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Ukraine-Russia War: il business dietro il conflitto
Siamo giunti al ventiduesimo giorno di guerra, i bombardamenti continuano e le persone che attualmente hanno già lasciato l’Ucraina sono 2,3 milioni ma soffermiamoci un attimo su quello che potremmo definire il mercato della fuga.

Giunti al ventiduesimo giorno di aspra battaglia, con le truppe del Cremlino fortemente intenzionate ad avanzare nelle principali città Ucraine e guadagnare il monopolio dell’intera Nazione, proseguono i vertici tra le due parti in causa per trovare una soluzione diplomatica alla questione.
Contrariamente ai piani di Putin e al pensiero comune dei più, la popolazione ucraina, guidata da una forte resistenza e supportata più o meno efficacemente dall’Europa, continua a tenere testa alle truppe degli invasori. L’operazione lampo cui aspirava la Russia, su modello di quella effettuata in Georgia, non è andata a buon fine.
Per questo, con l’aggravarsi e la decadenza di ogni brandello di umanità e socialità, ci si appresta a vivere una delle più grandi della storia. Secondo un’attenta analisi dell’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, attualmente sono 2,3 milioni le persone scappate dall’Ucraina e rifugiatesi in Nazioni limitrofe. Circa 1 milione quelle approdate in Polonia.
Il mercato della fuga

A guidare l’esilio di queste persone verso zone ancora illese dal conflitto, non sono solo organizzazioni di volontariato o canali diplomatici, come ci si auspicherebbe. A farlo ci sono anche e soprattutto compagnie private. In particolar modo, tra le compagnie meglio instaurate e distribuite sul territorio ucraino, vi è la “Private Security”. All’interno di questa catena vi sono anche diverse filiali italiane.
A queste, pare che ci si stia rivolgendo buona parte dei privati cittadini per fuggire dall’incubo guerra. Il mercato della fuga è in netta crescita con l’aggravarsi della situazione e, nonostante la fitta rete di contatti su cui queste compagnie possono contare, gli ultimi due giorni si sono confermati particolarmente complicati, per via dei disturbi ai segnali radio che i russi stanno causando.
Queste società non sono nate dall’oggi al domani, cavalcando l’onda della crisi tra Ucraina e Russia. Questo è un business affermato e radicato nel tempo. In America Latina e Africa su tutte. Ovunque ci sia un conflitto, piombano loro, così da organizzare il tipico “viaggio della speranza”. Vivere, però, anche in situazioni del genere, è una questione di denaro. Il viaggio infatti, a differenza di quel che si possa pensare, ha un prezzo. Attualmente il costo si aggira attorno ai 3.000 euro. Il prezzo, con l’aggravarsi della situazione, è destinato a salire.
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