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Economia

Gas: guerra commerciale in arrivo?

Cosa ha causato l’aumento delle bollette del gas? Tra le tante cause c’è anche la Russia di Vladimir Putin che quest’anno ha tagliato le forniture all’Italia e a gran parte dell’Europa.

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La questione che riguarda l’aumento delle bollette del gas ha certamente creato scompiglio generale. È importante comprendere le motivazioni che hanno causato l’ingente aumento in bolletta. Una di queste si chiama: Russia.

Partiamo dal principio, Gazprom, colosso molto importante per il mondo commerciale, è il primo fornitore di gas del nostro paese e della maggior parte dell’Unione Europea.

In particolare secondo Eurostat, il 38 per cento del gas naturale in Europa – utilizzato per riscaldare e generare elettricità – arriva proprio da Mosca. Il canale principale è il Nord Stream 1, il gemello del gasdotto appena terminato ma non ancora entrato in funzione (Nord Stream 2) proprio per via delle frizioni tra Occidente e Russia.

Quest’inverno Russia ha tagliato le forniture all’Italia e a gran parte dell’Europa, con un’eccezione significativa: la Germania attraverso il gasdotto Nord Stream 1. 

La situazione è certamente critica, poiché si è passati da 2,62 miliardi di metri cubi in dicembre a 1,5 miliardi in gennaio, con un calo del 43%. 

L’aumento del costo del gas

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Ovviamente le conseguenze sono state immediate e visibili, l’aumento del costo del gas in bolletta ha creato non poche difficoltà a privati e imprese che hanno dovuto far fronte a spese importanti, addirittura in alcuni casi le bollette sono raddoppiate.

Vista la criticità della situazione, il Presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto e ha prontamente avuto un colloquio con il Presidente russo Vladimir Putin. I due, dopo un lungo confronto telefonico di cui non conosciamo ovviamente il contenuto, sembrano aver trovato una soluzione poiché i volumi russi dall’Ucraina raddoppiano tornando verso le medie di dicembre: 108 milioni di metri cubi in un giorno.

La situazione resta comunque critica, alla Russia non converrebbe di certo chiudere il proprio mercato export, la perdita in termini di ricavi sarebbe un vero e proprio salasso. Non ci resta che attendere e sperare che la questione si riassesti senza influire negativamente ulteriormente sulle tasche degli italiani.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono nata a Brescia il 1 gennaio 1998 e studio Economia Aziendale presso l’Università degli Studi di Bergamo. Ho una una forte passione per la politica e l’attualità la quale mi ha permesso di partecipare alla conduzione di una trasmissione radio e di creare il podcast “Pensa Liberamente” assieme allo staff della Politica del Popolo (insomma, avrete capito che parlo molto). Una delle mie sfide più importanti è quella di stimolare i giovani a ragionare e non permettere a nessuno di farlo per loro.

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