Economia
Guerra e sanzioni: prezzi ai massimi e borse ai minimi
Quali sono gli effetti della guerra in Ucraina e delle sanzioni imposte alla Russia nei vari indici mondiali? Vediamoli insieme.

E’ un lunedi movimentato quello che vive oggi la borsa mondiale. Il proseguo della guerra in Ucraina e le sanzione imposte alla Russia producono effetti negativi nei vari indici mondiali.
In particolare si sta registrando un rialzo shock dei prezzi delle materie prime in reazione ad un possibile embargo europeo e statunitense sulle commodity russi. In tal senso vanno avanti i colloqui con l’Iran per un aumento della produzione anche se il loro rallentamento iniziale sta innescando il pericolo di un possibile shock di stagflazione nei mercati globali.

Il Brent rimbalza del 9% a 128,31 dollari al barile mentre il WTI segna un aumento del 8,5% a 125,47 dollari. L’oro, tradizionale bene rifugio, segna un prezzo spot che sui mercati asiatici a quota 2.003 dollari l’oncia (+1,85%), avvicinandosi ai massimi degli ultimi due anni. Il rialzo maggiore è però del Nichel che ha visto un balzo del 16%. In tensione anche l’alluminio (+2%) e il rame (+3%). Corre il palladio che sale del 5,2 percentuali attorno ai 3.137 dollari all’oncia.
Borse asiatiche
La Borsa di Tokyo ha perso il 2,94%, mentre in Cina, Shanghai e Shenzhen, scivolano di oltre il 2%. Resta ancora chiusa la Borsa di Mosca. Il nuovo calendario delle negoziazioni, infatti, è atteso mercoledì prima dell’ora di apertura. Questa settimana, intanto, scatta il bando dei titoli russi dai listini Usa.
Borse europee

L’indice euro Stoxx 600 cede l’1,7%. Francoforte (-3,67%), Parigi (-2,87%), Londra (-0,7%).
Anche Piazza Affari sprofonda. L’indice Ftse Mib segna un calo di oltre il 4% a 21.548 punti con quasi l’intero paniere in rosso e ben 13 titoli congelati per eccesso di ribasso e uno solo (Tenaris +7,8% teorico) per eccesso di rialzo. Tra questi Intesa, Unicredit, Pirelli, Tenaris, Iveco, Stellantis e Generali. Fanno eccezione Leonardo (+2,49%), per il riarmo dell’Ucraina, e Saipem (+0,44%), con le possibili nuove perforazioni per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia.
A commentare questo inizio nero di settimana è stato Ethan Harris (capo economista di BofA) :“Se l’Occidente dovesse bloccare le esportazioni degli energetici russi ci sarebbe uno shock per i mercati mondiali. La perdita di 5 milioni di barili dalla Russia potrebbe vedere il prezzo volare a 200 dollari al barile e rallentare la crescita mondiale”. Secondo i dati della banca Usa, i prezzi delle materie prime stanno registrando l’inizio d’anno con i maggiori rialzi dal 1915.
Questa settimana, inoltre, sono attesi i dati sull’IPC statunitense, cosi come giovedì la BCE comunicherà la decisione di politica monetaria in un momento in cui gli analisti si domandano se andrà avanti con il ritiro degli stimoli monetari o manterrà una certa flessibilità sugli acquisti obbligazionari. BCE che probabilmente manterrà una flessibilità massima con un programma di acquisti da 20 miliardi di euro nel secondo trimestre e forse anche oltre, rimandando l’aumento dei tassi.
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