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L’Unione Europea vuole addestrare l’esercito ucraino
Bruxelles vuole farsi carico degli aiuti militari a Kiev, ma i negoziati con gli stati membri non saranno semplici.
L’UE vuole spingere gli stati membri a coordinare i loro aiuti all’esercito ucraino in un’unica grande missione europea. In quest’ottica sarà l’UE stessa ad occuparsi dell’addestramento dell’esercito ucraino, segnando un deciso passo in avanti verso l’integrazione militare del blocco. Tuttavia ad oggi i negoziati tra i vari stati membri procedono a rilento.
Infatti sebbene alcune capitali europee stiano già fornendo addestramento militare ai soldati ucraini, le discussioni su un’unica missione di addestramento militare a livello UE sono ancora lontane dal concludersi.
Quest’idea è stata oggetto di discussione nella riunione tenutasi martedì a Praga tra i vari ministri della difesa degli stati membri. Finita la riunione la maggioranza dei ministri ha espresso il proprio sostegno verso quest’ipotesi, ma nessuno ha chiarito i dettagli e i tempi di questa nuova e unica missione europea.
“E’ compito dell’Unione Europea garantire coerenza tra le varie azioni degli stati membri in Ucraina. E su questo punto posso tranquillamente affermare che tutti i ministri oggi si sono detti d’accordo. Ora dobbiamo definire insieme i parametri di questa nuova missione comune”, ha spiegato Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
I vantaggi di un’unica missione europea

Questi piccoli passi avanti dell’UE arrivano proprio mentre le forze ucraine stanno lanciando una controffensiva atta a riprendersi le terre occupate dai russi nel sud del paese. Ciò ha agevolato i negoziati, oltre al fatto che i funzionari di Bruxelles son molto preoccupati dai bombardamenti in corso intorno alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa.
Secondo Borrell, l’ipotesi di un’unica grande missione europea avrebbe il vantaggio di mettere insieme le varie risorse militari dei diversi stati membri. Molti ritengono infatti che l’Ucraina ne uscirebbe avvantaggiata da un’ipotetica cooperazione europea. Ad esempio un efficace coordinamento europeo supporterebbe meglio gli ucraini sulla logistica e gli aiuti sanitari, senza contare la protezione da armi nucleari, chimiche o biologiche.
“Questo coordinamento ovviamente non potrà avverarsi dall’oggi al domani, ma dobbiamo cominciare ora a gettare le basi per uno sforzo comune atto a sostenere l’esercito ucraino. Gli ucraini dovranno combattere per la loro libertà ancora a lungo”, ha concluso Borrell.
Alcuni ministri europei hanno sostenuto le parole di Borrell e hanno anzi invitato tutti ad accelerare sui negoziati. Ne è un esempio il ministro degli esteri lituano Gabrielius Landsbergis, che ha spiegato alla stampa: “Il divario odierno tra gli aiuti militari americani all’Ucraina e gli aiuti militari europei solleva più di qualche interrogativo. Una missione comune europea dimostrerebbe che l’Europa si assume la sua responsabilità, bilanciando gli sforzi degli americani. Non possiamo permetterci di arrivare tardi a questo appuntamento con la storia. Ne vale della nostra credibilità”.
I Paesi più critici

Tuttavia ci sono anche paesi come l’Estonia che, pur condividendo l’idea di una collaborazione europea più ampia, preferiscono procedere con cautela, per evitare che si produca un meccanismo che moltiplichi gli sforzi degli stati membri invece che ridurli. “Questa missione europea deve ben coordinarsi con i nostri partner e deve essere progettata in modo che non ci siano sovrapposizioni”, ha spiegato il ministro della difesa estone Hanno Pevkur.
Un funzionario dell’UE ha spiegato che l’obiettivo della missione è spingere a supportare l’Ucraina anche quegli stati membri che per ora si sono mostrati più restii all’idea di aiutare Kiev. Tuttavia non è chiaro se questa missione, una volta approvata, coinvolgerebbe tutti gli stati membri o no.
Ad esempio il ministro degli esteri ungherese Péter Szijjártò ha criticato l’idea della missione europea, sostenendo che ogni stato membro dovrebbe decidere da sé a chi rivolgere i suoi addestramenti militari. L’Ungheria ad oggi si è sempre rifiutata di fornire armi a Kiev. “La decisione di addestrare un esercito straniero dovrebbe rimanere competenza dei singoli stati membri. L’Unione Europea non può e non deve occuparsi di questo”, ha spiegato il ministro ungherese.
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