Società
8 marzo, passeggini e coperte in stazione: ecco le donne polacche che accolgono quelle ucraine
Più che dalle mimose, quest’8 marzo sarà ricordato per la solidarietà delle donne polacche nei confronti delle donne ucraine in fuga.

La discussione sulla parità dei sessi e sul riconoscimento delle eque ed eguali ripartizioni, in ambito sociale, economico, politico, è argomento ampio e complesso. Che, a ragion di logica, ad oggi, non dovrebbe più essere trattato. Il fatto che la parità non sia ancora cosa affermata e scontata, è cosa grave.
Le critiche che continuano a piovere sulla ricorrenza dell’8 marzo, in particolar modo sotto l’aspetto capitalista della celebrazione, hanno certamente motivazioni valide. Tralasciando questo aspetto, però, è necessario sottolineare ancora una volta, soprattutto oggi, la forza che il genere femminile, per caparbietà ed empatia, riesce continuamente ad imprimere al mondo.
Il conflitto russo-ucraino sta ormai occupando parte della nostra quotidianità, a discapito dell’emergenza sanitaria da Covid-19, e gli spunti che ne offre, nella sua tragicità, richiedono a gran voce di essere colti.
L’8 marzo non spiega l’essere della donna

Potrei proseguire nell’elencare che la Giornata internazionale delle donne ricorre l’8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze cui le donne sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo; che si celebra l’8 marzo per via dello sciopero iniziato in tempo di guerra, nel 1917, dalle donne russe che chiedevano a gran voce “pane e pace”; e che, secondo la leggenda, si regala la mimosa per via dell’albero posto accanto alla fabbrica di camicie “Cotton o Cottons” di New York, distrutta da un incendio nel 1908, dove persero la vita tante donne.
Ma non è solo questo che spiega l’essere di una donna, seppur all’interno vi siano tratti caratteristici. Sicuramente lo è una protesta quale quella iniziata l’8 marzo del 1917 è stata; probabilmente non lo è la morte in fabbrica, dove all’interno vi sarebbero potute essere anche altre figure; sicuramente non lo è un ramo di mimosa, per quanto comunque gratificante debba essere riceverlo.
La solidarietà delle donne polacche

Secondo i dati forniti dalla frontiera polacca, i profughi che hanno attraversato il confine hanno superato di gran lunga il milione. Profughi per lo più di genere femminile o di età relativamente ridotta, vista la massiccia adesione alla resistenza in patria degli uomini. Tale flusso, verosimilmente non regolato, per quanto lecito, sarà ovviamente frutto di caos. Quale ogni migrazione non regolamentata è.
Nonostante tutto, però, in alcune delle principali stazioni polacche è andato di scena un gesto di una potenza e di una rarità immensa. Le donne del posto, in soccorso delle madri ucraine in fuga dalla guerra con bambini di tutte le età, hanno lasciato in alcune stazioni beni primari per il genere femminile, tante coperte e lunghe schiere di passeggini per i più piccoli. La paura non ha condizionato la voglia di aiutare o precluso loro di compiere un atto genuino verso donne in difficoltà.
Proprio per questo, ogni giorno, è bene ricordare che essere una donna è di più.
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