Ambiente
Centro Sardegna : per il terzo anno consecutivo invasa dalle cavallette
Per il terzo anno consecutivo in Sardegna sta avvenendo una vera e propria invasione delle cavallette. Di fronte a tale situazione i cittadini denunciano un sentimento di solitudine e di abbandono.

Che il clima stia diventando sempre più tropicale ormai non è una novità. È da qualche anno che la Sardegna si sta trasformando in un’isola tropicale dove si passa da mesi di siccità che trasformano il territorio in un arido deserto, fino ad arrivare a quella fatidica giornata dove in un’ora cadono dal cielo bombe d’acqua che distruggono interi paesi.
Ma tutto questo non bastava e, come una maledizione biblica, ormai è la terza primavera che la Regione subisce una “maledizione biblica”: l’invasione delle cavallette.
Una piaga devastante

Come sappiamo già, la Sardegna è un’isola i cui abitanti vivono di agricoltura e di allevamento. Ma in quest’ultimo decennio i magnifici raccolti e prodotti sardi stanno subendo una battuta d’arresto. Le cause sono da rintracciare, per l’appunto, nel forte cambiamento climatico che ha reso l’isola un’oasi tropicale, ma non solo. Il centro Sardegna deve fare i conti con ospiti poco graditi: le cavallette.
L’epicentro dell’invasione è situato tra Noragugume, Bolotana e, dunque, la piana di Ottana. Gli insetti hanno spazzato via circa 25.000 ettari di terreni distruggendo il raccolto e facendo dell’erba un mucchio di polvere.
Come afferma la Coldiretti, le locuste sono polifaghe e, dunque, colpiscono non solo le coltivazioni in campo, ma anche gli orti e i giardini. Il risultato è una vera e propria catastrofe che manda in frantumi mesi di lavoro necessario per gli alimenti, nonché l’aumento delle spese per l’acquisto del mangime.
La disperazione dei cittadini
Gli abitanti del centro Sardegna sono devastati. Attoniti documentano, pubblicano scatti che ritraggono tappeti schifosi di questi animali che mangiano tutto, riducono in polvere mesi di lavoro e di sostentamento per gli animali che i pastori allevano. Gli orti impreziositi dalle colorite e invitanti verdure, sono completamente decimati. Di fronte a tale situazione, però, i cittadini denunciano un sentimento di solitudine e di abbandono. Non si sentono più rappresentati dai vertici della Regione e, tanto meno, capiti e salvaguardati. Come denuncia un agricoltore:
“La verità è che nessuno ci sta rappresentando, nessuno ci sta aiutando, siamo completamente soli e da soli dobbiamo sopportare l’ennesimo problema che distrugge i nostri meravigliosi prodotti. Forse è per questo che nessuno si reca più alle urne. Per votare chi? Per che cosa? Tanto di fronte alle avversità siamo sempre soli.”
A questo punto i sardi hanno preso una decisione: agire il prima possibile. Ecco perché il sindaco di Noragugume ha chiesto aiuto, in termini di eliminazione del rischio, prevenzione e sostegno agli agricoltori /allevatori, al Presidente della commissione agricoltura, che è uno dei comitati tecnici della FAO. Verrà informato anche il ministro dell’agricoltura.
Interventi specifici

Intanto si adottano le prime strategie di intervento. L’unica arma per combattere questo sciame di insetti sono i predatori naturali, come gli uccelli. La Coldiretti ha anche proposto una lavorazione dei terreni superficiale, un’operazione che risulterebbe sufficiente a distruggere le uova deposte a giugno dalle cavallette.
La Regione Sardegna annuncia una task force che prevede l’utilizzo di strumenti di disinfestazione attraverso l’utilizzo di prodotti biologici e una individuazione dei focolari nelle aziende del territorio compromesso. In questi giorni si è coinvolto anche il corpo forestale e l’agenzia Forestas. Ma i cittadini ritengono superficiale tale intervento dal momento che la disinfestazione ha poco effetto sulle cavallette mature e, inoltre, risulta essere un’azione troppo localizzata vista l’ampia estensione dell’evento.
Insomma, la consapevolezza è solo una: contenere i danni. Infatti, fino ad esso si contano già milioni di euro – è il caso di dirlo – mangiati dalle cavallette. Riusciranno i forti e determinati abitanti della meravigliosa isola sarda a scampare all’ennesimo flagello che come una maledizione incenerisce il loro territorio?
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