerebbe un duetto o un’esibizione con qualche altro artista e/o gruppo? Se sì, con chi?

Certamente, con Gianna Nannini! (sorride, n.d.r.)

  • I tuoi punti di riferimento del panorama musicale e artistico in genere?

A me piace molto la musica Sinfonica, il Novecento, Debussy, l’impressionismo, il Rock and Roll, il Bughi Bughi, mi piace molto Lucio Dalla. Poi tutto si mescola… Nella mia scrittura intravvedo frammenti di cartoni animati della mia infanzia, questo lo ritrovo molto ancora ora e mi sorprende molto felicemente questo, mi fa sorridere e mi garba tantissimo.

  • Quali aggettivi hanno a che fare con te?

Libero, storto, fragile.

  • Progetti in via di definizione, e progetti futuri, qualche anticipazione, ce la puoi dare?

A dicembre esce il disco con l’etichetta Black Candy Produzioni, distribuito da Believe, sotto la grande ala protettrice di Warner Bros Chappel Music Italiana. E’ una grande squadra, mi sento coccolato, mi reputo fortunato di farne parte, sono contento. Poi, sto già pensando al prossimo disco, anche se per ora è tutto in testa.

 ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il mondo dello sport ed in particolare del calcio rappresenta una delle mie più grandi passioni, oltre al grande interesse e dedizione per le lingue, l’economia e le relazioni internazionali che attualmente approfondisco nelle mia città, Venezia. Scrivo articoli inerenti al panorama musicale, che amo e seguo con particolare interesse, ed in particolare, mi occupo della redazione di articoli sportivi con spiccato interesse per il mondo calcistico, ponendo uno sguardo alla salute e al benessere sociale ed economico del nostro paese e dell’intera umanità.

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