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Cronaca

Make School, Not War: le grida degli studenti a Milano

Ieri a Milano gli studenti hanno fatto sentire la loro voce: ecco qualche testimonianza che abbiamo raccolto durante il corteo.

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Durante la mattina di venerdì 18 febbraio più di mille studenti si sono riuniti, partendo da zona Cairoli, muniti di cartelli, striscioni e molta voglia di far sentire la loro voce. Il corteo ha poi proceduto verso Cordusio, per poi passare in piazza Duomo e concludersi tra Via Larga e Corso Buenos Aires.

Gli studenti, armati solo della propria voce, si sono fatti spazio per le strade al grido di “Lorenzo e Giuseppe vivono e lottano con noi“, manifestando l’opprimente disagio che i ragazzi affrontano nelle scuole e in progetti non tutelati adeguatamente quali il PCTO. Il corteo si è svolto pacificamente.

Continuiamo a non essere ascoltati, abbiamo mille cose da dire e nessuno ci prende in considerazione, ma è la nostra vita quella con la quale giocano senza neanche darci retta.“, queste e altre le dichiarazioni degli studenti in piazza.

Make School, not war

Si sono poi concentrati in un Flash Mob per chiedere l’introduzione nelle scuole di maggiore tutela contro le molestie sessuali: “Vogliamo una scuola diversa che ci insegni ad analizzare e capire il mondo“. Poco dopo la manifestazione si è spostata presso la JP Morgan in via Cordusio dove avevano scritto “Make School, not war” su una staccionata, riferendosi alla tensione in Ucraina.

L’occupazione simbolica delle strisce pedonali ha poi chiuso il corteo come simbolo dell’oppressione che gli studenti sentono sulle loro spalle.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Sin da piccola guardavo il mondo con occhi diversi e il naso all'insù. Amo, studio e ammiro tutto ciò che mi circonda, ne estraggo il bello e lo traduco in parole, sperando di riuscire a descrivere agli altri l'esistente così come lo vedo io. Sono Chiara, ho 19 anni e costruisco il mio futuro trottando tra un esame universitario e un articolo da pubblicare.

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